34. With You

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"Devo fare delle cose oggi pomeriggio prima della festa, quindi ci vediamo direttamente più tardi a casa. A dopo❤
P.s. Ti ho lasciato sul letto i vestiti per stasera. ;)"
Sorrisi pensando alla sua faccia probabilmente compiaciuta.
Era finalmente la fottuta quinta ora.
Mi stavo davvero rompendo e annoiando.
Finalmente, dopo poco la campanella suonò.
Per il secondo giorno di fila mi ero appropriata del banco di Rood, anche perché con Madison mi trovavo davvero bene e stare nelle prime file mi teneva lontana da Lydia e Tyler.
Uscii fuori insieme a lei, che mi salutò per poi seguire Jackson in direzione della sua macchina.
Avevo avuto modo di conoscere anche lui un po'.
All'apparenza sembrava stronzo ma era simpatico in realtà.
Avevo capito che tutto ciò che mi aveva raccontato Lydia era secondo i suoi criteri.
«Sheila.» sentii qualcuno pronunciare dietro di me mentre camminavo.
Mi fermai voltandomi, trovandomi davanti uno Stan quasi imbarazzato.
«Ehi.» dissi sorridendo lievemente per cercare di metterlo più a suo agio.
Alla fine lui non mi aveva fatto nulla di male, non volevo che sembrasse che ce l'avessi con lui.
«Come va?» mi chiese camminando al mio fianco.
«Tutto bene dai, tu?»
«A posto.»
Ci fu qualche istante di silenzio.
«Senti Sheila, mi dispiace davvero per tutto ciò che è successo in questo periodo.
Lo so che Lydia e Tyler non si sono mostrati proprio nel modo migliore ma...»
«Quindi tu non condividi ciò che hanno fatto?» lo interruppi.
«Ovviamente no Sheila. Sei libera di frequentare chi vuoi e sei ancor più libera di pretendere spiegazioni, ma questo è il loro modo di comportarsi.
Sai sono fatti così.
Lydia cerca di proteggerti e Tyler a sua volta prende le difese di Lydia ma non lo fa con cattiveria.»
Alzai gli occhi al cielo non trovando giusto il fatto che cercasse di giustificarli.
«Dai Stan, parliamo seriamente.
Si Sono comportati da veri stronzi e non ci sono giustificazioni.»
Sembrò rifletterci su ma mi sorprese invece con un'altra frase.
«Ma è vero che stai insieme a lei?»
Rimasi in silenzio per qualche secondo.
«Sí, qualcosa in contrario?»
Mi pentii di essermi rivolta a lui con un tono così maleducato.
Alla fine lui non c'entrava davvero nulla.
«Dai Sheila, parliamoci chiaro. È con me che stai parlando, sai che non sono io il problema.»
«Lydia lo sa?» chiesi non riuscendo a contenere la mia curiosità.
«Per ora no, ma le voci girano in fretta. Reagirà malissimo, lo so già.»
Mi venne da ridere a pensare a quanto fosse ridicola la situazione.
«Allora spero per lei che lo venga a sapere il più tardi possibile. Devo andare Stan. Ci si vede in giro.» dissi alzando la mano per salutarlo.
Mi avviai verso casa.
Mi sembrava strano da pensare ma in pochi giorni Ella era entrata nella mia quotidianità senza che me ne rendessi conto.
Fare la strada con lei, pranzare insieme, addormentarsi insieme.
Pranzai con il sorriso sulle labbra.
Ero di buonissimo umore e il clima prima di una festa mi piaceva sempre.
Entrai in camera sovrappensiero, levandomi gli scarponcini.
Il mio sguardo si posò sul letto.
Scoppiai a ridere di gusto.
Ma era seria?
Pensai che dovesse trattarsi di uno scherzo.
Tornai a fissare il completo adagiato con cura e ordine sul letto.
C'era un vestitino in lattice striminzito, accompagnato da delle calze a rete autoreggenti ed un reggiseno e un tanga di pizzo.
Le scarpe con il tacco erano il tocco di classe che mi avrebbero proprio fatto sembrare una ragazza da strada.
Probabilmente se fosse stata lei a vestirsi così le sarebbe stato bene nel complesso, per via del suo stile molto molto forte e più particolare, ma io sarei stata malissimo.
Sbuffai arrabbiata sapendo che lo aveva fatta apposta per provorcarmi, perciò decisi che avrei accettato il tutto ben volentieri, rispondendo però con qualcosa di altrettanto carino per lei.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora