Capitolo 13

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Io e Luke abbiamo appena finito di cenare. Il pomeriggio è passato così velocemente.
Con un gesto meccanico accendo la sigaretta e mi sento lo sguardo di Luke puntato addosso. Scuoto la testa, come per chiedergli delle spiegazioni.
"Come scusa?!" replica lui.
Stacco la sigaretta dalle labbra. "Perché mi guardi così?".
Il fumo esce denso dalla mia bocca.
Lui alza un sopracciglio e indica il bastoncino sottile tra le mie dita.
Rispondo scuotendo le spalle e sospirando. Lui si allunga e mi prende la sigaretta.
"Luke, non fare il bambino"
"Io?"
Incrocio le braccia e aspetto che me la ridia. "Luke."
Mi sventola la sigaretta davanti alla faccia e la schiaccia nel posacenere. "Sai quante persone sono morte per questa schifezza?"
"Sì, lo so" risposto infastidita.
"E allora? Non ti giustifichi?"
"Dovrei dire che mi sta fare meglio?" ribatto agitandomi sulla sedia.
"Ma cosa ne so io! Dammi una motivazione valida per questa!" dice puntando il dito verso il posacenere.
"E' solo uno stupido vizio!" ammetto.
"Allora potresti smettere!"
"Dimmi che non stiamo avendo una discussione perché io fumo. Dimmi che non è così" dico piano con gli occhi chiusi.
"Invece è così Shailene! Cazzo!" sbatte i palmi delle mani sul tavolo.
"Non riesco a capire perché te la prendi tanto" dico giocherellando con l'accendino.
"Le persone muoiono per queste!"
"Le persone muoiono per tante altre cose"
"Cristo Shai! Non te ne importa niente eh?" dice alzandosi di scatto dal tavolo.
"Senti, non puoi arrivartene ora, dopo quattro anni che non ci sentiamo, e ordinarmi cosa devo fare e cosa non devo fare" mi alzo anche io. Parlo con calma.
Luke scuote la testa e si passa una mano nei capelli. Sento il mio gelido muro innalzarsi di nuovo.
Mio fratello borbotta qualcosa.
Odio la gente che borbotta.
"Se mi vuoi dire qualcosa, dimmelo in faccia."
Si gira "Non pensavo fossi così stupida" dice con le braccia allargate.
La calma nella sua voce è irreale.
Un pensiero mi balena in testa, ma non può essere così crudele.
Ma lui mi precede "Mamma e papà hanno dato la loro vita per te, e ora tu la butti al vento come se non te ne importasse nulla!"
L'ha detto.
L'ha detto.
Non ho nemmeno il tempo di rendermi conto della situazione, che le lacrime scendono copiose sulle mie guance.
Allora è questo quello che pensa?
Che sia colpa mia?
Tutti i discorsi al buio in camera mia non contano nulla ora?
E' come se mille e mille coltelli mi trapassassero il corpo da parte a parte. Credevo che il dolore che provo ogni singolo giorno, fosse abbastanza per ripagare il mio enorme debito con loro. Mi rendo conto che è colpa mia se sono morti, ma mai pensavo che il perdono di mio fratello fosse solo una scenetta per farmi sentire meglio. Credevo che lui, che loro, mi avessero perdonata veramente. Apparentemente non è così.
"Così è questo quello che credi?" domando con un fil di voce. "Sarei dovuta morire io al posto loro?".
Fatico a respirare, figuriamoci a parlare.
Luke sgrana leggermente gli occhi. "Ovvio che non intendevo questo!"
Scuoto la testa e sorrido amareggiata. Sono delusa da me stessa e dalla mia famiglia. Indietreggio, continuando a guadare gli occhi fermi di mio fratello.
Prendo la borsa che è ancora appoggiata sul davanzale.
Luke non cerca di fermarmi, non mi rincorre. Salgo veloce in macchina ed esco. Faccio fatica a guidare, le lacrime mi annebbiano la vista.

Arrivo davanti ad un palazzo e parcheggio. Suono il campanello e la porta viene aperta. Salgo le scale due gradini per volta ed entro nell' appartamento con la porta già aperta.
Madison è seduta sul divano, imbaccuccata in una coperta arancione, che mi guarda in cerca di spiegazioni. Mi siedo lentamente sulla poltrona.
"E' arrivato mio fratello. Cioè, me lo sono ritrovata in casa" dico con la voce rotta dal pianto.
"Luke? Luke è qui?" chiede sorpresa.
Annuisco.
"Cosa ti ha detto per ridurti in questo stato?"
Gli occhi mi si riempiono di lacrime. "Le solite cose" sussurro.
"E' un bastardo" dice risoluta.
Mi guarda in maniera quasi materna.
"Vieni qui" dice battendo la mano vicino a lei.
Appena mi sposto mi prende una mano e la stringe forte. Sa che per me è più importante un piccolo gesto come questo, che un bacio. Sospiro e la guardo.
Le voglio un bene dell'anima.
"Tu come stai?"
"E' tutto il giorno che vomito" dice arricciando il naso. I suoi occhi blu si fissano nel vuoto "Magari sono incinta" dice.
Sarà per la troppa tristezza e rabbia, sarà perché voglio smettere di pingere, scoppio a ridere.
"Non è divertente!" dice con un vago sorriso sulle labbra.
"E di chi saresti incinta?!" dico pensando all' ultima volta in cui ha visto Jack.
"Del dildo che mi hai regalato a Natale" dice sbuffando e cercando di non ridere.
Sgrano gli occhi e le guance iniziano a farmi male. "LO USI?!"
Mi guarda di sottecchi. "Ogni tanto..."
"Cristo Madison!"
"Incontro Jack due volte al mese! Avrò pur il diritto, no?"
Scuoto la testa, continuando a ridere.
Mi punta un dito contro "Tu hai ben poco da prendermi per il culo!"
"Oh, che palle con questa storia!" "No, non ho ancora scoperto con chi ho fatto sesso"
"Niall non lo sapeva?"
"No" dico distogliendo lo sguardo.
Madison stringe gli occhi e quanto si accorge che sto deliberatamente cercando di evitare l'argomento, mi dice "Parla, ora."
"Madison..."
"No. Niente scuse"
Prendo un bel respiro, scaccio via il pensiero di Luke e parlo "No, Niall non lo sapeva, ma qualcun' altro si"
"Oh, Shailene, non iniziare. Non ho voglia di farti una domanda ogni dieci secondi eh."
"Harry. Harry lo sa."
"E non te lo ha detto!?"
"Ehm...". Come potevo spiegarle che dopo quello che mi aveva detto non mi interessava saperlo?
"Si, cioè, no. Insomma, non era il momento giusto per dirmelo"
"Mh, non sono sicura che tu mi stia dicendo la verità, ma devo andare a vomitare, quindi lascio perdere"
Si alza in fretta e barcolla pallida in bagno. Sento che tira lo sciacquone.
"Tutto bene?" urlo dal salotto.
"Sì, sì" risponde con la voce sommessa.

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