13. Stare male, sempre stesso motivo preciso

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«Grazie della serata Tyler.» dissi scendendo dalla macchina, lasciandogli un bacio sulla guancia.
Mi sorrise dolcemente ripartendo verso casa sua.
Inspirai l'aria fresca della notte ormai inoltrata e entrai in casa cercando di fare il meno rumore possibile.
Tutte le luci erano spente perciò per evitare intoppi accesi la torcia del mio cellulare e salii diretta le scale.
Era stata una serata strana.
Sentivo gli effetti dell'alcol abbandonare lentamente il mio corpo.
Avevo la testa davvero pesante. Andai a dormire senza neanche togliermi il vestito.

Mi svegliai con un grande mal di testa, erano appena le 8 del mattino.
Una cosa positiva della nuova scuola era che con i rientri non si faceva il sabato ed era una cosa che personalmente adoravo.
Restai nel letto ancora un po'.
Mi ricordavo quasi tutto della scorsa serata, non avevo bevuto come l'ultima volta.
Lydia sarebbe impazzita quando le avrei raccontato tutto.
Mi alzai spinta dalla sensazione di fame persistente.
Mi tolsi il vestito sostituendolo con una canotta e un pantaloncino da calcio e scesi le scale ancora un po' addormentata.
Trovai mamma e papà al tavolo che bevevano entrambi una tazza di caffè.
«Buongiorno tesoro.» mi disse mamma posando la bottiglia di succo davanti a me sulla tavola.
Lo stronzo si limitò a fissarmi.
«Ti sei divertita ieri sera?» mi chiese lei, probabilmente cercando di smorzare la tensione.
Non feci in tempo a rispondere che fui preceduta.
«Certo che si é divertita. Avrà scopato fino a farsela sfondare. Guardala, sembra una puttana dopo una notte si lavoro. Mi fai davvero schifo. Ti ha messa anche incinta?»
Rimasi ferita da quell'affermazione e dalla cattiveria con cui pronunciava quelle parole, ma cercai di non farlo notare.
«Oh caro papà, non sono come quelle zoccole che ti scopi tu, io e Tyler stiamo attenti e almeno io non mi scopo tutta le troiette con cui lavoro mentendo alla mia famiglia.» dissi tagliente.
Bastò un secondo per non farmi piú capire che cosa stesse succedendo.
Si alzò in piedi spingendomi contro il muro e mettendomi le mani al collo.
«Senti puttanella, mi sono stancato che tu mi manchi di rispetto. Non sei nessuno e non sai un cazzo.» disse stringendo le mani sempre piú forte intorno a me.
«Figlio di puttana.» sibilai con la poca aria che avevo nei polmoni.
Sentii un rumore strano.
«Fuori!» disse mia madre che aveva prontamente tirato fuori un coltello particolarmente tagliente dal cassetto e che ora glielo stava puntando.
«Tesoro...» disse lui allontanandosi da me.
«Vai fottutamente fuori da questa casa e non tornare mai piú!»
«Possiamo parlarne Anne. Se prima tu mettessi via...»
«Vai fuori prima che chiami la polizia!» urlò lei fuori di sé.
Uscí dalla porta principale sbattendola.
Ero ancora accasciata contro la parete abbastanza scioccata, tenendomi le mani sul collo.
«Tesoro mio, stai bene?» mi disse con tono preoccupato.
Annuii restando nella stessa posizione.
«Fammi vedere per favore.» disse spostandomi dolcemente le mani dal collo.
«Sali in camera e fatti una doccia tesoro.»
Annuii salendo le scale e fiondandomi in bagno.
Mi spogliai per poi guardarmi allo specchio.
Capii in quel momento a cosa si riferiva papà.
Avevo delle macchie violacee che partivano dal collo fino alla scollatura, ma a spiccare in quel bel quadretto c'erano i segni scuri intorno al mio collo.
Mi sentivo sporca e sbagliata.
Scacciai via tutte le mie preoccupazioni entrando nella doccia e rilassandomi completamente.
Non ci misi tanto tempo e uscii avvolgendomi un asciugamano attorno al corpo.
Mi sdraiai sul letto prendendo il cellulare.
Mi ritrovai una decina di messaggi da Lydia che mi chiedeva informazioni.
Decisi di chiamarla direttamente.
«Tu. Devi. Raccontarmi. Tutto.» disse scandendo bene ogni singola parola.
«Ciao anche a te Lydia.» dissi ridendo, anche se mi uscii uno stridulio strano.
«Tutto bene? Ti sento strana.» mi chiese lei.
«Sisi poi ti racconto.
Con Tyler é andato tutto bene. Siamo andati a cena e abbiamo bevuto un po' perciò siamo praticamente stati cacciati fuori dal locale.
Poi siamo andati a casa sua e dopo un buon bicchiere di vino chardonnay siamo finiti a baciarci.» dissi guardandomi lo smalto ancora lucente.
«Oh Dio davvero? E come é stato? Cioé, baciarlo intendo.» mi chiese curiosa.
«Sinceramente non so se sia stata colpa del vino o cosa, ma io non ho provato praticamente nulla se non eccitazione capisci?
Nel senso che ero attratta da lui e tutto ma é stata una cosa puramente fisica non ho provato niente di piú.»
«Sí capisco cosa intendi. Vabbé, magari non é il tuo tipo. Non devi starci insieme per forza e poi hai ancora tempo per giudicarlo meglio da sobria.»
«Sí, hai ragione, probabilmente é cosí. Saremmo finiti a fare sesso se non mi fossi fermata.» riflettei ad alta voce.
«Non pensavo sareste andati cosí oltre, roba scottante. Comunque stasera usciamo, ti ricordi vero? Andiamo in due macchine, Tyler poi si é offerto di passarti a prendere, insieme a me, Ella e Rayla. Gli altri salgono con Josh.» disse cercando di farmi tornare il sorriso.
«Sí mi ricordo tranquilla. Ma perché Tyler e Josh hanno già la macchina? Non devono dare l'esame quest'anno come tutti noi?»
«Tyler é stato bocciato mentre Josh é un anno piú grande.»
«Ah non lo sapevo. Vabbé dai, vado che devo chiamare Will, a dopo Lydia.» dissi mandandole un bacio.
«Ciao tesoro.» mi disse lei staccando la chiamata.
Decisi di chiamare subito Will per aggiornarlo.
«Ehi piccola. Come stai?» mi rispose al secondo squillo.
«Oltre che ho limonato quel ragazzo dell'appuntamento e che tuo padre mi ha messo le mani addosso? Beh direi tutto bene.» dissi sarcasticamente.
«Cosa? Lo ammazzo quel figlio di puttana!» disse urlando attraverso il telefono.
«Tranquillo, ci ha già pensato mamma, gli ha puntato un coltello addosso e lo ha sbattuto fuori di casa.»
«Cosa? Davvero?» mi rispose lui incredulo.
«Sí, finalmente. A te come é andato il rientro al campus?»
«Tutto bene, finirò questo semestre che ormai abbiamo già pagato e poi mollo. Non ho neanche piú il problema di doverlo dire a quello stronzo. Tanto non penso si farà piú vivo.
A proposito, hai baciato il cosiddetto amico al primo appuntamento?»
«Beh abbiamo bevuto un po' e siamo finiti per baciarci.»
«William!» sentii dire da un'altra voce.
«Arrivo!» disse lui a quella persona.
«Sheila, devo andare. Mi raccomando, se succede qualcosa con quel tipo voglio essere il primo a saperlo, GRAZIE. Sono geloso. Ci sentiamo.»
«Ciao Will.» dissi staccando anche quella chiamata.
Scesi le scale per pranzare ma trovai un post-it attaccato al frigo.
"Sono andata a parlare con dei signori perché voglio far cambiare le serrature, non starò via molto, la cena é in frigo, ti voglio bene."
Mi ricordai che anche io dovevo andare a fare doppiare la chiave del balcone, giusto per sicurezza.
Sapevo che mamma anche se non era come papà non mi avrebbe permesso di tornare tutti i giorni quando volevo.
Aveva anche lei un limite.
Salii in camera, indossai i miei vestiti e fui subito pronte per uscire.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora