Non sapevo precisamente che ore fossero, sapevo solo che era tardi, molto e che mamma mi avrebbe ucciso per non averle scritto nulla.
Raccattai il telefono che avevo appoggiato sul pavimento durante il gioco e controllai l'ora.
3.25.
Sperai non fosse rimasta ad aspettarmi sveglia.
Le scrissi un messaggio giustificandomi con il fatto che WhatsApp non le avesse inviato nulla e le dissi che sarei rimasta a dormire da un'amica, preparandomi mentalmente alla sgridata che mi avrebbe fatto il giorno dopo.
Mi alzai dal divano raccogliendo qualche bottiglia sparsa qua e la cercando di fare un po' di ordine.
«Lascia stare domani sistemiamo.» mi disse Jace, ancora sul divano, in uno stato di trance.
«Resti a dormire qui vero?» mi chiese Ella mentre mi guardava con gli occhi socchiusi e rossi.
«Sí.» sospirai avvicinandomi e tendendole la mano per accompagnarla su in camera.
Mi seguì mentre io girovagavo un po' a caso in quella grande casa.
«Qual è camera tua?» le chiesi arrivata in un corridoio dove immaginai si trovassero le camere.
Mi fece strada verso una porta sulla destra e l'aprì.
«Questa.» disse mostrandosi una bella camera spaziosa con un letto matrimoniale, in tonalità opache.
Restai sulla porta mentre lei entrò.
«Che fai non vieni?» mi disse dopo essersi buttata su quel grande letto.
Tentennai un po'.
«Tanto abbiamo già dormito insieme, non è nulla di nuovo.» aggiunse mentre io entrai un po' a disagio.
Si tolse i vestiti sostituendoli con una maglietta a maniche corte, lunga fino alla cosce.
Mi squadrò per una manciata di secondi per poi chiedermi:
«Cosa vuoi che ti do? Una maglia? Una tuta?»
Mi guardò interrogativa mentre frugava nel suo armadio.
«Quel che vuoi, basta che sia comodo.»
Mi lanciò una maglietta larga ed un pantaloncino da calcio.
La ringraziai e mi cambiai sentendomi un po' a disagio.
Si sedette nuovamente sul letto guardandomi in modo strano.
«Mi puoi dire cosa hai fatto al collo? È da quando il fondotinta ha cominciato a sbiadirsi che me lo chiedo e non mi riferisco ai succhiotti.» disse preoccupata.
Sospirai sonoramente sedendomi sul letto, un po' distante da lei.
«Stamattina mio padre mi ha messo le mani addosso e mia madre lo ha cacciato di casa.» accennai senza soffermarmi troppo sui dettagli.
Stette in silenzio un po'.
«Che figlio di puttana, avrebbe potuto ucciderti!» disse incazzata.
«Lo so.» chiusi semplicemente chiudendo il discorso.
Non ne volevo parlare troppo, soprattutto perché ora se ne era andato e non avrebbe più potuto cercare di comandare la mia vita e quella di Will a bacchetta.
«Sei ancora ubriaca?»
«Un po'.» mi rispose con lo sguardo perso per la stanza.
«Perchè Kevin ha fatto lo stronzo?» le chiesi cercando il suo sguardo.
Non rispose, si limitò a guardare tutto tranne me.
Lasciai perdere capendo che tanto non avrei ricevuto una risposta.
Mi presi quel momento di silenzio per osservare meglio la camera.
Era perfettamente ordinata, quasi in modo maniacale.
Più che una camera sembrava una stanza qualsiasi degli ospiti.
Non c'era nessun tipo di oggetto che la rendesse personale, tranne che per il riconoscibile odore del profumo di Ella quando si varcava la soglia.
«Non sto quasi mai qui.» disse rispondendo come ad una tacita domanda.
«Come mai?» chiesi curiosa, mentre lei si allungò per spegnere la lampada di fianco al letto.
«Se te lo dico non ridi?» disse con la voce sottile che mi fece tenerezza.
«Promesso.» dissi porgendole il mignolo.
«Ho paura a dormire da sola, perciò solitamente dormo con Jace, solo che ora ci sei tu.»
Le strinsi la mano sorridendo intenerita, cercando di non darlo troppo a vedere e la avvolsi in un abbraccio, provando a prendere sonno, ma senza grande successo.
Quindi aveva anche lei un lato fragile.
Quella facciata forte e sicura di sé stessa, come la sua immagine dura, nascondevano una ragazza sensibile che magari si voleva semplicemente proteggere dal mondo esterno.
Sentivo la sua mano che mi stringeva, quasi come un orsacchiotto di peluche, mentre il suo fiato muoveva impercettibilmente i miei capelli.
Sentii le nostre mani ancora intrecciate e sorrisi inconsapevole.
Non sapevo cosa stesse accadendo, ma sapevo che non lo avrei di certo fermato.
Dopo un tempo che sembrò infinito mi addormentai cullata dal petto di Ella che si alzava e abbassava regolarmente e dai miei pensieri che formavano un groviglio nella mia testa.Spazio autrice
Ciao a tutti,
Spero che lo svolgimento della storia vi stia piacendo e vi auguro un buon ritorno (anche se probabilmente traumatico) a scuola! 💗
-Alice
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Wildfire (#Wattys2016)
RomancePer Sheila sta per iniziare una nuova vita, lontano dalla sua vecchia scuola, dalle sue vecchie conoscenze e lontano dal dolore. Una ragazza piena di ferite che nasconde con un sorriso. *** «Devi permettermi di aiutarti!» «Tu non puoi aiutarmi, non...