25. There Is a Hell, Believe Me, I've Seen It.

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Eravamo quasi arrivate di nuovo in spiaggia quando mi accorsi di una cosa.
«El ferma.» bisbigliai stoppandola con la mano.
«Che c'è?»
Le feci un cenno verso la spiaggia.
Jace e Micheal erano seduti sul telo e si stavano baciando.
«E allora?»
«Non possiamo interromperli! Rovineremmo l'atmosfera.»
«Ma quale atmosfera, tranquilla che non gliene frega se arriviamo.»
Alzai gli occhi al cielo e la seguii.
Li interruppe con poca grazia tirandogli addosso un pacco di patatine.
«Siamo tornate.» aggiunse.
«Ho notato.» disse Jace ridendo e tirandogli indietro la busta.
«Shey, non è che per caso abbiamo interrotto qualcosa?» disse lei sarcasticamente.
«Fottiti.» le rispose Jace ridendo.
«Piuttosto, hai portato del cibo decente donna?»
«Qualcosina. Noi ci siamo fermate al bar a fare colazione tanto.»
Gli fece la linguaccia che lui ricambiò con il dito medio.
Alzai gli occhi al cielo vedendoli punzecchiarsi come dei bambini.
Michael aveva uno sguardo divertito ma non perdeva neanche una mossa di Jace.
Mangiammo verso mezzogiorno.
Io non avevo molta fame per colpa della colazione fatta giusto qualche ora prima.
«Raga' serio, per quando programmiamo la vendetta contro lo stronzo? E cosa più importante, che facciamo?» esclamò Ella ad un certo punto.
«Dobbiamo creare un piano.
Gli riempiamo la casa di carta igienica?»
«Bella idea ma non solo quella, un po' banale. Dobbiamo fare tante cose insieme. Deve pagarla.
Un po' come in 'Città di Carta' dai, però dobbiamo essere più creativi e dobbiamo farlo un giorno in cui sappiamo che ha i genitori fuori città e va a qualche festa.» disse rivolgendosi a Jace.
«Niente di troppo esagerato perche potremmo finire nei casini.»
«Sheyla non fare sempre la cagasotto.» mi disse.
«E poi non denuncerebbe mai, non avrebbe le palle, anche perché non dobbiamo per forza essere stati noi, sta sul cazzo a molte persone.» aggiunse.
Vidi Jace tastarsi le tasche ed estrarre il pacchetto di sigarette.
«Volete?»
Lo porse verso di noi.
Accettai facendo per prenderne una.
Mi fermò schiaffeggiandomi la mano.
«Ehi, tu no.»
«Perchè?» esclamai arrabbiata.
«Perchè non voglio che prendi troppe brutte abitudini per colpa nostra. Già ci stiamo allargando.»
«Ma dai!»
Misi su il broncio mentre anche Ella si accendeva la sigaretta ridendo e Michael la rifiutava.
«Dai suuu! È come se fossi una sorellina minore, ti voglio proteggere. Sei l'unica intelligente tra noi insieme a Mike, non bruciare i tuoi neuroni.»
Continuai a tenere il broncio mentre lui ridendo mi avvolgeva le spalle in un mezzo abbraccio.
«Però dobbiamo creare una mega squad per poter lavorare meglio e distruggergli la casa più in fretta. Chiamiamo tutti i suoi nemici.»
«El mi fai paura, hai visto troppi film per i miei gusti.»
«Senti! Lui ha fatto il figlio di puttana quindi è giusto che la paghi al giusto prezzo.»
Continuammo a discutere per un po' quando Jace decise di appisolarsi.
«Come fai a dormire dopo mangiato?» gli chiesi incredula.
«Te l'ho già spiegato che devo dormire tanto per preservare la mia bellezza.»
Lo vidi poi sussurrare qualcosa a Michael e ridere.
Capii che sarebbero rimasti entrambi a dormicchiare.
«El passeggiamo?» le chiesi per paura di annoiarmi.
Aveva gli occhi grigi persi a guardare il mare.
Sembrò risvegliarsi e mi rispose annuendo.
Si tolse le scarpe che aveva rimesso per andare sulla strada e io feci lo stesso.
Restammo in silenzio qualche istante mentre cominciavano ad allontanarci dalla postazione iniziale.
«Sai, nessuno mi aveva mai portato al mare. Cioè, ci sono solo andata con i miei genitori poche volte, mai con amici. Era da un sacco che non ci venivo.» dissi come riflettendo ad alta voce, distratta dal vento che mi scompigliava i capelli e l'aria pulita che mi entrava nei polmoni.
«Io amo il mare. È come se mi sentissi a casa, soprattutto d'autunno o inverno che è sempre deserto e non c'é mai nessuno.»
«Guarda!»
Mi avvicinai alle onde che si fermavano alla spiaggia.
Raccolsi da terra una conchiglia bellissima.
«Non è stupenda?» dissi mostrandogliela.
Annuì sorridendomi.
Sentivo l'istinto di avvicinarmi a lei e prenderle la mano, come un meccanismo che scattava in me.
Lo respinsi prendendo una leggera distanza.
Non volevo finire per rovinare tutto.
«Ci sediamo un po' prima di tornare indietro?» mi disse lei con aspettativa.
«Ma sì dai, godiamoci questa passeggiata.»
Mi sedetti direttamente sul posto.
La presi per mano facendola sedere accanto a me.
Quel contatto sembrò rilassarmi in un istante e le nostre mani restarono unite senza troppo imbarazzo.
Sperai che per quanto fossi chiara non avesse capito che qualcosa in me si stava smuovendo.
Dovevo cercare di trattenermi perché rischiavo di capitare in una situazione simile a quella di Jace.
Avevo bisogno di chiarire almeno la situazione con me stessa prima di esternare qualcosa.
Non riuscii a trattenermi dal fissare le nostre mani ancora unite.
Mi staccai con grazia alzandole la manica della maglietta.
Mi soffermai su tutti quei tatuaggi volendoli analizzare uno per uno.
«Questo fu uno dei primi che feci.»
Indicò un punto un po' sotto all'avambraccio.
Era una rosa con un pugnale e una scritta sotto.
There is a hell, believe me, I've seen it. There is a heaven, let's keep it a secret.
«In realtà la scritta l'ho aggiunta circa un anno fa.»
«C'è un inferno, credimi, l'ho visto.
C'è un paradiso, manteniamo il segreto.» riflettei ad alta voce sovrappensiero.
«Sí lo so, detta così suona strana. La frase è della mia band preferita, quella che ti ho fatto ascoltare prima, ma tempo al tempo. Ti farò sentire tutte le loro canzoni prima o poi.»
Non feci troppe domande sul significato.
Salii con lo sguardo fino ad incontrare sulla spalla un disegno molto particolare.
C'era una mano che stringeva un cuore.
Era tutto molto realistico e ogni tatuaggio sembrava trovarsi al posto giusto.
«Non pensare che tutti i miei tatuaggi simboleggino per forza una qualche situazione della mia vita. Alcuni sono disegni che ho fatto io e che ho voluto semplicemente tatuarmi.» disse riabbassandosi la manica.
«Un giorno te li faccio vedere tutti.» aggiunse poi facendomi l'occhiolino.
«Mi sa che ci metteremo un bel po' allora.»
Mi sorrise.
«A te invece piacerebbe farti qualche tatuaggio?»
«Si forse qualcuno ma ci dovrei pensare molto su.»
«Quando vuoi se vuoi te lo disegno poi lo passo allo studio.»
«Quale studio?»
«A volte aiuto Jace nel suo studio di tatuaggi e piercing. Potrei passarglielo e poi fartelo fare.»
«Oh non lo sapevo. Deve essere un lavoro fighissimo.»
«Sí lo è. Poi impari tante cose. Questo per esempio me lo sono fatta da sola.»
Fece la linguaccia mostrandomi il piercing che aveva.
«Posso chiederti una cosa? Forse potrebbe essere una domanda stupida.»
Risi pensandoci.
«Dai spara.»
«Non ti da fastidio quando baci?»
«Come avrai potuto notare no.»
Mi diede una spallata scherzosa.
«Dai, parlando seriamente no, dopo un po' ci fai l'abitudine. Forse per i primi giorni è un po' strano e magari anche un po' doloroso ma poi passa se gli dai le giuste attenzioni. Un giorno vieni al negozio, così puoi vedere con i tuoi occhi come lavoriamo.»
Continuammo a parlare di queste cose per un altro po' per poi decidere di tornare indietro.

Spazio autrice
Ciao bimbi, sono Snitecs...
No okay, scherzo, ho le crisi di identità.
Lo so, è leggermente tardi per pubblicare ma anyway, ho quasi finito tutti i capitoli che avevo pronti (questi li ho dall'alba dei tempi) e sono un po' a corto di ispirazione, ma vi giuro che durante queste """"vacanze"""" cercherò di andare avanti il più possibile.
- Alice

Wildfire (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora