24. Oltremare

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«Ehi... Bella addormentata...» sentii come in lontananza.
Aprii gli occhi ritrovandomi le labbra di Ella a qualche centimetro dal viso.
«È ora di svegliarsi.»
Mi accorsi che la macchina era ferma in un parcheggio vuoto circondato da vari alberi che facevano parte di una pineta.
Mi strofinai gli occhi.
«Devo baciarti per farti svegliare bella addormentata? Su, dai.»
Mi prese la mano aiutandomi ad alzarmi.
«Jace e Mike ci aspettano già sulla spiaggia, gli ho detto che li avrei raggiunti là dopo averti svegliato.»
La seguii lungo una sentiero che in pochi istanti ci portò alla spiaggia.
C'erano i ragazzi già seduti su un telo molto ampio.
«Ehi, ti sei svegliata finalmente. Comunque pensavo che potremmo passare la notte qui fino a domani mattina.»
«Shey domani ha la visita. A che ora?» disse rivolgendosi poi a me.
Mi meravigliai del fatto che se lo ricordasse.
«Alle 11.»
«Okay, allora partiamo per le 8.30 così portiamo loro e arriviamo a casa tua alle 10 circa e poi partiamo.»
«Okay. Chiedo a mamma ma penso che sia un sì.»
Mamma diventava sempre un po' più flessibile nel periodo delle visite perché sapeva quanto tutta la situazione mi avesse fatto soffrire e quanto anche il fatto di dover andare ogni mese circa a tener sotto controllo il mio peso mi facesse sentire diversa e sbagliata, perciò cercava sempre di farmi distrarre.
«Potevate dirmelo comunque che andavamo al mare che almeno non mi sarei vestita così. Volevo mettere i piedi nella sabbia.» dissi mettendo su il broncio e guardando le mie calze a rete stizzita.
«Dai, ti accompagno alla macchina, ti togli le calze e resti in pantaloncini, così puoi stare a piedi scalzi.»
«Sí andiamo!» dissi entusiasta.
In pochi minuti mi tolsi le calze che lasciai in macchina.
Ritornammo in spiaggia.
Vidi Jace armeggiare con qualcosa e solo in quel momento notai il borsone che era posizionato proprio a fianco a lui.
Aveva tirato fuori delle tazze e le stava riempiendo con un liquido marrone contenuto in una contenitore ermetico.
Cioccolata calda.
Sorrisi involontariamente.
La cioccolata calda mi ricordava l'inverno e le serate a berla con Will.
Mi mancava un sacco e non vedevo l'ora di rivederlo.
Ella era seduta di fianco a me è stava sorseggiando la cioccolata.
Mi sentivo davvero rilassata.
Mi alzai in piedi e mi avvicinai alla riva.
L'acqua gelata mi toccò le punte dei piedi.
Sentivo l'aria fresca del mare che mi scompigliava i capelli.
«Facciamo una passeggiata?» chiese Micheal guardando Jace.
Abbassò lo sguardo e si rivolse poi a noi.
«No io non ne ho voglia.» dissi rivolgendo un'occhiata a Ella e sperando dicesse lo stesso.
Volevo lasciarli soli per un po'.
«Io neppure, magari io e Shey cerchiamo un posto dove prendere del cibo. Mi pare di avere visto un bar in fondo alla strada, quella vicino alla rotonda.»
Jace sembró capire ciò che stava facendo Ella ma annuì lanciandole solo un'occhiata.
Mi sorrise complice mentre loro di avviarono dopo essersi tolti le scarpe.
«Esiste davvero il bar spero.»
«Sí per fortuna. Dobbiamo prendere il cibo sia per pranzo che per stasera.
E ovviamente anche l'alcol, dato che non credo che Jace in macchina ne abbia abbastanza.
Al massimo avrà una mezza bottiglia di Vodka.
Dobbiamo trovare un minimarket per quello, sennò ci dobbiamo accontentare di birre.»
«Okay, mi metto le scarpe e andiamo.»
«Andiamo in macchina?
