10. Cold Water

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Uscii dalla doccia molto piú rilassata, come al solito.
Perchè lo stronzo era dovuto venire a rompere il cazzo proprio ora che le cose stavano tornando ad andare bene?
Erano appena le sette e a quest'ora mi starei già preparando per andare a scuola.
Non pensai che mamma e papà sarebbero venuti a dirmi qualcosa se non fossi andata, mi sembrava ovvio.
Presi il mio cellulare è aprii WhatsApp trovando dei messaggi.
Lydia mi aveva scritto.
"Hey amo', mi sono appena svegliata, ho un mal di testa terribile hahah. Sto tornando a casa, ovviamente non vado a scuola. Tu? Non mi ricordo se eri ubriaca o no.❤"
"Ehiiii❤. No comunque non vado neppure io a scuola, ero messa come te ieri sera hahaha." le scrissi.
Vidi anche alcuni messaggi sul gruppo.
Josh: Raga, sto morendo. Ho la testa che esplode
Tyler: Idem, non me la sento piú.
Stan: Cazzomeneeee oggi é veneeeee.
Scoppai a ridere.
Vidi che avevo un nuovo messaggio da un'altra chat.
"Sei ancora troppo sbronza per uscire con me stasera? ;)" mi scrisse Tyler.
"No, hahah, ci sono." scrissi.
"Ti aspetto vampira. ;)"
"Cosa?" scrissi nuovamente, confusa.
"Niente, lascia stare. Poi ti spiego. A stasera, passo da te alle 8, lasciami l'indirizzo.x"
Gli lasciai l'indirizzo cercando di capire a che cosa si riferisse il suo messaggio.
Ci rinunciai poco dopo e decisi di chiamare Lydia.
Misi il vivavoce e presi una boccetta di smalto.
«Ciao Sheila.» mi rispose dopo il quarto squillo.
«Ehi, ti disturbo?»
«Nono figurati. Mi sono appena fatta una doccia, sono tornata a casa da poco. A proposito, dov'eri tu ieri sera? Non mi ricordo di averti piú visto.» mi chiese confusa.
«Lo so, ero salita per cambiarmi insieme ad Ella che mi ha accompagnato nella camera di Josh, ma poi mi sono addormentata.»
«Senti Sheila... Stai attenta con lei. Non é la persona che credi o che può sembrare. Lo dico per te.»
«Senti Lydia, sinceramente avevo già capito che tra te e lei non scorre buon sangue, o forse tra tutti voi e lei, cosa che non capisco. Gradirei che almeno sia informata se c'è qualcosa da sapere prima di essere avvertita inutilmente. Non posso avercela con una persona che non conosco neanche. Non voglio forzarti a dirmelo e tutto, però non voglio avvertimenti, ecco.»
«Capisco Sheila il discorso e te ne parlerò prima o poi, davvero, ma é una cosa complicata. Per ora non ti voglio mettere in mezzo.»
«Okay.» risposi tranquillamente.
«Sei pronta per stasera con Tyler?» disse lei con tono esaltato.
«Sí, sono un po' nervosa, ma sono pronta.»
«Quando ti vedrà perderà il fiato. Spero che almeno ti riempa di complimenti, cosí saprò che ne é valsa la pena.»
Risi a quell'affermazione.
«Speriamo bene. Comunque penso che in casa di Josh non mi farò piú vedere. Madonna che vergogna.»
«Perché cosa é successo? Racconta!» disse lei curiosa.
«Praticamente verso le 6 ci siamo svegliate e, pensando non ci fosse nessuno, siamo uscite per andare in giardino a prendere la roba per tornare a casa e abbiamo incrociato la mamma di Josh che ci ha guardate in un modo assurdo. Io poi ero in mutande perché avevo ancora il pantaloncino bagnato. Chissà che cazzo avrà pensato.» dissi coprendomi la faccia con le mani anche se sapevo che lei non avrebbe potuto vedermi.
«Vabbé dai, quella guarda male tutti, non farti paranoie. Me la ricordo la prima volta che l'ho incontrata, fece la stessa cosa.»
«Oddio.» esclamai solo, finendo di passare lo smalto sull'ultima unghia rimasta.
«Devo andare, mia madre mi chiama. Buona fortuna per stasera, mi raccomando, raccontami tutto poi.»
«Certo, grazie della chiacchierata. Ciao.» dissi staccando la chiamate.
Girovagai per la camera soffiando sulle unghie quando soffermai lo sguardo sul balcone.
Presi la chiave attaccata alla porta finestra appoggiandola sul comodino.
Appena avessi avuto un po' di tempo libero sarei andata a farla doppiare, cosí non avrei avuto piú problemi.
Tanto papà nel giro di due settimane sarebbe tornato a sbattersi le troie del suo lavoro di merda.
Non ero sicura di questa cosa ma quasi.
Non era possibile avere un lavoro che per due mesi non ti permetteva di tornare a casa dai tuoi figli.
Avevo un po' fame, non mangiavo dal pranzo di ieri e mi conveniva magiare un po' regolarmente in questi giorni, perché avevo la visita dal dottore la prossima settimana.
Sospirai seccata dalla situazione ma presi coraggio e dopo essermi infilata i calzini aprii la porta di camera mia, mettendo la testa fuori per sentire i rumori.
Non si sentiva nulla di particolare. Immaginai che mamma fosse andata al lavoro e che lo stronzo fosse in giro per qualche merdata.
Scesi le scale trovandolo seduto in cucina che beveva una tazza di caffé.
Feci finta di niente andando verso frigo e appoggiando sul tavolo una bottiglia di succo e dei biscotti.
Sperai non gli venisse la folle idea di parlare con me perché non ne avevo assolutamente voglia.
Tirai fuori il cellulare e cominciai a giocare mentre sorseggiavo il mio succo.
«Cos'é, hai deciso di non parlarmi piú?» chiese con il suo solito tono da presa per il culo.
Come non detto.
Lo ignorai continuando a tenere lo sguardo sul telefono.
«Brava, che atteggiamento da adulta. » disse battendo le mani.
«Beh, molto piú adulto costringere una persona a fare qualcosa che non vuole!» gli urlai contro non riuscendo a resistere.
«Non ti farò diventare una troietta che esce tutte le sere, che resterà incinta a diciassette anni e che abbandonerà la scuola diventando una casalinga depressa e disoccupata.»
«Ma che cazzo di discorso é? Scusa se non siamo tutti dei raccomandati come te!» dissi alzando le mani in segno di resa.
«Beh potresti esserlo anche tu. Potrei parlare con un sacco di persone, e farti diventare l'imprenditrice piú ricca del mondo solo muovendo un dito!»
«Bella roba! Lo capisci che non é quello che voglio? Non ci andrò e non diventerò un imprenditrice di merda come te, perché non me ne frega un cazzo e resterò a casa ad occuparmi della MIA FAMIGLIA!» esclamai enfatizzando quelle due parole.
«Cosa che tu non hai fatto.» aggiunsi lasciando la stanza.
«Non ti é mai mancato nulla!» mi urlò dietro.
«L'affetto!» urlai sbattendomi la porta di camera mia dietro le spalle.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora