20. True friends...

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Aprii la porta silenziosa.
Mamma mi passò davanti senza degnarmi di uno sguardo.
«Sono così stanca che non ho voglia neanche di farti la predica guarda.» mi disse dall'altro capo della stanza.
«Mi ha chiamato tuo fratello.» aggiunse.
«Ah e che dice?» chiesi immaginando già il punto del discorso.
«Ha deciso che lascerà l'Università e tornerà a casa tra qualche settimana.»
«Ah. E tu come l'hai presa?»
«Non lo so davvero. So che sono felice del fatto che tornerà a casa, mi mancava, però ormai senza quel pezzo di carta dove andrà? »
«Mamma, Will è in gamba ed è un ragazzo pieno di risorse, potrebbe fare qualsiasi cosa.»
«Duduco dalla tua reazione che tu lo sapessi già.» disse raggiungendomi sull'uscio e guardandomi accusatoria.
«Mamma. Vuoi biasimarmi? Era giusto che fosse lui a dirtelo.»
«Lo so, lo so. Non te ne faccio una colpa. Ricordati della visita Mercoledì.»
Annuii per poi salire in camera.
Decisi di leggere i messaggi che avevo prontamente ignorato in queste ore.
Lydia: DEVO PARLARTI.
Tyler: Ehi, sei già sveglia?
Ignorai entrambi.
Volevo restare nel mio mondo ancora per un po'.
Presi il PC e riprodussi un album musicale a caso.
Entrai su Facebook notando qualche notifica.
Avevo due richieste di amicizia, una da Ella e l'altra da Jace.
Immediatamente mi arrivò una notifica.
Avevo una foto taggata.
L'aprii ritrovandomi un selfie che ritraeva El, Jace e me, fatto la sera prima e caricato da lei.
Era l'unica foto venuta decente e tutti e tre facevamo la linguaccia.
Sorrisi ripensandoci.
Scorsi la Home presa dalla noia, quando il mio telefono squillò.
Il nome di Lydia lampeggiava sullo schermo.
Alzai gli occhi al cielo ma mi sentii un po' in colpa e mi autorimproverai per quel gesto da bambina.
Presi il telefono e risposi.
«Ehi.» dissi solo.
«Ciao Sheila.»
Restai in silenzio per qualche secondo.
«Di cosa volevi parlarmi?»
«Dai Sheila, sai benissimo di che cosa ti voglio parlare, non mi piacciono i convenevoli. Sei andata via fattissima con Ella. Sentivo la puzza di marijuana quando eri ancora lontana. Ma sei fuori Sheila? Mi sembra che tu lo faccia apposta. Non è un gioco, ma tu stai giocando.»
«Senti Lydia, te lo dico una volta per tutte: adesso basta. Mi sono davvero rotta di queste frasi celate, questi finti indovinelli e sotterfugi. Basta! Sono grande e vaccinata e sta a me decidere e giudicare qualcuno. Oltretutto mi sembra tutta una grande presa per il culo, critichi lei per le canne ma Tyler che si fa è un bravo ragazzo, giusto? Secondo me tu giudichi troppo dalla copertina. Sii relativa una buona volta Lydia.»
«Prima di parlare a sproposito informati, faresti meglio. Poi non dirmi che non ti avevo avvertito.» disse arrabbiata staccando la linea.
«Vaffanculo! Sei tu che non me l'hai voluto dire!» urlai frustrata pur sapendo che lei non avrebbe potuto sentirmi.
Nel pomeriggio passai a prendere la chiave, anche se con mamma che aveva cacciato papà non mi sarebbe più servita a molto.
La sera Will mi chiamò.
Chiacchierammo per qualche decina di minuti.
Gli raccontai d litigio avvenuto tra me e Lydia e del fatto che poi non mi avesse nemmeno più cercato e lui mi diede ragione.
Gli raccontai anche del fatto di Brian ma non completamente, tralasciai tutto ciò che successe dopo.
Sarebbe arrivato tra due lunedì e io ero davvero contenta di ciò.
Dopo essermi fatta la doccia mi buttai direttamente a dormire, anche per recuperare il sonno perso durante il weekend.
Mi alzai di cattivo umore.
Ricordai solo che stavo facendo un bel sogno e che la sveglia lo aveva interrotto sul più bello, ma non ricordai cosa trattasse.
Mi vestii svegliatamente.
Stavo ritrovando un leggero appetito, soprattutto la mattina, perciò passando davanti un bar, mi fermai per prendere una ciambellina al cioccolato, che mangiai nei dieci minuti in cui arrivai a scuola.
Ero più in ritardo del solito ma la campana sarebbe comunque suonata tra qualche minuto. Tra la miriade di persone che erano ancora fuori passai noncurante davanti a Lydia che stava parlando con Tyler, Alexia e Liam.
Non avevo voglia di vederla, anzi, non avevo voglia di vedere nessuno di loro.
Mi ricordai anche di aver ignorato il messaggio di Tyler.
Sentii che mi guardavano perciò affrettai il passo e andai direttamente in classe, sedendomi comunque al mio solito posto.
La classe cominciò a riempirsi e le lezioni cominciarono, noiose come al solito.
Cercai comunque di stare attenta e fingermi interessata, sia perché dovevo e anche per non dover rivolgere la parola a nessuno.
Non ero una bambina ma ero molto orgogliosa e non mi piaceva come mi trattava. Era lei che avrebbe dovuto cercarmi.
Dopo cinque infinite e odiose ore mi diressi subito in mensa per evitare tutti.
Ero ferma sulla soglia da qualche istante non sapendo dove sedermi quando una mano che riconobbi subito mi prese per il braccio trascinandomi dietro di lei.
Mi accompagnò al tavolo dove si sedeva di solito.
«Sheila, loro sono Max e Joe, Rayla la conosci già.»
«Piacere.» disse Max mentre Joe mi sorrise.
Rayla mi guardò dall'alto in basso per poi tornare a rivolgersi al suo cibo.
«Ho visto che stamattina hai ignorato tutti, perciò ho deciso di venire in tuo aiuto salvandoti da una situazione imbarazzante. Amami.» disse fiera.
«Ora, racconta, con chi hai litigato e perché? Con Lydia scommetto.» disse scocciata.
«Già, mi ha fatto proprio incazzare, ma lasciamo stare guarda. Sticazzi proprio, faccia ciò che vuole.»
«Brava, non devi farti mettere i piedi in testa da nessuno. A meno che non sia io. Ovviamente scherzo!» disse ridendo particolarmente allegra.
«Io ti invidio per avere così tanta energia di Lunedì. Seriamente.»
«Mangia va, che i tuoi friends ti stanno fissando molto indiscretamente.»
Alzai lo sguardo incrociando cinque paia di occhi scrutarmi, per poi notare il mio sguardo e far finta di niente.
«Non guardarli! Fai il loro gioco. Fai finta di niente. Oggi vieni a trovarci?»
«A chi?» chiesi confusa.
«A me e Jacey, ovvio. Sono particolarmente annoiata di Lunedì.» disse facendomi l'occhiolino per poi scoppiare a ridere.
«Adesso faccio un esperimento, guarda e ammira.»
Cominciò a parlare di cose senza senso ridendo e accarezzandomi spesso il braccio. Ad un certo punto si avvicinò al mio orecchio bisbigliando sempre cose senza senso.
Non feci in tempo a guardarla confusa che sentii il rumore brusco di una sedia che veniva spostata e Lydia allontanarsi, seguita da Alexia.
«Dai non fare la stronza, sarà stata stronza ma non mi va di prendermi gioco di lei.»
«Dai, scherzavo su. È ora di tornare in classe, ti aspetto oggi pomeriggio. Ciao.»

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora