11. Good for you

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Mi stavo guardando allo specchio da una decina di minuti, per scovare anche la piú piccola imperfezione.

Il vestito mi cadeva morbido, fino a fermarsi un po' sopra alle ginocchia.
Avevo indossato un paio di tacchi neri per completare il tutto.
Sentii il suono del campanello perciò presi il cellulare infilandolo nella pochette
Scesi velocemente le scale rischiando di rompermi una caviglia.
Trovai mio padre già alla porta e cercai di origliare senza farmi notare troppo.
«Piacere signor Redds. Sono Tyler, sono qui perché stasera volevo portare sua figlia a cena.» disse in tono educato.
Indossava un jeans nero insieme ad una camicia bianca e a delle Converse bianche abbinate.
Sorrisi a quella vista, era davvero bellissimo.
«Certo, sono contento per lei, sembri proprio un bravo ragazzo.» disse con un tono sarcastico.
Decisi di intervenire per salvarlo da quella situazione.
«C'é qualche problema?» dissi fissando intensamente mio padre con tono di sfida.
«No, stavo conoscendo il tuo amico.» dissi seguendo il suo sguardo puntato su qualcosa.
Notai un morso abbastanza grande sul suo collo e trattenni a stento una risata.
«Ciao Tyler.» dissi avvicinandomi alle sue labbra e baciandolo in modo poco casto.
Si ritrovò per un attimo sorpreso, ma poi ricambiò.
Alungai le braccia intorno al suo collo e guidai la sua mano sul mio sedere stringendogliela, con un sorriso compiaciuto.
Sapevo che era cosí senza palle da non avere il coraggio di farmi una scenata davanti a lui.
Dopo quello che aveva detto volevo dargli fastidio ai livelli massimi.
Mi staccai da lui mentre mi sistemavo il vestito.
«Andiamo?» gli chiesi.
«Certo. Arrivederci signore.» disse lui mentre le sue gote si tingevano leggermente di rosso.
«Ciao Papi.» dissi io fintamente.
Arrivammo alla sua macchina.
Dopo avermi aperto la portiera entrò anche lui.
«Scusa per questo. Volevo solo farlo incazzare. É uno stronzo.
Non ti sto usando per questo o altro, solo che...»
«Stai tranquilla, se vuoi puoi farlo anche piú spesso.» mi interruppe facendomi l'occhiolino.
Arrossii lusingata.
«Non che comunque tu volessi fargli una chissà quale grande impressione. Ti sei presentato con un morso gigantesco sul collo.» esclamai ridendo.
«Non pensavo fosse un problema. Sai chi me l'ha fatto questo?» chiese guardandomi con un sopracciglio alzato.
«Cosa? No, non sono stata io.»
«Oh sí, Sheila, dicevi di essere un vampiro!»
«No, non ci credo.» dissi coprendomi il volto imbarazzata.
«Mi dispiace.» aggiunsi.
«A me no, per niente.»
Adoravo il fatto che Tyler non facesse nulla per nascondere che provava interesse verso di me.
Mi corteggiava ed era una cosa che non avevo mai provato.
Il viaggio fu brevissimo. Ci fermammo in un ristorante in centro.
Lydia alla fine mi aveva avvertito che mi avrebbe portato qui per fortuna, cosí mi ero vestita elegante.
Mi aprí la portiera per la seconda volta, un gesto che trovai davvero carino.
«Grazie.» gli dissi mentre mi tendeva la mano.
Ci sedemmo in un tavolino abbastanza all'angolo, che aveva prenotato per noi.
Sopra c'era un vaso con due rose rosse e i menù erano già davanti a noi.
Una cosa era certa: Tyler sapeva come trattare una ragazza.
«Che cosa prendi?» mi chiese lui mentre era intento a leggere il menú.
«Non lo so, non sono mai venuta qui. Quello che prendi tu andrà bene.» dissi leggendo i vari nomi delle pietanze.
Una cameriera si avvicinò a noi.
«Buonasera, volete ordinare?»
«Sí, prendiamo due piatti di salmone affumicato insieme alla crema di gamberi, due piatti di spaghetti ai frutti di mare, due piatti del giorno e due crême Brulé.» disse lasciandogli il menú.
«E da bere?» disse lei.
«Una bottiglia di Champagne.» concluse mentre la cameriera lasciava il nostro tavolo.
«Mi piace questo posto, é davvero accogliente.
Non lo conoscevo, di solito non giro in questa parte della città, ma solo vicino al centro.» dissi continuando a guardarmi intorno.
«Mi ci portava spesso mio padre, conosco il proprietario, sono brava persone.» disse mentre un uomo arrivava con in mano una bottiglia di Champagne.
«Buonasera Signori.» disse stappando la bottiglia di champagne e versandola nei nostri bicchieri.
Salutammo il signore in modo educato mentre se ne andava.
«Mio padre non ce lo aveva nemmeno il tempo di portarmici a cena.» dissi un po' malinconica ridendo senza nessun segno di divertimento.
«Non ci pensare, non roviniamoci la serata. Potrai dirmelo quando saremmo entrambi almeno brilli.» disse facendomi l'occhiolino.
«Non penso che berrò molto stasera.» dissi ridendo.
«A proposito, sei bellissima stasera. Mi ero scordato di fartelo notare perché mi hai slinguazzato spudoratamente davanti a tuo padre.» disse scoppiando a ridere.
«Dai, vuoi smetterla di rinfacciarmelo?» dissi arrosendo, tirandogli un pugno scherzoso sul braccio.
«Dai stavo scherzando. La smetto.»
Sorseggiai il mio bicchiere di champagne, che constatai essere davvero buono.
Cominciavano ad arrivare i piatti e lo champagne cominciava a fare un po' effetto, rilassandomi.
Le prime portate erano davvero buone.
«Mi piace.» dissi assanggiandolo.
«Anche tu.» disse lui, guardandomi negli occhi.
«Cosa?» domandai non capendo.
«Nulla.» mi disse rivolgendomi un sorriso mozzafiato e sorseggiando dal suo bicchiere.
Mi piaceva passare il tempo con lui, era un bel ragazzo, dolce e simpatico.
Speravo non ci fosse dietro una qualche tipo di fregatura.
Con me era sempre cosí, le cose belle non mi succedevano semplicemente per caso. Non era mai stato cosí.
«Vado un secondo in bagno.» dissi pulendomi la bocca con il tovagliolo.
Chiesi ad una cameriera dove fosse il bagno.
Avevo mangiato troppo ed eravamo solo al primo piatto.
Mi stava salendo tutto, non ero abituata a mangiare cosí tanto.
Mi guardai allo specchio cercando di calmare il mio stomaco, respirando profondamente.
«Signorina tutto bene?» disse la voce di una donna dietro di me.
«Sí certo, ho solo un po' di mal di pancia grazie.» dissi fingendo un sorriso.
Mi costrinsi mentalmente ad uscire.
"Puoi farcela." pensai tra me e me respirando a fondo ed uscendo dal bagno.
Tornai a sedermi al tavolo.
«Scusami, non mi sento benissimo.» dissi massaggiandomi la pancia.
«É per il cibo?» chiese lui preoccupato, con una punta di delusione.
«No, figurati. Anzi era tutto buonissimo.» dissi sorridendogli rassicurante mentre gli stringevo la mano.
La cameriera si avvicinò di nuovo per servici il secondo piatto.

Spazio autrice
Ciao a tutti, non mi sono molto fatta sentire nel corso di questa storia ma come potete vedere ultimamente sto aggiornando abbastanza spesso, proprio per approfittare del fatto che ho una decina di capitoli già pronti.
Stiamo cominciando ad entrare nel vivo della storia e mi piacerebbe sapere le vostre opinioni.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi in privato, sarò felice di rispondere a qualsiasi chiarimento.
Un bacione!♥

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora