8. Alive

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Ero appena tornata a casa.
Tra una decina di minuti circa avrei dovuto raggiungere gli altri in piscina da Josh.
Mi infilai uno skinny nero e una canottiera bianca che lasciava intravedere il reggiseno nero.
Indossai gli occhiali da sole, anche se di quest'ultimo non si vedeva nemmeno l'ombra.
Uscii di casa dirigendomi verso l'indirizzo che mi aveva scritto Josh.
Ci misi qualche minuto in più del previsto per trovare la casa.
«Ehi!» mi accolse un Matt in costume sorridente.
«Ciao Matt!» dissi ricambiando il suo sorriso.
«Mi dispiace che madre natura abbia deciso di farti visita proprio questa settimana. Che palle, ci saremmo divertiti di piú con anche te.» disse lui dispiaciuto.
«Non importa.» dissi ridendo della sua affermazione.
Mi guidò in un sentiero che portava al giardino sul retro di una grande casa, quella di Josh constatai.
La piscina era interrata e abbastanza grande.
Dedussi che i genitori di Josh non avessero grandi problemi economici per permettersi una villetta del genere con piscina.
«Sheilaaaaa.» disse Lydia vedendomi arrivare.
Mi abbracciò cospargendomi d'acqua.
«Lydia sei fradicia.» dissi staccandomi.
«Shilaaaa svestiti. Mica ti vorrai fare il bagno con i vestiti.» disse scoppiando a ridere istericamente.
«Okay, che cosa le avete dato?» chiesi a Josh.
«Ha solo bevuto un po', ma lei va giú subito. Tra una mezz'ora circa le passa.» disse Tyler.
Mi appoggiai su una delle sdraio sul bordo piscina.
«Oddio potrei addormentarmi.» dissi in preda ad un' attacco di stanchezza.
Chiusi gli occhi rilassandomi per qualche minuto.
Sentii qualcosa di freddo scivolarmi lungo tutto il viso.
«Stronzo!» urlai vedendo Tyler con una bottiglietta in mano.
«Come puoi disturbare il sonno di una fanciulla stanca?»
«Se vuoi ti do un bacio per riconciliarlo, come nella bella addormentata.» mi disse ridendo.
«Era per svegliarla, ma okay.» dissi io.
«Ciao.»
Mi girai verso la persona appena arrivata in giardino.
Ella era già sul bordo piscina.
Si tolse la maglia lunga che indossava e si buttò direttamente in piscina.
Aveva il corpo ricoperto per una buona parte di tatuaggi.
Probabilmente era l'unica che ne avesse qui, da quando avevo potuto notare.
Cominciarono ad arrivare pian piano anche gli altri e a divertirsi in piscina.
Mi sentivo davvero stanca.
Mi infilai gli auricolari e feci partire la musica.
Mi rilassai fino a cadare in uno stato di dormiveglia leggero.
Ad un certo punto sentii la musica interrompersi per sprigionarsi nell'aria.
Guardai confusa il mio cellulare è notai che Stan teneva tra le dita l'attaccatura degli auricolari.
«Cosa fai?» gli chiesi mentre gli Imagine Dragons risuonavano nel giardino.
«Non vuoi deliziarci dei tuoi gusti musicali?» chiese lui ovvio.
«Se ci tieni.»
«Mi aspettavo che ascoltassi Bieber. Loro spaccano.»
«Hai ragione.» disse Ella ridendo.
«Chiariamo che Justin Bieber è bravo intanto. E comunque ascolto vari generi musicali. Un po' di tutto.»
«Ha ragione, Justin Bieber è fantastico, quindi tacete tutti plebei.» disse Lydia mettendo su il broncio.
Scoppiai a ridere per la sua faccia.
«Torna ad ascoltare Justin Bieber allora, che è il cantante giusto per te.» disse Ella.
Lydia in risposta alzò il dito medio.
«Sheila, mi accompagni a prendere i cocktail che ho preparato prima?» mi chiese Lydia dirigendosi verso l'entrata della casa.
«Certo arrivo.» dissi seguendola.
La aiutai prendendo un vassoio e portandolo sul tavolo nel giardino.
Dopo un bel po' di drink la metá di noi era mezza sbronza, compresa me.
Ballavamo al ritmo di musica house collegata allo stereo di Josh, che aveva portato fuori per l'occasione.
Sentii delle braccia forti cingermi la vita da dietro.
Ridacchiai pronunciando qualcosa di incomprensibile girandomi.
«Tyler!» gli urlai in faccia come se non lo vedessi da anni.
«Sei splendida oggi.» disse biascicando mentre si muoveva goffamente al ritmo della musica.
«Sei carino anche da sbronzo.» dissi girandomi faccia a faccia con lui e mi avvicinai al suo viso.
Lo guardai qualche secondo e gli morsi il collo.
«Ahi, ma che fai?»
«Sono un vampiro!» dissi cominciando a gironzolare per il giardino.
Tyler si avvicinò nuovamente a me prendendomi per la vita.
«Facciamoci il bagno.» disse trascinandomi insieme a lui dentro l'acqua.
Restai sotto qualche secondo riemergendo subito per prendere fiato.
«Coglione lei ha le sue cose!» disse Lydia ridendo.
«Ti farà un bagno di sangue!» disse Josh che era quel messo peggio di tutti.
Sentii una mano trascinarmi per il braccio e aiutarmi ad alzarmi sul bordo piscina.
«Andiamo muoviti.»
Focalizzai lo sguardo sui capelli lunghi e neri e sui tatuaggi.
«Ciao Ella, dove mi porti?» dissi enfatizzando le ultime vocali e ridacchiando.
Non mi rispose ed entrò nella porta principale continuando a trascinarmi dietro di lei.
Salimmo le scale e percorremmo un lungo corridoio fino ad arrivare ad una porta che lei aprí facendomi cenno di entrare.
«Ti do qualcosa per cambiarti. Siamo in camera di Josh.»
«Che stanzetta graziosaa.» dissi osservando le varie foto appese al muro.
«Levati quei vestiti che sono fradici intanto, o dopo mi ammazza.»
Lanciò sul letto un pantaloncini da calcio continuando a frugare con la testa sepolta nell'armadio.
Mi spogliai rimanendo in intimo.
«Non so come rimediarti degli assorbenti sinceramente.» mi disse squadrandomi per qualche secondo.
«Ma io non ho il ciclo stupidina.» le dissi ridendo.
«Mi prendi per il culo?»
«No non lo farei mai. Ormai non ce l'ho quasi piú.» dissi buttandomi a peso morto sul letto, rattristandomi.
«Perché?» disse lei stendendosi affianco a me.
«Mh non mi piace la piscina, mi fa vergognare.» dissi mettendo il broncio.
«Ma di cosa?»
«Di tutto, non sono neanche del tutto guarita. Probabilmente non guarirò mai.»
Mi fissò di nuovo per qualche secondo.
«Bulimia?»
«Anoressia. Prima ero ancora piú brutta però, poi dei ragazzi mi hanno preso in giro e ho aperto gli occhi sai, mi sono guardata allo specchio e ho visto la realtà. Ero grassa. Non credo che questa sia una malattia. Io l'ho fatto per me stessa ma poi sono cambiate cosí tante cose.» dissi mentre mi lasciai scappare qualche lacrima che mi affrettai ad asciugare.
Non sapevo che cosa stavo facendo, mi sembrava di vedere ciò che dicevo dall'esterno senza poter decidere.
Mi accarezzò i capelli.
«Scusa, l'alcol mi fa dire cose di cui domani mi sarò pentita sicuramente. Puoi fare finta che io non abbia detto nulla?» dissi finendo di asciugarmi gli occhi.
«Certo.» annuì lei.
Sentii gli occhi pesanti e mi appoggiai al cuscino in preda ad un attacco di sonno.
«Grazie.» mugugnai prima che il mio cervello si addormentasse.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora