capitolo 36

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Dopo aver lasciato Charlie sotto casa mi dirigo verso la libreria,abbiamo mangiato in un bar con un panino e una coca cola.

Arrivo con un leggero anticipo,entro in negozio e saluto la signora alla cassa.

"Ciao,tu devi essere il ragazzo del turno pomeridiano,giusto?"

"si,piacere Louis" le porgo la mano in gesto educato,lei la stringe e ricambia il sorriso.

"Piacere,Sophie. Allora ti lascio la libreria e se hai bisogno di qualcosa il mio numero è scritto su questo post-it verde"

"grazie mille,ma come mai non c'eri ieri?"

"perchè ero ammalata"afferra la borsetta e si avvolge al collo una sciarpa di seta con dipinti in modo stilizzato dei fiori colorati.

Deve avere cinquant'anni massimo,se ne avesse di più,li porta davvero bene. I capelli cominciano ad essere brizzolati e due occhi grigi contornati da un leggero trucco verde sono ancora arzilli,le gote sono accese da quella che penso sia terra -dopo le infinite volte che  vado con Charlotte perchè deve comprare dei trucchi- rosa e le labbra tinte da un rossetto rosso.

La saluto con la mano e mi accomodo sulla sedia girevole di pelle nera.Tiro fuori dallo zaino un quaderno e il libro dei compiti di matematica,sono rimasto indietro per un mesetto,devo recuperare il tempo perso.

Quando sento la campanella sopra la porta del negozio suonare,alzo lo sguardo e incontro una bambina con due codini,le sorrido e la saluto.

"Hai bisogno?"

"si,vorrei comprare il piccolo principe,ce l'hai?"

"certo,vieni"le porgo il libro e lo batto alla cassa,lo metto in un sacchetto con sopra il logo della libreria e con dentro lo scontrino.

"Sono 10.50£" mi da  20,00£ e le porgo il resto,mi saluta gentilmente e le sorrido.

Verso le 17:00 ho già venduto una quindicina di libri e ho conosciuto allegre signore che volevano un consiglio su un ricettario;mi lancio di nuovo sui  compiti. Ho già fatto sei pagine quando la campanella suona di nuovo,ho  ancora un piccolo calcolo per finire l'espressione.

"Un secondo e arrivo" dico senza alzare lo sguardo dai libri.

"Louis"sorrido automaticamente,è venuto

"Luke sei riuscito a venire,mi fa piacere" alzo lo sguardo,appena i miei occhi incontrano i suoi il sorriso si spegne,non è Luke,è Harry.

"Sembra che tu abbia visto un fantasma. Vedo che ti sei sistemato" si guarda intorno con aria sprezzante.

"Co..cosa ci fai qui?" deglutisco mentre appoggio la matita sul tavolo.

"Non ti manco neanche un po'?" mi intrappola nel suo sguardo glaciale,riesco a leggere nei suoi occhi il disprezzo e l'odio che prova nei miei confronti.

"Come facevi a sapere che lavoro qui,di pomeriggio?"

"ho i miei informatori,piccolo"

"non chiamarmi piccolo"

"perchè no,piccolo?" si avvicina alla mia seggiola con passo felpato senza mai staccare gli occhi dai miei.

"Perchè non voglio"

"non ti è ancora entrato in quella piccola testolina che tu sei mio"

"io non sono tuo" arriva fino a toccare con le gambe la sedia mentre io mi alzo rimanendo bloccato tra la scrivania e il suo corpo atletico e muscoloso.

Il battito del cuore accellera per paura ma anche per un altro sentimento che non riesco a descrivere,sento una sensazione nel petto,è piacevole.

Mi è mancato davvero tanto e la sua vicinanza mi fa arrossire,non posso essermi innamorato di lui,eppure ho una voglia irrefrenabile di abbracciarlo,di stringerlo a me.

Abbasso lo sguardo per la vergogna dei miei pensieri,ho le gote tinte di rosso e non voglio farglielo notare.

"Non credi che sarebbe l'ora di tornare a casa?" mi alza il mento con due dita,posando il suo sguardo con insistenza su di me.

"No,sto bene qui" una luce simile al divertimento gli attraversa gli occhi facendo comparire sul suo viso un piccolo sorriso arrogante e cinico.

Afferra il mio telefono,ancora sbloccato,dalla scrivania per poi scrivere qualcosa.

"Cos'hai fatto?"

"mi sono mandato un messaggio" sorride con fare arrogante. Così ha il mio numero.

Più lo guardo e più mi rendo conto di quanto mi sia mancato,di quanto ho aspettato nelle fantasie questo momento,seppur non immaginandolo così.

I suoi lineamenti virili e allo stasso tempo delicati mi attraggono terribilmente,quei bellissimi occhi verdi e magnetici mi rendono vulnerabile davanti a lui,la sua presenza mi rende vulnerabile.

Mi accorgo di starlo fissando in silenzio senza aver risposto alla sua domanda grazie alla sua risata,si deve essere accorto dell'effetto che ha su di me perchè sembra divertito.

"Allora,mi rispondi?" mi stuzzica tracciando i contorni del mio viso con il pollice.

"C..os'hai detto?" sbatto le ciglia velocemente per risvegliarmi da questo trance cercando di sembrare meno ridicolo di quanto già non lo sia.

"Ho chiesto se ti sono mancato" incatena il suo sguardo nel mio impedendomi di distorglierlo.

"Me l'hai già chiesto" balbetto.

"Non hai risposto. Ti sono mancato?" sorride.

Si.

"No"

"il tuo sguardo tradisce le tue parole,piccolo Louis"

"non mi sei mancato"scandisco le parole il più possibile per convencerlo,ma invano.

"Diciamo così,piccolo" annuisce scuotendo la testa. "Ci vediamo in giro" mi da un piccolo bacio sul naso per poi incamminarsi verso l'uscita.

Il pensiero di lui che va via,lontano da me,mi stringe lo stomaco.

"Harry"sussurro.

"Dimmi" si gira per osservarmi.

Ho una voglia irrefrenabile di urlargli che mi è mancato,che amo le sue braccia intorno a me,il modo in cui mi cullava prima di addormentarmi,che mi sto innamorando di lui e in un attimo di follia lo faccio.

"Mi sei mancato e non ho paura di te"

"dovresti angelo,dovresti" sussurra con un sorriso dolce. Uno dei rari sorrisi dolci

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allora questa parte l'ho modificata leggermente nel senso che alla fine non gli dice che gli è mancato ma io non ce la facevo a non scriverlo,che versione volete????????

NON HO RILETTO


Nightmare(versione Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora