23. I'm going through changes

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Mi svegliai stanca buttandomi direttamente nella doccia per riprendermi un po'.
Avevo dormito male, ero ancora sorpresa dall'avvenimento accaduto la sera precedente.
Ma era possibile che mi accadessero sfighe su sfighe?
Mi fermai davanti l'armadio fissandolo per qualche secondo.
Decisi di indossare degli short neri con delle calze a rete, accompagnati dalle Dr. Marteens nere. Misi un crop top sempre nero e anche un cardigan del medesimo colore, per sicurezza.
Il tempo non era ancora freddo dato che eravamo in ottobre, ma il fresco cominciava a farsi sentire.
Chiusi il cardigan per non fare sospettare troppo mamma e scesi le scale.
Probabilmente stava per andare a lavoro perché era vestita con l'uniforme.
Lavorava in ospedale come infermiera da tantissimo tempo ormai.
Faceva molti turni e questo la portava a stancarsi molto.
«Dove vai vestita così?» mi chiese fissandomi accusatoria mentre prendeva la borsa.
«A scuola. Volevo solo vestirmi in un modo un po' diverso dal solito.»
«Okay, devo andare. A dopo.»
Qualche minuto dopo sentii il campanello.
«Finalmente! Abbiamo aspettato che uscisse tua madre.» disse Jace entrando disinvolto.
«Ehi...» disse guardandomi Ella dall'alto in basso.
«Stai bene vestita così. Questo però aprilo che sennò mi sembri vecchia.» disse sbottonandomi il cardigan.
«Lo so, stavo aspettando che se ne andasse mamma.»
«Sei carina quando fai la brava ragazza.» aggiunse superandomi.
«Dobbiamo organizzare un piano.» disse Jace tirando fuori una sigaretta e accendendosela.
«Ma che fai!» dissi prendendogliela e spegnendogliela sotto al rubinetto.
«Cosa facciamo? Gli imbrattiamo casa o la macchina?» propose Ella.
«Dovremmo mandare qualcuno a picchiarlo. Tiriamo su un gruppetto e poi... Bam!» disse Jace esaltato.
«Voi siete due pazzi psicopatici.
Ma se mai dovessimo andare ad imbrattare casa sua voglio mettere del decolorante nel suo shampoo, sappiatelo.» aggiunsi ridendo seguita da loro.
«Dai vabbè, andiamo perché devo fumare.» disse Jace alzandosi in piedi.
Lo raggiunsimo entrambe in macchina.
«Ma dove andiamo poi?» chiesi curiosa.
«Al mare.» rispose lui accendendo la macchina in contemporanea con la sigaretta.
«Con questo tempo?»
«Fidati, ti piacerà. Noi lo facciamo molto spesso. Dobbiamo passare a prendere Rayla?» chiese rivolto a Ella.
Sperai di no. Sapevo di non piacerle e perciò lei non piaceva a me.
«No, ha detto che oggi non sarebbe venuta.»
Sospirai di sollievo.
«Okay, allora dobbiamo solo passare a prendere Micheal.»
Ella lo guardò muovendo le sopracciglia in modo imbarazzante.
«Avete già scopato?» chiese lei con disinvoltura.
«No, non ancora, spero presto porca troia. Mi sta facendo impazzire.»
«Merda, lui è bello, secondo me nel giro di una settimana, fidati...»
Mi imbarazzava un po' sentire parlare di queste cose proprio perché io non avevo mai fatto nulla e mi sentivo una bambina ingenua, ma era una delle tante cose che mi piaceva di loro, dicevano ciò che volevano dire sul momento, senza pensarci troppo.
Arrivammo davanti a casa del ragazzo e Jace scese suonando al suo campanello.
Un ragazzo moro uscii dalla casa sedendosi nel posto di fianco al guidatore.
«Ehi ciao El. Ciao, piacere, io sono Michael, ma puoi chiamarmi Mike. Tu sei?» disse rivolto a me.
Aveva dei bellissimi occhi azzurri.
«Sono Sheila.» dissi sorridendo amichevole.
«Di dove sei? Sei un'amica di El o Jace? Non esco con loro da tantissimo ma non ti avevo mai vista.»
«Ho cominciato da poco l'anno nella scuola di Ella e abbiamo avuto modo di conoscerci.»
«Oh, wow e per ora come ti stai trovando?»
«Abbastanza bene, a parte qualche inconveniente. Tu invece? Lavori?»
«Sí, faccio il barista part-time in centro. Mi piace, non lavoro neanche troppo e ho molti giorni liberi.»
«Che bello, sarebbe fighissimo fare la barista.»
«Se mai vorrai farlo, quando finisci la scuola chiamami che lo farò sapere al mio capo. El ha già un posto prenotato.» disse ridendo e facendole l'occhiolino.
«Ti piacerebbe.» rispose ridendo.
Continuammo a chiacchierare per un po'.
Michael era un ragazzo davvero simpatico e gentile.
Probabilmente Jace voleva mostrare sempre la sua facciata da duro ma quando erano soli si scioglieva perché quel ragazzo aveva davvero un'influenza positiva.
«Lasciamogli la loro privacy. Ti va di ascoltare un po' di musica?» bisbigliò al mio orecchio.
«Certo.»
La guardai scorrere tutte le sue canzoni per poi sceglierne precisamente una.
Si chiamava Follow you.
«Questa canzone è leggera ma la metto per prepararti a quelle più scream. Questa band è fantastica, uscirai da quest'auto con dei nuovi gusti musicali, sappilo.»
Ascoltammo musica per un bel po'.
Aveva dei gusti diversi da quelli di chiunque altro. Ascoltava questa musica molto rock che mi ricordava proprio la sua personalità.
All'inizio mi era sembrata strana è un po' inquietante ma ascoltando varie canzoni mi era davvero piaciuta.
Mi aveva fatto sentire varie band che non avevo mai sentito, tra cui Black Veil Brides, Bring Me the Horizon, Asking Alexandria e Pierce The Veil.
Dopo qualche altra canzone la mia testa cominciò a farsi davvero pesante e crollai in un sonno profondo accoccolandomi sulla sua spalla.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora