27. Toxic

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Le nostre labbra si scontrarono in un bacio lento ma intenso.
Sentii le sue mani posarsi sulla mia schiena carezzandola dolcemente.
Avevo aspettato questo momento dalla prima volta in cui ci eravamo baciate per caso.
Mille pensieri vorticavano nella mia testa.
La sua lingua entrò in contatto con la mia e quella fu la fine.
Come se il mio cervello si fosse spento all'improvviso.
La avvicinai ancora di più.
Quel contatto mi faceva stare bene, nonostante il freddo, nonostante tutto.
Il calore venne interrotto bruscamente lasciando spazio ad un freddo glaciale.
«Sei ubriaca.» disse allontanandomi con tono severo per poi dirigersi verso la riva.
Restai lì ancora confusa seguendola con lo sguardo.
Mi accarezzai le labbra ricordando ancora la sensazione familiare delle sue labbra sulle mie.
Il freddo che provavo mi risvegliò da quello stato di trance.
Perché lo aveva fatto?
Aveva ricambiato il bacio, perché subito dopo rovinare tutto così?
Non ci eravamo allontanate troppo perciò arrivai abbastanza in fretta alla nostra posizione iniziale.
Jace mi guardò comprensivo come se sapesse già tutto ma ne dubitavo.
Lei era seduta con lo sguardo fisso, senza proferire parola.
Ero arrabbiata, sia con lei che con me stessa per essermi illusa.
Non gliene facevo neanche una colpa.
Solo per un secondo avevo pensato che avrebbe potuto funzionare.
Avevo probabilmente frainteso tutto.
Forse era l'alcol ad offuscarmi i sensi. O forse ero solo io.
Era caduto un silenzio imbarazzante.
Jace e Mike avevano capito che c'era qualcosa che non andava.
La vidi muoversi avvicinandosi al borsone.
Si avvicinò alla lampada e rollò  una canna.
Se l'accese continuando a fare come se non esistessi.
Arrabbiata presi la vodka sperando che l'alcol potesse farmi sparire dalla faccia della terra.
«Smettila.» disse lei prendendomela sgarbatamente di mano.
La guardai incredula per quel gesto perciò mi alzai arrabbiata.
Avevo bisogno di schiarirmi le idee.
Sentii dei passi leggeri dietro di me.
Continuai a camminare mentre lei si era posizionata al mio fianco.
«Si può sapere perché sei arrabbiata adesso?»
«Non saprei tu che dici?» dissi alquanto infastidita.
Sospirò guardandomi.
«Senti Shey, quello che ho detto lo pensavo: sei ubriaca e non riesci a controllare i tuoi gesti.»
«Ah quindi è così che mi vedi? Come un'alcolista anoressica del cazzo eh?»
«Sai che non inten...»
«Perchè ti riesce così difficile credere che qualcuno ti desideri accanto?» la interruppi.
«Come prego?»
Decisi di seguire il mio istinto e la baciai per la seconda volta.
Ricambiò con più passione e desiderio ma forse era solo una mia impressione.
Si staccò un'attimo accarezzandomi la guancia.
«Sheila, tu non sai in che cosa ti stai cacciando.»
«Senti, per me è nuovo tutto questo. Come credi che possa sentirmi? Non ho mai provato nulla di così lontanamente simile, soprattutto in così poco tempo. Credi che sia facile per me?!» mi ritrovai quasi ad urlargli contro.
«No! Proprio perché ci sono passata anche io, ti dico tutto ciò. Tanto più perché si tratta di me. Porca puttana Shey, io sono una stronza.
Sono lunatica, ferisco e allontano tutti.»
Prese un respiro profondo.
«Senti, io non ti voglio allontanare, soprattutto adesso. Dio solo sa quanto ho provato a starti lontana, soprattutto dalla prima volta che ti ho visto, perchè già lo sapevo che qualcosa sarebbe successo.
Ma poi eri con loro, con mia cugina e mi sembrava assurdo lasciarti lì, per quanto neanche io ti meritassi.
Perciò poi ho provato a conoscerti e tu eri lì, incasinata quasi quanto me, però andavi avanti.
Quando sei crollata a casa di Josh qualcosa si è spezzato. L'equilibrio che cercavo di mantenere è andato a farsi fottere e ho cominciato a lasciarmi andare e a lasciar correre tutto ciò, sperando maledettamente che tu non te ne accorgessi.
Perché cazzo credi che non abbia bevuto oggi, eh?
Volevo evitare di essere io ad essere ubriaca e a non controllare i miei gesti e rovinare tutto! Siamo l'opposto Sheila, ti rovinerei solo. E non voglio davvero farlo.»
Stetti in silenzio per qualche attimo.
Non sapevo bene cosa dire.
«Di' qualcosa.» disse lei, sembrando in ansia.
«Che cosa ti devo dire El? Eh? Spiegamelo! Mi stai fottutamente rifiutando trovando la scusa della diversità. E io cosa dovrei dirti? Gli opposti si attraggono uh?»
«Non ti sto rifiutando ma ti sto avvertendo!»
Mi posizionai davanti a lei fin quasi sfiorarla e mi avvicinanai al suo orecchio.
«Se io non volessi darti ascolto?» sussurrai.
«A tuo rischio e fottuto pericolo.» disse eliminando la distanza e baciandomi per l'ennesima volta in quella serata.
Se il mio cuore avesse potuto uscire dalla cassa toracica lo avrebbe fatto volentieri.

Spazio autrice
Holaaaaa. Spero che il capitolo vi piaccia. Ci tenevo anche a dedicare questo capitolo ad una ragazza super cuteeeeeee che legge questa storia perchè oggi è il suo compleanno quindi ancora tanti tanti auguri!!!! 

-Alice

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora