12. Inside

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Sistemate alla perfezione entrarono nella limousine che conduceva al locale. Non dovettero neanche fare la fila perché a Kathrine tutto era dovuto. La discoteca era magica, il tema gotico rendeva tutto cupo con toni rosso scuro e nero, in puro stile dei vampiri. La cosa più sconvolgente era il bar pieno di bibite a base di sangue.

<<Non tutti si possono permettere un famiglio, quindi si saziano in questo modo>> spiegò la vampira. <<È anche un modo per non affaticare troppo un famiglio.>>

Si sedettero al loro tavolo riservato e gli fu subito portato da bere. Eve buttò giù un bicchiere dopo l'altro come acqua.

<<Eve non credi di esagerare?>> chiese un po' preoccupata Kathrine.

<<No. Vado a ballare.>>

Andò al centro della pista, la musica era latino americano modernizzato. Se la cavata piuttosto bene, lo ballava sempre i pomeriggi quando non suonava, quella danza fluente e sensuale sembrava fatto apposto per il suo corpo e non perse tempo a mostrare a tutti le sue abilità in pista.

Attirò subito l'attenzione di molti, sia per le sue precedenti gesta che per quello spettacolo. La sua mossa preferita era la danza del ventre. Si era dimenticata di tutti gli altri e ballava come se fosse da sola, finché non arrivò lui, un ballerino un ragazzo molto attraente capelli e occhi rossi altrettanto bravo che andò verso di lei con atteggiamento di sfida, e lei non si tirò indietro.

Cominciarono a ballare a turno mettendo in mostra le loro abilità all'improvviso cominciarono a ballare insieme molto sensualmente. Ognuno cercava di essere la guida, il dominatore, ma era un continuo capovolgersi della situazione, quando lei riusciva a farlo inchinare al suo cospetto dopo una gira volta, lui con un casqué la rendeva completamente dipendente da lui. Sembrava non aver più fine perciò finita la canzone si scansò per tornare al tavolo dopo un applauso al ragazzo, come facevano tutti per loro. Lui le rubò un veloce bacio, e se ne andò.

Cazzo! Aveva vinto lui. Non si accorse che le avevano scattato una foto dell'atto. Quando tornò al posto non c'erano né Krystal né la vampira, si grattò la testa non sapendo cosa fare. Guardandosi attorno la trovò ad aspettarla vicino all'uscita.

In limousine Kat cominciò punzecchiarla. <<Così hai detto a mio fratello che non eri vergine invece lo eri?>> chiese divertita Kathrine.

<<Non lo ero, ma lui è stato indelicato perciò ho sanguinato un po'...>> Era imbarazzante parlarne. <<La mia prima volta fu con un ragazzo di merda, il classico bello, dannato e stronzo che ti fa a pezzi il cuore, ma avevo un cotta pazzesca per lui. Ai tempi adoravo quel ragazzo mi faceva sentire al sicuro mostrandosi sempre forte e coraggioso. Il giorno dopo lo trovarono morto dissanguato, e ho capito che solo io potevo proteggermi>> raccontò con indifferenza, era sol un ricordo neutro utile solo a comporre il puzzle della sua vita.

<<Non ci sei riuscita molto bene...>>

<<Tu dici?>> roteò gli occhi. <<Almeno non passo la mia vita a essere un peso morto.>>

Kathrine alzò il sopracciglio. <<Doveva essere una battuta?>>

<<Dipende, se ti ha offesa sì.>>

<<Oh, piccola Eve, fai proprio tenerezza, ma vola basso che non sempre sappiamo essere così clementi.>>

<<Come se ci fossero volte in cui lo siete.>> Rise per finta. <<Non provate niente.>>

<<Detto da te, miss apatia, è un onore.>>

***

Eve tornò ubriaca e barcollante la vampira si era fermata su un altro piano e non era con lei.
Accese la luce trovandosi davanti Valentine. Dopo uno strillo spaventato cercò di ricomporsi per quanto fosse possibile.

<<Devo stringere la presa Eve.>>

Lei sgranò gli occhi. <<Perché scusa? Non ho fatto niente.>>

<<Sai, sono molto geloso, e quello che hai fatto stasera è tradimento per me, ma non è il momento di discuterne è quasi giorno, e dobbiamo andare a dormire.>>

Non sapeva di cosa stesse parlando ma annuì lo stesso. <<Okay a domani, "buonanotte".>> Si diresse verso la sua camera convinta che parlasse di lui e Kathrine. Lo stava per superare, ma Val l'afferrò.

<<Intendo noi due, nella cripta.>>

No, no, no, no, no. Se c'era una cosa che Eve temeva più di ogni altra cosa, era la morte. Ed entrare in una bara al buio, con un cadavere vivente la terrorizzava.

<<Sei tu il vampiro, non io. A domani.>> Fece finta di niente, cercando di andarsene con calma, ma con una mossa fulminea Val la caricò.

<<Mettimi giù, non sono morta non ho bisogno di una bara.>> Urlò e scalciò.

Lui non prestò attenzione a nessuna delle sue azioni e continuò ad andare verso la cripta. Appena furono scesi, Val la deposito nella bara, abbastanza grande per tutti e due.

<<Fammi uscire! Fammi uscire.>> Prolungò l'ultima lettera a lungo.

<<Non ho mai visto nella mia lunga vita un famiglio così impaurito da una semplice bara>> sussurrò pensieroso, riusciva a vedere meglio il suo volto sdraiata lì dentro. La osservò meravigliosa come una musa con i capelli sparsi sul velluto rosso scuro, e il volto aggressivo. La bara non era come quelle classiche che avevano attribuito ai vampiri, sembrava quasi un normalissimo e tecnologico letto che veniva circondato e chiuso con lastre ultra resistenti d'acciaio.

La paura aveva radici molto più profonde, avendo sempre lottato per arrivare al giorno dopo, ed essendo circondata dalle morti provocate dai vampiri, cercava di allontanarsi sempre dalla consapevolezza che un giorno sarebbe stata lei, uno dei numerosi cadaveri sulle strade di Zyra.

<<Devo... uscire...>> Sembrava quasi una preghiera, che il vampiro ignorò ed entrò con lei, chiudendola.
Eve prese a pugni il metallo. <<Aprilo, non sono morta sono viva, fammi uscire, non sono morta!>> ripeté quelle frasi come un disco rotto, immersa nel buio totale della "bara".

Era in preda a un attacco di panico ma cercò di non mostrarlo, il sangue scorreva velocemente e lo sentiva rimbombare nelle orecchie.

<<Perché sei così spaventata?>> chiese Val, la circondo con le braccia e le tenne ferme le mani, entrambi sdraiati su un fianco.

Il corpo della ragazza tremava incontrollabilmente, e il suo respiro era spezzato. <<Non sono morta>> bisbigliò come e fosse in delirio. <<Non ho bisogno di stare qui. Sono viva. Il cuore batte, il sangue pulsa...>> Man mano che parlava la voce si fece più bassa, sempre di più. <<Non sarò un'altra vostra vittima.>> Si sentiva come se le pareti si stessero restringendo, e "l'abbraccio" di Valentine non aiutava.

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