43. Will you...?

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Detto questo tornò al posto di prima, tra inchini e sguardi adoranti. Seduto su quel trono sembrava un re. A Eve sarebbe piaciuto essere così potente.

La neo vampira tornò da Claudia, ma gli altri erano andati via.

<<Dove sono?>>

Lei fece spallucce. <<Discutono.>>

<<Sei tu la regina, non sta anche a te farlo?>>

<<Sono stanca. Ho bisogno di una pausa.>>

<<Non te lo puoi permettere in tempi come questo>> insistette Eve.

<<Mi hanno rapita...>>

<<Sono stata pugnalata! E il responsabile è ancora libero...>>

<<Sembri una bambina capricciosa, smettila! Non hai il diritto di dirmi cosa devo fare.>>

Eve la guardò con disgusto. <<Ti arrendi, eh? Brava proprio quello di cui avevamo bisogno.>>

<<Beh c'è lui adesso.>>

<<Chi Thanatos? Neanche lui mi sembra molto concentrato...>>

<<Si è appena risvegliato dopo secoli.>>

<<Un vero leader non starebbe qui a festeggiare, ma sarebbe già in azione, e ora se vuoi scusarmi...>> Se ne andò dalla festa e si chiuse nella camera assegnata. Quando non sentì più musica e chiacchiere, uscì a cercare Marcus lui non era ancora tornato.

***

Eve girava per i corridoi del castello finché sentì strani suoni, seguì la provenienza, con il suo nuovo udito da vampira. Vide la porta socchiusa e si avvicinò per vedere. Il suo istinto le diceva di andarsene e basta, ma la sua curiosità superò la ragione. 

<<Non sapevo che farlo con un vampiro fosse così...>> ansimò una donna.

<<Questo non è niente, cara.>>

Eve si sporse per vedere. Thanatos era seduto sul letto appoggiato allo schienale, sopra di lui una ragazza con i capelli sul viso che ondeggiava su di lui. E il pollice del creatore tra le labbra, avrebbe dovuto andarsene subito, invece no. Rimase a guardarli come paralizzata, tra di loro c'era pura lussuria, nessun sentimento, un'unione al solo scopo di dare il tanto agognato piacere, da cui lui sembrava dipendere. Thanatos si girò verso Eve, la guardò dritta negli occhi, prima di farle segno di entrare. Per un attimo rimase congelata sul posto con gli occhi sgranati, era stata beccata! No, impossibile non l'aveva riconosciuta. Scappò via come se la sua vita ne dipendesse. Sperava con tutto il cuore di non essere stata riconosciuta, magari pensava fosse una ragazza qualsiasi. Ormai Eve aveva capito che lui aveva un insaziabile appetito.
Si chiuse nella camera che avevano dato a lei e Marcus e si appoggiò al muro. Cercava di riprendersi, ma non riusciva a far a meno di desiderare ciò che aveva visto. La maniglia si mosse e qualcuno spinse la porta. Con terrore pensò che fosse lui

<<Eve sei tu?>> Lei sospirò era Marcus, si spostò per lasciarlo entrare.

<<Sembri turbata.>>

Eve liquidò la frase con una risata. <<No no, che dici. Sto benissimo.>> Sorrise. 

Funzionò perché il corpo di Marcus si rilassò.

<<Dove sei stato?>> Lui tornò rigido. <<Stavo bevendo... Un'umana si è offerta di nutrirmi.>>

Eve annuì, le dava fastidio, ma era necessario.

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