Vuoto.
È la parola che uso di più.
Mi sento vuota. Vuoto è il mio letto, la schedina della macchina fotografica, le mie giornate e i miei pensieri.Ho perso il conto dei giorni, ma credo che siano passate circa quattro settimane dall'ultima volta che ho guardato Harry negli occhi.
A scuola è impossibile evitarlo.
Non parlo più con Niall, perché dovrei sopportare anche la presenza di Harry.
Non mi ricordo nemmeno l'ultima volta che sono riuscita a dormire per più di due ore di seguito.Non so come definire il mio stato d'animo. Non sono depressa, non sono triste, non provo assolutamente niente. Studio, mangio poco, dormo poco. Le mie giornate sono sempre le stesse di prima. Semplicemente, è come se Harry non fosse mai esistito.
O meglio, è come se fosse morto.
Penso sempre e mai a lui.Siamo ancora vicini di banco, e per me è insopportabile. È insopportabile non poter parlare con lui, non poterlo toccare, o anche solo guardare.
Mi rendo conto che tutte le piccole cose che davo per scontate o che mi davano perfino fastidio, ora sono la ragione di cosa sono diventata.
Un burattino, un manichino, una macchina, non so come definirmi.
Mi sono chiusa in me stessa, ancora più di quello che ero prima, e faccio fatica anche a parlare con Madison.Il dolore della sua assenza è così estenuante ed intenso, che non lo sento più. Come quando metti un dito nell'acqua ghiacciata e non senti freddo, ma anzi, dopo poco il dito inizia a bruciare.
Dopo qualche giorno Harry mi ha chiesto come stavo. 'Bene' ho risposto piatta. Ma non ho ricambiato la domanda di cortesia, perché tanto, brutto ma vero, a nessuno interessa veramente come stai. E poi, ammettiamolo, possiamo anche morire dentro, ma diremmo sempre che stiamo bene.
Harry non c'è più ed io devo ancora iniziare a capirlo. Credeva che lasciandomi sarei diventata più forte, ma si sbagliava di grosso. 'Sii te stessa'. Bene, questa sono io. Fragile ed indistruttibile. Emotiva e gelida.
Io non sono una persona forte. Essere insensibili, non significa essere capaci di combattere tutti gli ostacoli.Qual maledetto temperino mi ha tentato più volte, ma non voglio cadere di nuovo nel dolore e allo stesso tempo nel piacere dell'autolesionismo.
Questa sarà forse la ventesima sigaretta di stamattina. Mi bruciano gli occhi ed ho tremendamente sonno, ma appena mi addormento è come se sentissi le labbra di Harry sfiorarmi la pelle, e, Dio, quanto fa male.Quando le vedo sorridere, sento un enorme peso sullo stomaco. È rabbia. 'Se mi amasse davvero, comprenderebbe il mio dolore' penso sempre.
Non mi sforzo neppure ad accettare me stessa, come mi ha detto lui.Ogni tanto piango, quel pianto estenuante, senza suono. Come adesso. Ma il motivo ora è diverso.
Ho fatto la cosa più sbagliata e spregevole che potessi scegliere di fare.
Credevo che mi potesse aiutare a dimenticarmi di lui solo per un paio di minuti, ma a quanto pare non è servito a niente.
Brian è stato gentile questa volta. Non mi ha fatto male, non mi ha picchiato. Un po' troppo teatrale, ma non mi interessa. Non mi ha segnato la pelle come faceva Harry, si è limitato a fare ciò che gli ho chiesto.
È la terza volta che succede.
Non è nemmeno lontanamente paragonabile all'amore che facevo con Harry, anche se non l'abbiamo mai fatto seriamente.Mi alzo per bere e controllo il calendario. Cristo, ho un ritardo di quasi una settimana.
Neppure adesso smetto di pensare ad Harry. Il mio dolore non va ad ondate, è constate e intenso."Un test di gravidanza, per favore" chiedo piatta alla donna di fronte a me.
Lei mi rivolge un sorriso di pietà.
"Di quanto è il ritardo?" mi chiede.
"Una settimana più o meno"
"Sei ancora giovane, magari il ciclo si deve ancora stabilizzare"
Alzo leggermente un sopracciglio "Mi viene sempre ogni ventidue giorni, e non le ho chiesto nessun parere"
La donna mi guarda stupita. Pago ed esco.
Arrivo a casa, tiro fuori la scatolina dalla borsa, ma non ho il coraggio di controllare se la mia vita cambierà radicalmente.Sono le otto e in classe non c'è nessuno. Il professore di biologia mi saluta. La classe piano piano si riempie, e con gioia e tristezza noto che Harry non c'è. Appoggio lo zaino sul banco.
Sto copiando alcuni appunti quando la porta di apre di colpo.
"Mi scusi per il ritardo" dice Harry affannato.
"Hai la giustificazione?"
"No"
"Ricordati di portarla domani"
Sospiro e continuo a scrivere, mentre sento il riccio avvicinarsi.
Si siede e evitando accuratamente di toccarmi, indica il mio zaino "Non è che potresti toglierlo?"
Lo guardo, o almeno ci provo. Butto lo zaino per terra con un gesto secco.Harry si irrigidisce improvvisamente. Lo osservo e un brivido mi corre lungo la schiena.
Ci siamo conosciuti così. La prima cosa che mi ha detto è stata quella di spostare lo zaino. La prima volta che l'ho guardato negli occhi è stato per capire che approccio dovevo usare per fargli capire come sono. O come ero.Nessuno di noi due parla e si muove. Gli occhi di Harry si riempiono immediatamente di lacrime.
"Inizia ad interrogare mercoledì" dico fredda e faccio scorrere la sedia più vicino al muro.In soli sei mesi la mia vita è cambiata completamente. Mi asciugo velocemente una lacrima. Ora tutte le circostanze sono cambiate. Non mi prenderà per il polso prima di uscire da scuola. Non mi chiederà di uscire con lui, solamente per dimostrarmi che non è uno stupido. Sembra successo anni luce fa. Non mi riconosco più in quella persona e lo stesso vale per Harry.
"Shailene" dice qualcuno prendendomi un polso.
Oh, mio Dio, basta.
Mi giro e vedo Brian.
"Che c'è?" chiedo irritata.
"Sta sera?"
Mi mordo un labbro nervosamente.
"No, ho un impegno" mento.
"Okay, però poi io non ci sarò per dieci giorni, ho lo scambio con la Germania"
"Va bene. Ciao" dico gelida.
Sento un paio di occhi penetrarmi la nuca e non ho bisogno di girarmi per capire chi è.Spazio autrice
Scusate immensamente per il ritardo!
Spero sempre che vi piaccia.
Mi farebbe piacere se mi lasciaste un commento :)
All the love as always.
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Defenceless [H.S]
Fanfiction[...] Harry non sembra stupito. Non sembra nemmeno arrabbiato. Deluso, direi. "Poi?" incalza. "Poi cosa?" "Immagino che abbiate fatto sesso" "Io credo" "Credi?" "Non mi ricordo" "Non è possibile che nel momento in cui sei entrata in quella s...