35. Waiting for you

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Avevo messo a soqquadro l'intero guardaroba per trovare qualcosa che mi convincesse davvero per lei e finalmente ci ero riuscita.
Principalmente non avevo mai indossato quei vestiti e non sapevo nemmeno di averli nell'armadio, cosa che mi capitava abbastanza spesso.
Guardai soddisfatta con un sorrisino il completo.
Era perfetto.
Avevo optato per uno short terribilmente corto bianco, un top rosa aderente, che probabilmente avrebbe sottolineato le sue forme e delle décolleté dello stesso colore del top, non esageratamente alte.
Non avevo ancora capito bene lo stile di Ella ma ce la vedevo vestita così anche se probabilmente a lei non sarebbe piaciuto.
Era ancora primo pomeriggio perciò decisi di rilassarmi con un bagno.
Mi spogliai mentre le scrissi un messaggio nel caso fosse tornata dicendole che mi stavo semplicemente facendo un bagno.
Misi su un CD a caso nello stereo che dal bagno si sentiva abbastanza soffuso.
Immaginavo già che probabilmente mi sarei addormentata nella vasca, cosa che mi accadeva molto spesso, soprattutto quando ero leggermente stanca.
E così ovviamente fu.
Mi svegliai sentendo dei rumori.
Forse era passato più tempo del previsto, anche perché stavo gelando.
Mi alzai avvolgendo il mio corpo con un asciugamano e mi sporsi fuori dal bagno per controllare la camera.
«Ehi, sei tornata.» dissi cercando di trattenere le risate.
Stava guardando con aria abbastanza disgustata ciò che avrebbe dovuto indossare.
«Dimmi solo che scherzi.» proferì solo.
«Io? Dai, te la sei proprio cercata.»
Mi fulminò con lo sguardo per poi soffermarsi un attimo a fissarmi.
«Ti perdono solo perché hai solo l'asciugamano addosso e non potrei mai resistere.»
Si avvicinò lasciandomi un bacio poco casto.
Ricambiai per poi staccarmi.
«Che ore sono?» le chiesi curiosa.
«Le 18.26.»
«E a che ora arrivano tutti?»
«Boh credo dopo le 9.»
«Ah perfetto, dopo mi devo truccare, vestire e farmi i capelli. Devo fare una buona impressione sui tuoi amici.» dissi giocherellando con l'anello che portava nel dito medio.
«Fidati che passata la mezzanotte nessuno sarà tanto sobrio, te compresa.»
«E chi te lo dice?»
«Beh, è una festa.»
Alzai gli occhi al cielo anche se sapevo che ovviamente aveva ragione.
Per cena avevamo ordinato del take away cinese, cosa che adoravo.
Prima di prepararmi chiusi dentro la camera di mamma qualsiasi cosa come vasi, foto o cose importanti, perché sapevo che sarebbero finite male sennò.
Avevo intenzione di tenere chiuse a chiave tutte le stanze al piano di sopra perché tanto solo salone, cucina e volendo anche lo spiazzo fuori dalla porta vetrata erano abbastanza grandi da contenere tutti.
Sistemai il tavolo con tutti i bicchieri e gli alcolici per poi andarmi a preparare.
Guardai riluttante il completino intimo sul letto.
Col cazzo, io il tanga non me lo potevo davvero mettere, era troppo scomodo.
Decisi quindi di non metterlo direttamente, tanto indossavo la gonna. Sempre se quella si potesse proprio definire gonna.
Mi guardai allo specchio quasi imbarazzata per il modo in cui ero vestita.
Sembravo davvero una poco di buono.
Sbuffai andando a cercare Ella.
«El!» urlai chiamandola.
«Dimmi.» mi rispose dal bagno.
La raggiunsi guardandola.
«Fa vedere.»
«Ti sta da Dio.» aggiunsi poi osservandola attentamente.
«Sembro una fottuta principessa.» disse alzando gli occhi al cielo, mentre si faceva con cura l'eyeliner.
«Io cosa dovrei dire che sembro una puttana?» dissi ridendoci sopra.
«Ehi, zitta e non criticare i miei gusti magnifici.»
«Va bene sua maestà.»
Risi tornando in salone.
Il primo ad arrivare ovviamente fu Jace.
«Ma che figona, molto strong questo look.» mi disse salutandomi.
«Devi ancora vedere El.»
«Perchè sento di dover aver paura?»
«Perchè ne devi avere. Vuoi qualcosa da bere intanto?»
«Mmh. Dai per ora una birretta me la faccio.»
Proprio in quel momento scese anche Ella.
«Non. Dire. Nulla.» disse solo rivolta a Jace.
«Okay.» disse lui ridendo e alzando le mani in segno di resa.
Più tardi cominciarono ad arrivare alcuni amici di El.
Accolsimo tutti da brave padrone di casa.
Lei mi presentò come la sua ragazza e questo mi fece sorridere ogni qualvolta lei lo ripeteva.
Mi faceva uno strano effetto sentirglielo dire.
La gente stava cominciando ad essere abbastanza numerosa.
«Ti prendo qualcosa da bere?»
Le chiesi mentre stava parlando con un suo vecchio conoscente.
«Va bene.»
Mi avvicinai al tavolo sotto le note Di un remix dei Twenty One Pilots.
Feci un miscuglio di Vodka e Red Bull che poi avrei portato anche a lei.
Con la coda dell'occhio riconobbi Madison e Jackson entrare.
«Ehii, siete venuti.» dissi salutandoli entrambi.
«Ehi gnoccaaa. Stai da Dio vestita così. El dov'è che saluto anche lei?»
Gliela indicai seguendola per portagli da bere.
«Ehi El.» le disse abbracciandola.
Mentre chiacchieravano le porsi da bere.
«Arrivo tra un secondo.» sussurrai a El all'orecchio.
Mi diressi di nuovo tavolo riempiendomi un bicchiere colmo di Vodka e bevendolo tutto d'un sorso.
Tornai quindi da lei, che aveva finito di parlare con Madison.
«Come dici che sta andando?» le chiesi quasi urlando.
«Beh, sembrano tutti divertirsi quindi direi bene.» disse alzando le spalle, rivolgendomi poi un sorriso ampio.
Qualche bicchiere più tardi stavo ridendo con i suoi amici tatuatori che mi aveva appena presentato.
Erano davvero simpatici e mi facevano morire dalle risate, soprattutto quello di nome Ian.
Mi distrassi un attimo notando qualcuno entrare.
«El.» dissi stringendole il braccio per attirare la sua attenzione.
Seguì il mio sguardo notando Tyler entrare.
«Che cazzo ci fa 'sto stronzo qui?»
«Non lo so, ma ha sbagliato posto.» le dissi avviandomi verso di lui con un coraggio che non sapevo neppure io di avere.
«Scusa, non mi pare che tu sia stato invitato qui.» dissi indossando il sorriso più stronzo che possedevo.
«Beh, è una festa pubblica.» disse lui squadrandomi per poi mordersi il labbro inferiore.
«Non siamo in una discoteca, è fottutamente privata e tu sei un ospite indesiderato.»
«Non c'è bisogno che tu ti accanisca tesoro.»
«Puoi baciarmi il culo.» dissi girando i tacchi, decidendo di non curarmene.
Fanculo quello stronzo.
«Ehi.» disse Ella prendendomi per il braccio.
La guardai ancora abbastanza scocciata dalla vista di Tyler.
«Almeno diamogli qualcosa da vedere.» disse avvicinandomi, per poi cominciare a baciarmi.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora