Capitolo 24

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A parte la mattinata un po' tesa, il resto giorno passa tranquillo. Dopo pranzo scartiamo i regali e giochiamo a Risiko. Charlie è un vero genio in quel gioco e ovviamente vince.
"Vado un po' fuori" dico agli altri, lanciando un' occhiata ad Harry, nella speranza che mi segua.
"Harry puoi andare, finiamo noi qui" dice Emma, mettendo a posto la scatola.
Il riccio annuisce ed esce fuori con me.
E' esattamente come la ricordavo.
Le pareti di pietra chiara, le finestre ampie e l'enorme giardino curato. Quando dico enorme, intendo veramente enorme. C'è l'orto, la scuderia, il gazebo, un piccolo bosco e la serra. E' un posto da favola, letteralmente.
"Allora, sta andando abbastanza bene, no?" mi chiede.
"Sì, direi di sì"
Harry sospira. "Quello che hai detto sta mattina, lo credi davvero?"
"Intendi riguardo al fatto che stiamo insieme?"
Sorride. "Sì, quello"
"Mm, sì, non credo lo avrei detto, se non lo pensassi"
"Hai ragione"
Incrocio il mio braccio con il suo e mi appoggio alla sua spalla, mentre ci dirigiamo verso la baia.
"Quindi posso baciarti quando voglio?"
"Assolutamente no"
"Come no?"
"Non ti devi aspettare che cambi così velocemente" "Per me tutto questo è già tanto"
"Okay"
Arriviamo alla baia. La spiaggia è vasta e il Mare della Manica si estende davanti noi. Gli scogli sono neri, la sabbia sottile e bianca.
"Wow" sussurra Harry.
"Sapevo ti sarebbe piaciuto"
Mi vado a sedere su una roccia piatta e Harry mi raggiunge sedendosi dietro di me.
Io incrocio le gambe e lui mi attira più vicino a sé, poggiando il mento sulla mia spalla e cingendomi con le sue grandi braccia. Mi sento protetta, al sicuro. Un improvvisa leggerezza mi avvolge il cuore e io mi sento benissimo.
Passiamo due minuti così, abbracciati, gli uni agli altri.
Se uno di noi va via, l'altro crolla.
"Baciami" dico in un soffio.
Mi giro leggermente verso di lui. "Adesso"
Harry appoggia le labbra morbide sulle mie, muovendosi cauto. Mi mette una mano dietro la nuca e mi spinge verso di lui. Gli mordicchio il labbro e lui fa entrare la sua lingua nella mia bocca.
Ci muoviamo in contemporanea, come gli ingranaggi di un orologio minuziosamente oliato.
E' tutto perfetto, e potrei baciarlo per ore ed ore.
Mi giro completamente e mi siedo sulle sue gambe, mentre le nostre labbra si scontrano ancora.
"Dio, Harry" dico quando ci stacchiamo.
Lui annuisce e io muovo leggerete i fianchi per sistemarmi meglio.
"Shay... non... fare così..." sussurra a denti stretti.
"Così come?"
"Non ti muovere" dice piano.
Il suo sguardo cade in basso. Nel punto in cui io sono appoggiata su di lui, il suo pene, insomma. Guardo anch'io e capisco cosa intende.
"Oh, santo cielo! Mi dispiace, ecco... non l'ho fatto apposta" dico spostandomi dal rigonfiamento sospetto.
"Okay, ma non ti muovere così a meno che non siamo in letto, nudi"
Annuisco con le orecchie viola dall'imbarazzo. Harry mi sorride e intreccia le dita della sua mano con le mie.
"Mi sento bene" dice.
"Anch'io. Vorrei che restasse tutto così, per sempre"
"Da quando questo lato sdolcinato?"
Allargo gli occhi "Da quando ti ho conosciuto"
Harry sorride, con le fossette evidenti e gli occhi luminosi.
Mi alzo in piedi.
"Eh, no! Resta qui"
"Su, alzati"
Harry mi guarda torvo, ma si alza.
"Comunque quando ci siamo conosciuti non eri affatto così"
"Sì, lo so"
"Anzi, io direi che sei ancora un po' acida"
"So anche questo" dico sorridendo. "Mi hanno chiamato stronza, apatica, strana, gelida. Mi hanno detto che sono cambiata, che non ascolto, che sono bipolare, che il mio sguardo è distrutto. Ma non mi hanno mai chiesto il perché. Mai" "Ma va bene, non mi interessa di quello che pensa la gente. Loro non mi hanno mai conosciuta"
Harry mi guarda. "Tu, Madison e Niall siete un' eccezione" aggiungo.
Continua a guardami "Nemmeno io ti ho mai conosciuto, prima di questi quattro mesi"
"Sì, lo so. E credo che sia ancora più difficile volermi bene per quello che sono ora"
"Amarti"
"Eh?"
"Credo che sia ancora più difficile amarmi per quello che sono ora" ripete.
"Come vuoi" sospiro.
Saliamo su per una scaletta e torniamo indietro.
Vedo Harry che sorride in modo strano.
"Cosa c'è?" chiedo.
"Penso" dice lui.
"A cosa?"
Mi guarda malizioso. "Alla stessa cosa che pensavo ieri, dopo che mi hai fatto un succhiotto"
Il bacio in cortile. Come dimenticarlo.
"Quindi a cose da maniaco pervertito"
"Sì, sto pensando che ho proprio voglia di fare le cose sconce con te" dice ridacchiando.
"Le cose sconce!? Ma come parli!" dico ridendo.
"Sesso"
"Mm, così mi piace di più. Non mi fa ricordare che hai il cervello di un criceto"
"Acida"
"Criceto"
"Okay"
"Okay"
"Non vedo l'ora che sia notte" dice mentre rientriamo in casa.
"Sogna, sogna" sussurro, ma lui non mi sente.
Posiamo i cappotti e Renee mi chiede se può farmi una treccia.
"Certo" dico sedendomi sul tappeto.
La bambina inizia a pettinarmi, o meglio, a prendermi a spazzolate in testa.
"Stai scherzando vero?" dice Jennifer un po' troppo ad alta voce.
"Stai zitta" sussurra Charlie.
Non riesco più a sentire, ma vedo che parlano fitto fitto in un angola della stanza.
Dopo che Renee ha finito di tirarmi i capelli, mi alzo e raggiungo i miei fratelli.
"C'è qualcosa che non va?"
"Sì. Ma non posso dirtelo" dice lui. Ha questa fissa delle bugie, lui non le dice, non è capace.
"Charlie è gay" dice mia sorella.
"Jen!"
"No, non lo dico come insulto. Lui è gay veramente"
Non sono sconvolta. "Charlie?" dico girandomi verso di lui.
Lui mi guarda, ma non dice niente. Jen se ne va.
"La odio" sussurra lui.
"Posso?" chiedo alzando una mano verso mio fratello.
Lui annuisce così appoggio la mia mano sulla schiena e inizio ad accarezzarlo.
"Non capisco quale sia il problema" dico io.
Lui mi guarda con quei suoi occhi blu. "Shailene, non sono più un bambino. E le medicine e la terapia mi hanno aiutato ad essere più simile agli altri. Capisco che essere omosessuali è un problema. Capisco che avere la sindrome di Asperger, essere omosessuali e avere tredici anni è un enorme problema"
"Non ti è mai importato di cosa dicevano gli altri su di te. E così dev'essere in questo caso"
"E' difficile"
"Sarà sempre tutto difficile. A noi le cose facili non piacciono" dico sorridendo.
"Mamma e papà mi vogliono bene lo stesso?"
Oh santo Dio.
Lo guardo terrorizzata.
Non ha mai parlato con me dei nostri genitori, da quando sono morti.
"Che c'è?" chiede lui.
Sì, a volte questa cosa del suo non capire le emozioni, è sconveniente.
"Charlie, non hai mai parlato di loro con me" gli faccio notare.
"Ormai è tutto passato"
Sospiro. E' cresciuto tantissimo. "Sì, ti vorrebbero tanto bene. Come sempre"
"E tu?"
"Io ti vorrò per sempre bene"
"Okay" "Comunque... non odio Jen. Ma mi fa arrabbiare"
"Lo so che non la odi"
Charlie si allontana e sento che parla con mia sorella. Mi lascio andare su un divano per realizzare tutto.
"Tutto okay?" mi chiede Harry, con Renee sulle ginocchia che saltella.
"Ho appena scoperto che mio fratello è gay" dico guardando nel vuoto "E' solo tutto un po' strano"
Harry annuisce. "So che non c'entra nulla, ma anche Louis. Cioè, no. Lui è bisex"
Guardo il riccio "Non mi sono mai piaciute le persone monotone" ridacchio.








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Spazio autrice
Okay, spero che il capitolo vi piaccia :)
Il prossimo sarà un po'... piccante.
Lascio spazio all'immaginazione aha
Commentate e votate.

All the love xxx

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