«No dai, volendo possiamo andare anche a piedi, è qua vicino e camminare non ci farà male.»
«Va bene.» dissi seguendola lungo la stradina percorsa precedentemente.
«Per cosa ce l'hai la visita domani?» mi chiese mentre camminavamo.
Restai in silenzio per qualche istante.
«Ogni mese circa devo andare in clinica per tener sotto controllo il mio peso.» dissi alla fine.
In fondo lei era l'unica a saperlo quindi tanto valeva dirglielo direttamente, anche perché sarebbe venuta con me.
Mi guardò quasi comprensiva.
«Andrà tutto bene, ne sono sicura.» disse con tono rassicurante chiudendo il discorso.
Arrivammo finalmente davanti al bar nominato precedentemente.
Era abbastanza deserto, se non per qualche vecchio che ci guardò in modo alquanto strano.
Prendemmo molto cibo confezionato, tra cui vari tipi di patatine e qualcosa da bere.
Ella dovette insistere minuti con la barista per farsi vendere l'intera bottiglia di Vodka, pur di non farsi un chilometro a piedi fino al supermarket.
Uscimmo ridendo senza un motivo apparente, se non per la situazione e per i vecchi che continuavano a guardarci strano.
«Quei vecchi hanno continuato a fissarti finché non sei uscita!» disse continuando a ridere.
«Come fai a dire che guardavano me?» dissi fintamente offesa.
«Perchè hai delle gambe fighe e scoperte.»
«Guarderebbero comunque te perché sembri misteriosa.»
«Vorresti dire che non lo sono?»
«Ovvio che no. In fondo sei un'orsacchiotta tenerosa.» dissi strizzandogli le guance.
«Strizzami ancora le guance poi vediamo quanto sono tenerosa.» borbottò.
«Dai non te la prendere. Dico solo che secondo me la tua è una facciata. Ti mostri fredda e acida all'apparenza ma in realtà sei sensibile. Giusto?»
La guardai con aspettativa ma si limitò a scrollare le spalle.
«Pensala come vuoi.» aggiunse dopo.
Sorrisi alla sua reazione prevedibile.
«Hai fame?» chiese mentre camminavano.
«Non molta.»
«Beh, non mi interessa, mangiamo lo stesso perché io ho fame.»
Risi mentre lei mi prendeva per il polso trascinandomi in una tavola calda.
Ci avvicinammo al bancone e la osservai mentre scrutava con attenzione le paste esposte sotto il vetro.
«Che prendi?»
Assorta si girò verso di me.
«Ma io veramente...»
«Due cornetti, uno alla crema e l'altro al cioccolato.»
Alzai gli occhi al cielo mentre un sorriso spontaneo si faceva spazio sul mio viso.
«E anche due tazze di succo di arancia rossa. Ce le avete spero?» chiese ansiosa alla barista.
«Controllo.»
Si giró dando un occhiata alle varie bibite sul bancone.
«No solo arancia normale.»
«Allora due caffè.» disse porgendole i soldi con una punta di scocciatura che notai dal suo tono.
Ci sedemmo ad un tavolino fuori.
Lei mi porse il cornetto con il cioccolato cominciando a mangiare il suo.
«Come hai fatto a sapere che mi piace il cioccolato?»
«Perchè piace a tutti, ovvio.»
«Ma se tu hai scelto la crema!»
«Ma io sono strana, è normale.»
«Poi vorrei capire, chi beve succo di arancia rossa per fare colazione?» esclamai ridendo.
«Io! Come cazzo si fa a non avere il succo di arancia rossa, è fondamentale.»
Scossai la testa divertita mentre finivo il caffè.

Spazio autrice
Hi girlsssss.
Volevo ringraziarvi perché siamo arrivati a 1K!! Sono davvero felice, questa storia è nata da un'idea abbastanza confusa e pian piano sta prendendo forma.
Spero che continuiate a seguirla e che non vi deluda.
-Alice

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora