22. Castiel the Dhampyr

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Eve era pronta a uscire dopo essersi vestita e fasciata la mano. Andò da Val e insieme scesero al piano terra, circondati da una decina di guardie del corpo entrarono nella limosine. Il suo vestito non lasciava niente all'immaginazione, era formato da una fascia color metallico che copriva a stento il seno con sopra una gonna asimmetrica corta che saliva sottile a formare un giro collo. Fece fatica a star seduta senza che non si vedesse qualcosa. Risparmiò i brontolii sulla scelta del master e gli restò accanto in silenzio.
Valentine si girò verso di lei e la osservò a lungo, Eve ovviamente non lo guardò, ma mantenne gli occhi sulle guardie immobili come statue provviste di occhiali nonostante fosse buio.

Il suo sguardo fisso la innervosì a tal punto che chiese. <<Qualcosa non va, master?>>

Val sorrise e le prese una mano ferita. <<So che fingi di essere sotto la mia influenza, ma non è così. Sei tornata in te. Ora dimmi, come sei riuscita a sottrarti?>>

Eve non gli disse niente. Val l'abbraccio e la strinse così forte che pensò di soffocare. <<Sarò breve darling non perderò tempo a cercare cosa mi nascondi, ho un unico avvertimento. Non osare interferire oggi, chiaro?>>
Non ottenendo ancora una volta una risposta affondò dolorosamente le unghie nella schiena scoperta. <<Chiaro?>>

<<Cristallino>> replicò a denti stretti e lui si scostò.

Val le baciò la mano. <<Bene, mi piaceva la versione più dolce e remissiva di te, ma ti preferisco così come sei.>>

Eve scostò la mano bruscamente, si girò verso il finestrino e bisbigliò. <<Va al diavolo.>>

<<Sono già dannato darling>> le sussurrò all'orecchio e lei rabbrividì.

<<Non è un mio problema.>>

Eve non aveva riposato nemmeno un po', quindi era piuttosto assonnata. Si appoggiò al finestrino per riprendersi un minimo, ma dormì per pochissimo perché poco dopo arrivarono al locale, un posto pieno di luci al neon, una pista sospesa in aria e musica forte, ma travolgente. Si sedettero a un tavolo nel privé sospeso anch'esso sul livello della pista collegati a terra da scale di vetro, ad aspettare gli ospiti. Valentine si mise a parlare con Karen, Mark e le guardie in una lingua che Eve non conosceva. Li guardò senza capire e si chiese di cosa stessero parlando, non riusciva a sopportare il fatto di non capire cosa stessero dicendo.

Claudia arrivò con un'andatura da diva camminando con sicurezza sui tacchi altissimi. L'abito argenteo lunghissimo con la scollatura vertiginosa lasciava scoperto il seno prosperoso, risaltava la pelle color caffè e latte. I capelli neri e corti ai lati, avevano la parte centrale acconciata con dread che ricadevano lunghissimi sulla schiena. Era circondata da incubus imponenti tutti vestiti di bianco.

Si sedette di fronte a Val con l'aria molto fiera e l'aura che rasentava sicurezza.

<<Buonasera imperatore>> disse in tono sprezzante, perfino il linguaggio del corpo faceva capire che vorrebbe essere ovunque tranne lì.

<<Claudia>> salutò Valentine con un cenno. <<Così hai un accordo da proporre.>>

<<Sì, esatto.>> Si sporse in avanti senza paura. <<Pensiamo che non sia giusto non avere rappresentanti incubus o succubus, e che tutto il potere sia nelle mani dei vampiri...>>

Val la interruppe con un gesto della mano. <<È una monarchia assoluta, Claudia, tutto il potere è nelle mie mani. Quindi scusami la correzione, ma il potere è solo nelle mie mani.>>

Eve alzò gli occhi al cielo per l'arroganza di Valentine, quasi appisolandosi nuovamente.

Anche Claudia alzò gli occhi al cielo. <<Va bene, ma tutti gli organi che gravitano attorno a te riguardano vampiri, pensiamo che tra i tuoi sottoposti ci debbano essere anche degli incubus. Non possiamo vivere esclusi dalla società in questo modo>> insistette ancora Claudia sporgendosi con decisione verso il vampiro.

<<Ti devo rammentare chi ha vinto la guerra? È già tanto che non vi stia eliminando o schiavizzando tutti.>>

<<Non possiamo e non vogliamo vivere alla vostra ombra per sempre.>>

<<Ho un motivo ben preciso delle mie scelte Claudia, tu stessa mi hai lanciato una maledizione. Non pretendere che me ne scordi e che ti faccia anche entrare nella mia cerchia.>>

<<Era una guerra! Cosa dovevo fare? Abbracciarti e fare il segno della pace, ho fatto di tutto per portare il mio popolo alla vittoria>> sbuffò con tono esasperato.

Eve si ridestò dal sonno leggero e ascoltò con più attenzione. Qualunque cosa avesse in mente Val, doveva impedirglielo e rovinare tutto.

<<Dovremmo insorgere e uccidervi tutti.>> sussurrò minacciosa.

Karen scoppiò a ridere e la guardò dall'alto al basso. <<Come se ne foste in grado...>>

<<Sai qual è la punizione per aver minacciato l'imperatore? La pena di morte>> ringhiò Mark.

Eve non li aveva mai visti così aggressivi, ma non fu sbalordita da quel comportamento.

<<Me ne vado.>> Guardò la succubus e lei le fece l'occhiolino, l'umana ricambiò lo sguardo accigliata.

<<Non bere.>> ordinò Val.

Andò al bancone e vide il mezzosangue chiacchierone della quella mattina, quello che le aveva parlato prima che arrivasse Charles. <<Ciao mezzosangue! Non avrei mai pensato di trovarti qui.>>

<<Sono un anima errante, in cerca di un po' di pace, ci chiamiamo dhampyr noi mezzi vampiri. Tu puoi chiamarmi Castiel>>

<<Okay, ti va di ballare, mi annoio.>> Lo prese a braccetto e finì il suo drink mentre lo tirava in pista, la retro illuminazione al neon rendeva lo spazio trascendente e i filamenti di cristallo dal soffitto miglioravano il tutto.
Gli mise le braccia attorno al collo e iniziarono al ballare. Gli disse all'orecchio sovrastando la musica.

<<Sei abbastanza coraggioso da metterti contro Valentine?>>

<<Non esiste qualcosa che mi fa paura>> rispose Castiel con un sorriso sghembo. <<Sono pazzo, ho un senso distorto della realtà.>>

<<Intrigante.>>

<<Ti dirò un segreto, so le cose prima che accadano. Tra poco Valentine userà i suoi poteri per rendere innocui quegli incubus e li ammazzerà assieme ai suoi amichetti, ma esita, perché è distratto da te. È un comportamento inammissibile per un imperatore, farsi distrarre da un famiglio.>>

<<Al posto mio cosa faresti?>>

La fece girare in modo che Eve gli desse le spalle. <<Prendi quelle spade appese al muro, e uccidi più vampiri che puoi, più è alto il loro rango meglio è, ma sta attenta. Le conseguenze saranno... dolorose.>>

Eve tornò a guardarlo negli occhi.

<<Avvertimi quando sarà il momento, e io entrerò in azione.>>

<<In questo momento Valentine ha l'attenzione su di te, ma sta per ucciderli.>
>
<<Sei sicuro che non ti caccerai nei guai per colpa mia?>>

Castiel sorrise. <<È la prima volta che qualcuno si preoccupa per me... Ho l'immunità per infermità mentale, ogni mio gesto sfuma sotto la frase, ''è solo un pazzo.''>>

<<Non capiscono il tuo immenso potere.>>

Castiel sorrise in modo soddisfatto. <<Hai capito tutto, Eve. È grazie a me che il braccialetto che hai ora ti protegge la mente, ho aiutato io Charles. Sono io che ho poteri tali da incantarlo, per la mia condizione da mezzosangue, ma non divaghiamo è ora di agire.>>

Eve vide vampiri e incubus in piedi pronti a uno scontro, si tolse i tacchi, prese una delle spade incrociate e con un urlo da guerriera decapitò il primo vampiro che aveva vicino, scoppiò il pandemonio.

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