37. It's all on you

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Corsi fuori dalla porta sperando che Will non fosse andato troppo lontano.
Le sue valigie erano ancora sistemate vicino all'anticamera dell'ingresso e la porta era aperta.
Non ero pronta a parlare con lui della situazione.
Mi ero sempre fidata al cento per cento ma questa era una situazione davvero diversa, non sapevo come l'avrebbe presa.
Lo trovai fuori seduto sul muretto di cemento che circondava la casa.
Gli posai una mano sulla spalla ma non si girò.
Volevo sedermi vicino a lui ma per via di quelle scarpe avevo paura di cadere perciò restai ferma sul posto.
«Senti Will...» pronunciai piano non sapendo cosa dire.
«Mi dispiace.» dissi finendo la frase lasciata in sospeso.
«Solo... Perché non me lo hai detto?» disse, mentre notai solo dopo la sigaretta che stava fumando.
Capii che probabilmente ci era rimasto davvero male.
Ci eravamo sempre raccontati tutto, fin da quando eravamo piccoli.
Io sapevo delle sue prime storie d'amore e delle sue prime esperienze e lui sapeva di tutto ciò che mi portavo dietro.
Compresi che questa volta lo avevo tagliato fuori, bloccata dalla paura.
«Non lo so, ero ansiosa, non sapevo neppure io cosa stavo provando, figuriamoci parlarne con qualcuno.»
Si girò guardandomi interrogativo.
«Sheila non mi interessa chi ti scopi, cioè, mi interessa ma a prescindere dal fatto che sia maschio o femmina, mi ha dato fastidio il fatto che tu non mi abbia detto che organizzavi una festa alle spalle di tutti, ma sì, pensandoci pure quello.
Sai quanto io odi essere all'oscuro delle cose.»
«Lo so, mi dispiace tanto.» dissi decidendo di non curarmi delle scarpe e sedendomi.
«Comunque ero venuto per farti una sorpresa. E anche perché mamma era ansiosa di lasciarti troppo a casa da sola, ha anche detto che ti sei fatta sentire poco in questi giorni e si è preoccupata.»
«Io sto bene, anzi, non sono mai stata più tranquilla che in questi giorni. El si prende cura di me.»
«Immagino.» disse facendo un sorriso malizioso e alzando ripetutamente le sopracciglia.
«Daii, hai capito in che senso.»
«Da quanto vi conoscete?»
«Da quando ho iniziato scuola, sarebbe la cugina di Lidya ma si odiano e... Insomma lunga storia.
Comunque è da davvero poco che stiamo provando questa cosa.»
«Lo dici come se stessi provando un gusto nuovo di gelato.» disse ridendo.
«Ma hai capito in che senso. È tutto molto nuovo per me. Non saprei in che altro modo descriverlo.»
«Lo immagino. Ma in ogni caso potrai raccontarmi tutto questo domani mattina davanti ad un buon the. Comunque con questo tuo look, all'inizio non ti avevo neanche riconosciuta.»
«Lunga storia anche questa, avrò tempo di raccontarti tutto comunque quindi tranquillo.»
«Dai, torniamo dentro, non vorrai mica far aspettare la tua ragazza per così tanto?» disse alzandosi in piedi.
Risi pensando a quanto mi fosse mancato il suo umorismo e lo seguii dentro.
«Le valigie e tutto le prenderemo direttamente più tardi o domani mattina, credo sia meglio.» dissi mentre ci riavvicinavamo al casino della festa.
«Ma l'idea della festa da dove ti è venuta?»
«Boh, così.»
Aprii la porta e fu come se fossi stata immediatamente catapultata in un'altra dimensione.
Probabilmente la festa stava degenerando leggermente.
C'era una tipa stesa sul tavolino dove precedentemente ballavamo io ed Ella, che si stava facendo sniffare dalla scollatura quella che era sicuramente coca da tre ragazzi su di giri.
C'erano persone che si appendevano alle tende a mo' di liane nella giungla.
Due ragazze si stavano strappando i capelli mentre dietro di loro due tipi stavano stavano combattendo tra loro usando gli sgabelli della cucina come spade.
«Mmh, Sheila...» disse solo Will in shock.
Decisi che non volevo vedere altro perché l'ansia mi avrebbe assalita a  pensare a ciò che sarebbe successo l'indomani e alle condizioni della casa.
«Devo trovare Ella.» dissi risvegliandomi dai miei pensieri.
Presi la mano a Will per evitare di perderci in mezzo alla gente che imperterrita non si levava nemmeno di mezzo.
Sbuffai scocciata odiando la sensazione della pelle sudata delle persone a contatto con la mia, mentre il mio stomaco si contorceva per un leggero languorino.
Ne approfittai mentre passavo dalla cucina per prendere qualcosa da bere da quel poco che era rimasto.
Sentivo la gola secca e la testa pesante.
Trovai finalmente Ella vicino alle scale per salire al piano di sopra che parlava con una ragazza dai capelli rossi.
Notai il suo sguardo confuso appena mi vide e capii che voleva spiegazioni per la mia brusca uscita di scena.
Aspettai a braccia conserte qualche secondo che congedasse la ragazza e le sorrisi molto fintamente quando si girò evitando di guardarmi negli occhi.
«Ehi, dov'eri finita?» disse avvicinandosi.
«È arrivato mio fratello Will per farmi una sorpresa.» dissi spostandomi, rivelando la sua figura.
Le feci capire con lo sguardo che ne avremmo parlato meglio dopo.
«Piacere di conoscerti.» disse lui, allungando la mano.
«Ciao, io sono Ella.» disse ricambiando.
«Vorrei poterti dire la tipica frase: "Mia sorella mi ha parlato molto di te." ma non lo ha fatto perciò mi ritrovo impreparato.» disse ridendo, guardandomi male.
«Idem, sapevo solo che esistevi.» esordì lei ridendo a sua volta.
Non capivo bene il perché ma la situazione sembrava un po' imbarazzante, anche perché una terza persona non era programmata in quella piccola 'vacanza'.
«Jace?» le chiesi spezzando il silenzio.
«Non so sinceramente, calcola che più tardi lo ha raggiunto pure Mike, quindi sapendo che io non c'ero saranno già a casa.»
«Comunque di là è il delirio, a che ora credi che finiranno?»
«Secondo me per le cinque minimo.» disse rassegnata.
«Will, immagino che sarai stanco dopo il viaggio. Vuoi mangiare qualcosa?»
«No, mi sono fermato in autogrill, se non ti dispiace andrei a dormire.
Ci pensi tu qui?»
«Certo, andrà tutto okay. Spero che riuscirai a dormire anche nonostante il casino. Notte.» dissi abbracciandolo.
«Buonanotte anche a te Ella.» disse sorridendo gentile.
«Notte.» disse ricambiando mentre lui saliva le scale.
Sentii la porta chiudersi anche nonostante tutto il rumore che proveniva dall'altra sala.
«Sono stanca morta e le scarpe mi fanno male. Non vedo l'ora che se ne vadano tutti. Cacciamoli fuori.»
Misi su in broncio, sedendomi sulle scale.
Lei si chinò per darmi un bacio a stampo sulle labbra.
«Povera la mia piccola Shey.»
Mi prese in braccio a mo' di sposa portandomi al secondo piano.
«Con la cosa dell'occhio vidi che la luce in camera di Will era già spenta.
Aprì la porta e la chiuse alle sue spalle con il piede, posandomi gentilmente sul letto.
Mi sfilò le trappole mortali, anche soprannominate scarpe e le appoggiò a lato del letto.
Mi guardò spostandomi un ciuffo dal viso.
Si alzò frugando nell'armadio, per poi uscirne con il pigiama.
«Cambiati dai, io torno giù ad occuparmi della festa.» disse lasciandomi un bacio sulla fronte.
Mi cambiai solo perché il vestito era super stretto e non volevo rischiare di morire soffocata, perciò mi ifilai semplicemente un paio di slip e una t-shirt lunga che avevo fregato ad Ella, mentre le calze per la poca voglia le lasciai, per poi buttarmi subito sul letto.
Volevo passare in bagno ma avevo paura di cosa potessi trovare.
Mi feci coraggio e mi alzai camminando verso l'unica stanza che ovviamente non avevo chiuso a chiave.
Bussai senza ricevere risposta perciò entrai tranquillamente trovando una coppia che si baciava appassionatamente mentre c'era un ragazzo che dormiva nella vasca.
«Fate con comodo eh, mi lavo i denti.» dissi tranquillamente mentre cominciavo a lavarmi i denti.
Dopo presi dalla mensola una salvietta struccante cominciando a rimuovere il trucco, sennò mi sarei svegliata in stile Joker.
«Buona notte.» mi disse il ragazzo ridendo quando me ne andai.
«Buona pomiciata.» dissi tornando in camera.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora