37 .Drink

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Passò una settimana, e nonostante i tentativi di approccio di Marcus, Eve non gli parlava. Era ancora arrabbiata. Durante quei giorni aveva detto a Claudia quello che era successo con Valentine, e tutti gli incubus si erano trasferiti da un'altra base, meno grande e sfarzosa, ma altrettanto bella. Non si era arresa riguardo alla festa e nonostante il clima di tensione ne aveva organizzato uno.

Mancava solo Eve, sentiva la musica dalla sala da ballo, ma non si era nemmeno vestita. Era indecisa tra quattro modelli tutti di tonalità di bianco diverse. Scelse quello plissettato corto, con lo scollo profondo e le foglie oro su una spalla fissata con catenine in tinta. Raccolse i capelli e indossò una corona di allori oro. Sembrava una dea greca, abbinò all'abito dei sandali con lacci che giravano attorno a caviglie e polpacci.

Le guardie la accompagnarono, era sorvegliata ventiquattro ore su vento quattro. Anche se aveva un dubbio, non era sicura se fosse per la sua sicurezza, oppure avevano paura che scappasse.
C'era Can't feel my face di The Weeknd a tutto volume, molto bene.

Claudia urlò al microfono. <<È arrivata la festeggiata.>>

La sala tutta bianca era in penombra, illuminato da luci stroboscopiche, il dj e Claudia si trovavano su un palco al centro della pista.
Tutti urlarono applaudendo, Eve sorrise a disagio. Notò le telecamere, sarebbe stato tutto trasmesso. Aveva bisogno di bere. Andò fulminea al bancone. <<Che cosa ti servo?>>

<<La cosa più forte.>>

Dopo aver mandato giù un paio di bicchieri si sentì più rilassata, ma ne bevve altri due per sicurezza. Si rilassò totalmente e la pista da ballo non sembrò più così spaventosa. Andò a ballare a occhi chiusi incurante dell'ambiente era brava e la musica le piaceva. Quando inizio' Motocycle As the rush comes, sentì delle braccia famigliari avvolgerla e canticchiare. <<Embrace me, surround me. As the rush comes...>> Era la bellissima voce di Marcus.

Eve si lasciò abbracciare e ballarono insieme a ritmo di musica.

<<Mi perdoni?>>

<<Ci penserò.>> Si girò a guardarlo, aveva una camicia nera, eleganti pantaloni e i capelli tirati all'indietro, stava davvero bene, non riuscivano proprio a stare l'uno lontano dall'altra.

<<Abbassate la musica!>> disse di nuovo al microfono Claudia. <<Vieni qui Eve abbiamo un regalo per te.>>

Il boia le porse il braccio. <<Vieni ti accompagno io.>>

Una volta saliti Claudia le diede una boccetta piena di una strano e luminescente liquido verde. <<È veleno?>> chiese Eve.

Claudia scosse la testa. <<Hai la possibilità di non essere più un famiglio.>>

<<Cosa? Oh mio dio. Sei seria? Non ci posso credere!>> Saltò dalla gioia e prese la boccetta tra le mani. Tolse il tappo di sughero e bevve la pozione. Non sentì dolore, solo una leggera sensazione di leggerezza. Come se le avessero tolto un peso di dosso. Claudia le passò lo specchio e quasi si commosse. Aveva di nuovo i suoi occhi castani la sua pelle olivastra e non più grigia e smorta, insomma era se stessa, la vera lei, la vera Eve. Era troppo bello per essere vero. <<Finalmente libera!>> gridò e gli altri le fecero eco.

Abbracciò Claudia.

<<Questo è il regalo più bello che abbia mai ricevuto.>>

<<Sapevo che ti sarebbe piaciuto, e adesso si beve!>>

Le passò un bicchierino di vodka che mandò giù subito. Non solo era euforica perché era finalmente umana e basta, ma anche per via dell'alcol. Si scatenò al massimo, ballando, cantando. Si stava divertendo come non capitava da tanto tempo.

Dovette andare in bagno dopo tutto quello che aveva bevuto, uscì e andò nel bagno di camera sua. Dopo essere uscita cercò di ritornare alla festa, ma non si orientava bene e il fatto di essere ubriaca non aiutava. Gironzolò senza risultati, finché non sentì delle urla, si precipitò da quelle parti, ma venne interrotta da qualcuno che la afferrò da dietro.

<<Sei una meraviglia darling.>>

Valentine la trattenne per la vita.

<<Lasciami andare>> gridò agitando la gambe a qualche metro da terra.
Lui la spinse contro il muro e le strinse una mano attorno al collo. <<Non posso lasciarti tornare alla festa lo spettacolo che vedresti sarebbe orribile, ed è meglio morire con la pace nel cuore, no?>>

<<Vaffanculo, ti odio!>> fisse con voce strozzata.

<<Io non potrei mai odiarti, ma proprio per questo ti devo uccidere.>>

Eve non disse niente.

<<Non mi preghi di risparmiarti?>> chiese beffardo.

<<Ti piacerebbe fottuto bastardo, non ci penso nemmeno. Come hai fatto a trovarci?>> chiese.

<<Quando hai rotto il nostro legame, ti ho sentita intensamente per un attimo, prima di scomparire. Ho seguito le tracce.>>

<<Oh, sono impressionata! A quanto pare non sei in grado di uscire dalla mia vita, ma lo accetto. Tanto adesso muoio se è questo il modo di non vederti più mi va bene.>> rispose.

<<Sono veramente dispiaciuto lo sai, vero?>> Tirò fuori il pugnale e lasciò il collo.

Eve cominciò ad avere paura, ma cercò di non mostrarlo.

<<Sento come ha accelerato il tuo cuore. Mi dispiace Eve.>> La pugnalò al cuore.

La ragazza sussultò, il dolore esplose in tutto il corpo e iniziò a tremare. Il sangue uscì a copioso schizzando su Val e il vestito. Eve strinse il pugnale tra le mani. Con un suono gorgogliante uscì anche dalla bocca della ragazza.

<<Non... ci...>> Non riuscì ad aggiungere altro. Scivolò a terra e Val si inginocchiò vicino. Voleva che se ne andasse che sparisse per sempre, voleva insultarlo pesantemente, ma le parole non uscivano. Lui le teneva la mano con un'espressione mortificata. <<Non avrei voluto.>> Le baciò la mano e se ne andò.

Eve rimase lì sdraiata a terra, cercando disperatamente di continuare a respirare. Ripensò a tutta la sua vita a momenti belli quelli brutti e al fatto che se ne stava andando. Sentì una voce lontana parlare e poi vide una sagoma indistinta chinata su di lei. <<Resta come me ti prego>> supplicò Marcus. <<Eve resta con me.>>

La voce era lontanissima e disperata, poi non lo sentì più anche se la bocca si muoveva. Entrò nel suo campo visivo anche Charles. Charles? Era una visione per caso. I due discutevano.
Tentò di toccarlo, ma non riusciva a muoversi. Chiuse gli occhi non sentì più nulla. Stava fluttuando verso una luce calda e accogliente. Almeno era morta libera.

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