2 - esercizi

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Appena arrivato all'albergo mi fiondai nella mia camera e chiusi la porta a chiave con due mandate. Avevo un solo pensiero in testa: lo specchio. Non mi importava degli altri e della solita chieccherata -anche se in realtà parlava solo Niall e rideva da solo alle sue battute pessime- che facevamo prima di dormire.
Senza girarmi troppo i pollici andai andai al bagno sperando con tutto me stesso che ci fosse uno specchio intero. I ragazzi dovevano avermi fatto uno dei loro soliti scherzi di cattivo gusto -giusto per non dire parolaccie-,insomma,non potevo essere davvero ingrassato.
Quando tolsi definitivamente quell'attillatissima maglietta che amavo indossare perché risaltava il mio fisico e mi osservai bene la pancia notai per la prima volta come fosse gonfia e piena di rotolini di ciccia. I miei amici avevano ragione: ero grasso. Dovevo aver fatto un rumore davvero terribile con tutto quello schifo addosso,anche quella poveretta con cui avevo scopato avrà avuto orrore. Come fosse possibile che non me ne fossi accorto prima era un mistero, ero così evidentemente enorme. A guardare bene avevo anche le braccia grasse.
Con una mano schiacciai la pancia verso l'interno, ecco,era così che dovevo essere. Incentivato tolsi anche i pantaloni e abbassai lo sguardo sulle gambe. Grasso, c'era grasso ovuque, e anche delle righe rosse che si diramavano sull'esterno delle coscie. Una strana angoscia mi colpì, il mio fisico era l'unica cosa che mi piaceva di me stesso. Ed ora era rovinato. E poi che cazzo erano quelle cose rosse? Allungai una mano e provai a stringermi la coscia tra l'indice e pollice -ovviamente impossibile dato che solo le persone magre ci riuscivano ed io non ero una di quelle. Si formavano solo delle piccole fosse e la carne era tutta ondulata. Avendo una sorella fissata con la bellezza sapevo bene cos'era e che l'avevano solo le persone grasse. Cellulite. Ne ero pieno. Continuai a stringermi la coscia tra le mani per altri dieci minuti controllando quanto fosse grave la situazione poi notai che anche il sedere e i polpacci erano tutti ondulati e schifosi.
Mi venne quasi da piangere, già con la mia altezza e il mio sorriso terribile ero classificato come il più brutto del gruppo, se si fosse scoperto di quell'obrobrio mi avrebbero di certo mandato via e mi avrebbero odiato tutti.

Senza perdere tempo presi un tappetino trovato nell'armadio del bagno e lo stesi a terra,mi misi dei pantaloncini sportivi e una maglia malmessa e cominciai a fare esercizio. Dovevo dimagrire e amando troppo mangiare per smettere di farlo quello era l'unico modo, in più se avessi smesso di punto il bianco i ragazzi mi avrebbero preso in giro dicendo che avevo fatto bene perché ero grasso. Accesi la musica per non farmi sentire da Liam e Harry che avevano le stanze confinanti con la mia, Niall aveva ragione a dirmi che con quel corpo facevo casino. Grosso com'ero.
Cominciai col fare un pò di corsa sul posto poi passai agli addominali e agli squat,infine feci delle flessioni. In quaranta minuti avevo finito ed ero stravolto con la S maiuscola,erano secoli -da quando circa un anno prima Liam mi aveva obbligato a calci in culo a seguirlo mentre correva- che non facevo così tanto movimento di seguito. Tornai davanti allo specchio e mi osservai la pancia e le coscie. Il grasso continuava ad esserci,la cellulite pure, e anche quelle strane linee rosse.
Presi un bel respiro poi ritornai al tappetino e ricominciai da zero. Altri quaranta minuti mi avrebbero solo fatto bene. Dopo quelli mi riguardai allo specchio ma esclusi i kili di sudore ero uguale.
Quando,subito dopo la doccia, misi piede nelle coperte mi sentii a pezzi. Ero grasso,non avevo mai pensato di poterlo pensare ma lo ero. E mentre tiravo faticosamente su il lenzuolo mi rivennero in mente tutte le volte che mia mamma mi ammoniva sul mangiare meno e sul fare più sport, ripensai alla muta e ai pantaloni che mi andavano stretti,come diavolo avevo anche solo potuto pensare che fosse una cosa dovuta alla crescita? Già tanto se non avevano creato pagine anti Louis Tomlinson.
Anzi, le avevano create di sicuro, pagine intere che parlavano di me e dei miei difetti. Del mio grasso.
Presi il telefono e guardai l'oraraio sbiancando immediatamente, erano le fottute due di notte, i ragazzi si dovevano essere per forza accorti del rumore che avevo fatto e avrebbero di certo fatto domande. Dopotutto grasso com'ero era impossibile non sentirmi.
Rimisi a posto il telefono, avrei guardato le pagine la mattina dopo. In quel momento era meglio dormire. Forse mi ero immaginato tutto per la stanchezza.

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora