41. What the fuck are you doing?

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Eve si risvegliò in una macchina in corsa, sdraiata sui sedili posteriori.
Non riusciva a muoversi, e ci mise un po' a ricordare cosa era successo. Charles, era colpa di Charles. Era legata con catene che le bruciavano la pelle, e si sentiva debolissima. Era lui a guidare, cercò di parlare, ma uscirono solo rantolii indistinti.
<<Siamo quasi arrivati resisti...>>

Per quanto la vampira si sforzasse di restare vigile non riusciva a tenere gli occhi aperti. <<Ti prego dimmi che sta succedendo.>>

<<Sta zitta!>>

Eve molto lentamente riuscì almeno a mettersi a sedere, ma gli occhi non volevano saperne di aprirsi. <<Dimmi che cazzo succede!>> Gridò con foga. <<Quello che credevo un alleato, mi ha indebolita e sta portando chissà dove. Mi devi una spiegazione!>>

Lui la guardò attraverso lo specchietto con gli occhi di un pazzo. <<Non puoi capire, Eve.>>

<<Allora spiegami, non voglio credere che tu voglia farmi del male>> gli disse con voce rotta.

<<Qualcosa di grandioso sta per accadere e tu sei una tessera del puzzle, Eve. Mi dispiace averti voltato faccia, ma è tutto per la guerra contro Val.>> Spiegò come un predicatore.

<<Pensavo di potermi fidare di te, ciecamente.>> Aprì gli occhi. Guardò le luci della città sfrecciare, il volto una maschera stanca di amarezza.

<<Era così davvero, finché non mi contattarono loro.>>

<<Che cosa mi succederà?>> chiese con voce gelida, senza guardarlo.

Charles ispirò a fondo. <<Prima di dirtelo devo raccontarti tutto. Stiamo per risvegliare il padre dei vampiri. Il Primo. Il creatore di tutti.>>

Sentì le budella rigirarsi, e una morsa allo stomaco, non ne aveva mai sentito parlare, ma sapeva che se era così potente, era altrettanto pericoloso. Poteva essere peggio di Val. <<No... abbiamo già un problema perché raddoppiarlo?>> chiese incredula.

<<Aveva deciso di ritirarsi dopo millenni di vita, quindi lo fece cadendo in un sonno profondo. Affidando a Val il suo dominio e chiedendogli di risvegliarlo dopo due secoli. Lui lo tradì distruggendo tutte le pergamene e i libri su di lui e abbandonandolo.>>

<<So come si sente.>> replicò aspra.

Lui le lanciò un'occhiataccia.<<Lo faccio per un bene superiore come fai a non capire?>>

<<Ma sei scemo? Se Valentine ha distrutto tutto ciò che riguarda il Creatore come cazzo fai a sapere che starà dalla nostra parte? La situazione potrebbe precipitare!>> Eve non credeva alle sue orecchie, era seriamente convinto che fosse una buona idea? <<Per quanto mi riguarda potrebbe anche essere solo una leggenda.>>

<<No, Val ha distrutto i registri, ma non i suoi seguaci, stavano solo aspettando il momento giusto.>>

Eve cercò di togliersi le catene, strattonandole.

<<È inutile ti ho indebolita.>>

<<Fatico a credere che questo sei veramente tu, sono disgustata da te più di quanto disprezzi me stessa.>>

Ora guidavano in mezzo a un bosco buio dal terreno accidentato e fangoso, in discesa.

<<Non puoi capire Eve tanti di noi stanno morendo, ho visto...>> Fece una pausa serrando gli occhi e fermando la macchina. <<Non puoi capire, ci costringono a combattere, ci torturano e si nutrono di noi.>> Le mostro il collo. <<Vi nutrite di noi.>>

Eve invece di rattristarsi sbuffò. <<Oh, andiamo! Ora mi getti la colpa per sentirti meno in colpa? Ma per favore... Ti ricordo che sei rimasto a guardare mentre mi trasformavano, e ti sei offerto volontariamente di farmi bere, quindi prova ancora a darmi la colpa brutto stronzo bastardo traditore>> gridò con tutta la sua energia i vetri si incrinarono.

<<L'ho fatto per il piano.>>

<<Vaffanculo.>> Cercò di calmarsi e aggiunse. <<Che ruolo ho io?>>

<<Avrà bisogno del sangue di un umano, una vampira giovane, e un incubus, per recuperare il suo potere, nella sua interezza.>>

Eve si lasciò andare contro il sedile, le veniva da vomitare. Si piegò in avanti e il sangue che Marcus venne rigettato, rimase piegata finché non fu completamente vuota.

<<Questo potrebbe essere un problema. Sei difettosa.>>

A fatica Eve si appoggiò all'indietro le catene che che affondavano nella pelle. <<Che cazzo vuoi da me? Cercati qualcun'altro.>>

Charles rise. <<Mi fa sempre ridere la tua ironia tagliente.>>

<<Sono seria, idiota.>> Tossicchiò.

<<Aspetta... Val non c'entra, hai preso tu Claudia!>>

<<Non verrà uccisa, serve solo qualche goccia del suo sangue, a differenza sua ci sarà bisogno di ogni goccia del tuo.>>

Eve si sentì mancare. <<Almeno non assisterò a un'altra dittatura...>>

La macchina si fermò in una radura. L'unica fonte d'illuminazione era un lago che riprendeva di una luce verde azzurra. Circondata da centinaia di vampiri in ginocchio, in mezzo a loro Claudia legata, che li inceneriva con lo sguardo abbaiando parole che Eve non sentiva, la veste bianca sporca di fango. Poverina era rimasta prigioniera per così tanto...

<<Pronta?>>

La vampira non rispose.
Quando lui aprì la porta, sentì che i vampiri cantavano, una melodia sommessa, mescolata agli insulti di Claudia. Charles la caricò in spalla e la portò vicino alla succubus. I vampiri si sistemarono in precisi cerchi concentrici, tenendosi le mani recitando parole che non conoscevano. Eve era fottutamente spaventata.

<<Il Creatore è la nostra ultima speranza, diamo inizio al suo risveglio.
>> disse uno dei vampiri.

Charles si tagliò la gola e si lasciò cadere nell'acqua sprofondando, l'acqua cominciò a ribollire e a tingersi di rosso. Eve era paralizzata dallo shock, anche dopo che quello che aveva fatto, lei gli voleva bene. I ricordi le attraversarono la mente come dei pugnali, le tempie le facevano male e gli occhi bruciavano, ma non pianse.

A Claudia tagliarono un polso e fecero sgocciolare il sangue sul laghetto che diventò viola. Le rimarginarono la ferita e le venne cancellata la memoria facendola svenire. Vennero a prendere Eve, lei lottò con tutte le sue forze, inutilmente. Le praticarono due incisioni sui polsi, era troppo debole perché guarissero. Tolsero la catena e la spinsero in acqua. Una forza la attirava verso il basso, mentre lottava per risalire lasciando scie rosse ovunque.

L'acqua era risplendeva di una luce blu scuro, non aveva bisogno di respirare, ma si sentiva comunque soffocare, come se stesse realmente annegando, era la paura. Due braccia la avvolsero in un abbraccio da dietro.

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