«Ehi...»
Sentii qualcuno scossarmi leggermente le spalle.
«Dai Shey svegliati, dobbiamo partire.»
Aprii gli occhi ancora assonnata.
Avevamo dormito quattro ore sì e no.
Eravamo restati svegli tutti fino all'alba, tra una chiacchierata e l'altra.
Non c'erano state domande o battutine su me e Ella da parte di Jace e Michael e ciò mi aveva lasciato piacevolmente sorpresa.
Avevo notato che Jace era una persona che prendeva molte cose sul ridere ma apprezzavo il fatto che avesse avuto l'accortezza di evitarlo notando la situazione.
Ritornai al mondo reale lasciando i miei pensieri.
Gli occhi scuri di Ella mi scrutavano come a provare a capire che cosa stessi pensando.
Mi strofinai gli occhi sbadigliando.
«Buongiorno.» cercai di sorridere anche se probabilmente mi uscii una smorfia strana.
«Stanca?» disse sorridendo a sua volta.
«Troppo.»
«Dai, al massimo dormirai in macchina.»
Sbadigliai per l'ennesima volta alzandomi.
Sitemammo tutto in una manciata di minuti e fummo pronti a partire.
Ella si sedette al posto del guidatore mentre Jace e Michael dietro.
Non ce la feci e crollai addormentata di nuovo.
Restai in uno stato di dormiveglia per quasi tutto il viaggio.
«Quindi?» sentii dire da Jace.
«Quindi cosa?» rispose Ella.
«Che è successo tra voi?»
Ci fu una pausa.
«Non lo so, ci siamo baciate e poi... È complicato.» sospirò lei.
«Ma tu le piaci.»
«Lo so Jace ma io non faccio per lei. E tu lo sai anche meglio di me. Lei non vuole darmi ascolto.»
«Se è lei a deciderlo perché dovresti impedirglielo?»
Stette in silenzio probabilmente concentrandosi sulla strada.
Il resto del viaggio fu silenzioso e nello stato in cui ero non mi accorsi neanche che Jace e Michael se ne erano già andati.
Aprii del tutto gli occhi per cercare di riprendermi.
«Ehi ce l'hai fatta.» disse probabilmente notando i miei movimenti.
Sorrisi vedendo quanto era raggiante, anche dopo aver dormito così poco.
«Senti, io non sono abituata. Non so neanche come fai a guidare sinceramente.»
«Anni si dura pratica.» disse facendomi l'occhiolino.
Notai che eravamo già nei pressi del mio quartiere.
«Sei pronta per la visita?»
«Ho un po' paura. Non so se sono stabile. Non mi piace mangiare e a volte mi scordo anche perciò spero vada tutto bene.»
«Non ti preoccupare, sono sicura che andrà bene.»
Mi prese la mano e la strinse.
Il contatto mi provocò brividi fino alla schiena.
Cercai di non fargli notare come reagivo al suo tocco cercando di stare il più tranquilla possibile.
Arrivammo a casa.
Presi le chiavi invitandola ad entrare.
La casa era vuota e silenziosa, segno che ovviamente mamma non c'era.
«Entra.» la invitai notandola ancora sulla soglia.
«Dai, ti aspetto qui mentre ti prepari.»
«Okay, se vuoi intanto siediti, insomma, fai quello che vuoi. Io cercherò di fare il più in fretta possibile.»
«Non ti preoccupare, fai con calma.» disse guardandosi intorno.
Salii le scale e andai in camera mia.
Scelsi i vestiti da mettere e andai in doccia.
Non riuscii a rilassarmi del tutto, ero ancora abbastanza tesa.
Non persi troppo tempo a truccarmi ma mi soffermai principalmente a coprire le assurde occhiaie che avevo.
Tornai di sotto dopo essermi vestita, cercando di mostrarmi rilassata.
La trovai ad osservare alcune foto su una mensola.
Probabilmente percepì la mia presenza perché si girò verso la mia direzione.
«Com'eri cucciola da piccola.» disse con una faccina intenerita che mi fece sorridere.
«Ora non lo sono?» la provocai ridendo.
«Diciamo che ti sei trasformata abbastanza bene.»
«Che vorresti dire?» chiesi avvicinandomi a lei.
«Nulla lascia stare. Andiamo dai.» disse ridendo anche lei prendendomi poi per il braccio.
La seguii fino a tornare in macchina.
Eravamo perfettamente in orario, come secondo ai piani.
Le diedi tutte le indicazioni per arrivare alla clinica che non era particolarmente lontana.
Non sapevo ancora bene come stava la situazione tra di noi ma speravo che con il tempo magari avrebbe imparato ad aprirsi di più con me.
In fin dei conti non la conoscevo molto bene, lei non mi aveva mai raccontato molto su di lei e sulla sua vita prima di arrivare qui.
Sapevo più cose Jace a momenti.
Scacciai questi pensieri dalla mia testa. Non volevo pensarci troppo.
Me ne avrebbe parlato quando si sarebbe sentita pronta.
La vidi collegare il cellulare allo stereo dell'auto, anche se non mancava troppo all'arrivo.
«Cosa ti va di sentire?» mi chiese distogliendo per qualche attimo lo sguardo dalla strada.
Mi passò il telefono.
«Mmh, non lo so. Immagino di non conoscere praticamente nessun brano tra quelli che ascolti tu, perciò opterei per una semplice riproduzione casuale.»
«Wow, facciamo decidere al caso.»
Partì una canzone lenta e ciò mi meravigliò abbastanza.
«Cambia please.» disse lei scocciata.
Passammo così quella decina di minuti, con lei che mi chiedeva quasi continuamente di cambiare e io che mi arrabbiavo.
Vidi quel grande e familiare edificio bianco.
Sentii la sua mano unirsi alla mia.
Le sorrisi mentre insieme entrammo.
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Wildfire (#Wattys2016)
RomancePer Sheila sta per iniziare una nuova vita, lontano dalla sua vecchia scuola, dalle sue vecchie conoscenze e lontano dal dolore. Una ragazza piena di ferite che nasconde con un sorriso. *** «Devi permettermi di aiutarti!» «Tu non puoi aiutarmi, non...