29. Armonia & Caos

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«Ciao Sheila. È un piacere rivederti. Come stai?» disse il dottore con gentilezza, mentre prendeva in mano una cartella, probabilmente la mia.
Era sempre stato super disponibile con me, fin da quando aveva iniziato a seguirmi, anche se ci teneva al fatto che non avessi anche delle piccole ricadute, perciò a volte diventava un po' più severo.
«Sto molto bene grazie. Tu?» dissi vedendo con la coda dell'occhio Ella muoversi sulla sedia al mio fianco, forse a disagio.
Le strinsi la mano nascosta dalla scrivania, come per rassicurarla, anche se ero più preoccupata e nervosa di lei.
«C'è sempre tanto lavoro qui, ma sto bene, grazie. Dunque...» disse concentrato sfogliando le varie pagine.
«L'ultima volta che ci siamo visti è stato prima dell'inizio della scuola. Come sta andando? Senti particolare pressione o stress? »
«Non credo.» risposi senza sapere davvero che cosa rispondere.
«Okay perfetto. Potresti andare sulla bilancia così ti peso?»
«Certo.»
Mi tolsi le scarpe e salii sopra la pedana pregando che andasse tutto bene.
«Vediamo... Hai perso ben 3.4 kg.» disse tornando a sedersi.
«Mi dispiace Sheila ma non va assolutamente bene. È un attimo che la situazione ti sfugga di mano. Stai prendendo gli integratori che ti avevo prescritto?»
Annuii cercando di sembrare convincente.
Sospirò seccato.
«Vuoi tornare a stare qui? Magari per un po' potrebbe farti bene per ristabilizzarti. Hai detto che la scuola non ti sta stressando.»
«Infatti è cosí!» dissi provata, cercando di difendermi.
«Sei sicura?»
Cominciò a digitare qualcosa sul computer.
«Sí davvero.»
«Guarda che puoi dirmelo, in quel caso potrei farti prescrivere degli asiolitici.»
«No, non ne ho proprio bisogno. E non voglio tornare qui.»
«Lo so, ma devi cercare di mangiare allora.»
Sospirai sapendo che aveva ragione.
Mi fece qualche altro esame di controllo.
«Comunque ti lascio un nuovo programma di dieta ipercalorica da seguire in questo mese, per provare almeno a riprendere ciò che hai perso. O in alternativa puoi provare le canne, decidi tu.» disse scherzando.
«Va bene.» dissi ridendo.
«E mi raccomando, prendi tutti gli integratori. Non vorrei sembrare scortese ma mi piacerebbe non vederti più qui. Ora vai.» disse sorridendomi, facendomi poi un segno con la mano.
Mi alzai dalla sedia seguita da lei, che mi sembrava particolarmente pensierosa.
Arrivammo in macchina.
Tornò a sedersi al posto del guidatore.
La visita era stata alquanto veloce perciò saremmo arrivate a casa per pranzo circa.
«El che hai?» le dissi fissandola.
«Nulla Shey... Non so... Sono preoccupata per te, per la tua salute. Non voglio che ti accada nulla di grave.»
«E non succederà.» la interruppi prendendole la mano e stringendogliela forte.
Volevo darle sicurezza.
Sapevo che non sarebbe successo nulla di grave, sapevo capire quando il mio corpo arrivava al limite.
Sapevo controllarmi.
«Hai ragione, forse sto esagerando io.»
«Non ti devi preoccupare di nulla.» dissi avvicinandomi, lasciandole un bacio a stampo.
«Dai, ora partiamo.»
Arrivammo davanti a casa mia in una manciata di minuti.
«Mmh, allora...» disse lei avvicinandosi, probabilmente per salutarmi.
«Ti va di entrare?» la interruppi.
«Va bene.» sorrise per poi parcheggiare lungo il muretto.
Mi seguii lungo il viottolo fino ad arrivare alla porta.
Notai la macchina di mamma parcheggiata in giardino.
Mi ritrovai abbastanza confusa.
Non avrebbe dovuto essere a casa a quest'ora.
«Che succede?» mi chiese probabilmente notando il mio sguardo.
«Nulla di che, solo che in teoria mamma non avrebbe dovuto essere a casa e mi chiedevo il perché invece ci fosse, tutto qui.»
Entrammo in casa notando un po' di disordine.
«Sheila sei tu?» sentii chiamare dall'altro lato della casa.
«Sí!» urlai per farmi sentire.
Udii dei passi farsi più vicini e poi la vidi.
«Finalmente sei arrivata, ho provato anche a chiamarti al telefono nel caso non saresti tornata in tempo ma non mi hai risposto.» disse guardandomi seccata.
«Ciao tu sei un'amica di Sheila?» disse rivolgendosi a Ella.
Non le diede tempo per rispondere che riprese a parlare.
«Sono proprio contenta che ci sia qualcuno con te adesso perché devo parlarti di una cosa. Ho avuto un'emergenza, la madre della mia amica di infanzia Elise, non so se ti ricordi di lei, è venuta a mancare stamattina e devo andare da lei per darle un po' di sostegno e per aiutarla con i preparativi del funerale e tutto il resto. Sai poi quanto erano legate, starà soffrendo un sacco. Poi tornerei comunque in tempo per andare in tribunale.» disse lei quasi in modo logorroico.
Si interruppe un attimo fissando il foglio che avevo in mano.
«Sheila fa vedere.» disse prendendo il piano alimentare.
«Quanti chili hai perso?» disse con tono triste.
«Non tanti mamma, quasi nulla in realtà, solo che il dottore si preoccupa troppo, lo sai come è fatto.»
Sospirò provata riprendendo a parlare.
«È proprio questo il problema Sheila. Non voglio lasciarti da sola per una settimana intera perché poi tu sei pigra, non hai voglia di farti da mangiare e non posso proprio, perciò l'alternativa è di portarti con me.»
«No mamma! Mangerò, davvero.» obbiettai contraria.
«Dici sempre così Sheila.»
Ci fu qualche istante di silenzio.
«Potrei restare io con lei. Cosí in due magari si sentirà anche piú tranquilla a lasciarla qui e non starà sola.» disse Ella alzando le spalle.
«Non lo so...» disse con aria pensierosa.
«Eddai, non ho bisogno della babysitter.»
Sospirò.
«Sai che ti dico invece? Credo che alla fine ti farebbe bene e sarebbe un'ottima idea.
Sono contenta che Sheila abbia finalmente conosciuto degli amici come te.» disse poi rivolgendosi a lei e abbracciandola.
Scoppiai quasi a ridere a quell'affermazione.
Mi sembrava tutto molto ironico.
Mia madre non era il tipo che si preoccupava delle apparenze, perciò non vedeva El come una cattiva ragazza, ma se avesse davvero saputo ciò che faceva...
Lei restò un attimo immobile per poi ricambiare.
«Non c'è problema.» disse sorridendole.
Fece avanti indietro raccattando cose a destra e a manca per poi tornare a rivolgersi a me.
«Ma quindi siete sicure? Ho quasi finito di preparare la valigia, tra una ventina di minuti parto. Ti ho appena lasciato dei soldi in camera per prendere il cibo e tutto ciò che ti serve. La tua amica può dormire nella stanza degli ospiti o anche con te se si sente più a suo agio dato che tanto hai il matrimoniale.»
Dopo mille altre raccomandazioni salì per prendere la valigia.
«Mi raccomando Sheila, per qualsiasi, e dico QUALSIASI cosa, non esitare a chiamarmi, ti risponderò subito.
Devo andare, non fate troppo bordello.» disse abbracciandomi e facendo l'occhiolino.
Restai sulla porta guardandola uscire.

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora