19- Colors

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Passarono due mesi, che furono praticamente perfetti. I ragazzi mi stavano sempre vicini, mi parlavano tanto, dicevano che mi volevano bene, che erano stati fortunati ad avermi conosciuto.
Ed io mi sentivo amato.

"Louisss, mi stai ascoltado?"- urlacchiò Harry tirandomi la testa all'indietro e portandosela praticamente sulle cosce.

Eravamo nella sua casa sua di Londra, sdraiati sul divano. Io messo per il lungo, lui invece con il corpo diretto verso la televisione, che trasmetteva programmi inutili o che, in ogni caso non stavamo ascoltando. Avevamo fatto tutto il pomeriggio su quel divano, in quella posizione. Harry con una mano tra i miei capelli che mi massaggiava la testa, parlando di come volesse dipingere le pareti della casa che avremmo comprato insieme, dopo quello che era successo infatti aveva detto che non si voleva più staccare da me, che ero troppo importante per lui e che non voleva rischiare che tutto ciò accadesse di nuovo. E così eccoci lì. Felici come non mai, uniti da un'amicizia indirtuggibile.

"Si Haz, ti sto ascoltando"- sbuffai.

Lui alzò un sopracciglio -"Si ,certo. Farò finta di crederci"- poi continuò il suo monologo riprendendo a farmi i grattini alla testa, che rimase poggiata alle sue cosce. Il suo calore sul capo mi rilassò, chiusi gli occhi cullandomi con il suono della sua voce. Troppo tempo non l'avevo sentita in passato, pensandoci era proprio vera la frase 'non capisci il valore delle cose finché non le perdi".

La verità era che sapevo perché in quel momento tutti si stavano comportando in quel modo gentile con me, stavo dimagrendo. Certo, per colpa del loro attaccamento improvviso ero obbligato sempre più spesso a mangiare, ed ogni giorno ingerivo almeno ottocento calorie, ma avevo comunque raggiunto i 52 kili.

Cinquantadue. La vocetta era sempre più felice, e così io. Dovevo solo scendere a quarantasei per essere perfetto. Certo, portavo sempre felpone o caldi pantaloni della tuta per il troppo freddo che sentivo, mi erano cresciuti moltissimi peli in più, mi venivano lividi per niente e i capelli erano rovinati, ma per il resto stavo benissimo.

Avevo perfino imparato a convivere con i giramenti di testa, non ci facevo quasi più nemmeno caso.

Andava tutto alla grande.

"Lou? Louis? Loueh ci sei? ti sei addormentato?"- chiese Harry dopo un po'. Io rimasi zitto, volevo vedere cosa avrebbe fatto o detto, e poi ero troppo rilassato per aprire gli occhi e parlare.

Improvvisamente sentii le sue dita che mi percorrevano piano le faccia, toccandomi gli occhi da sopra le palpebre, le guance, il profilo del naso. E infine le labbra, fu uno sfioramento leggerissimo e veloce, ma mi palpitò comunque il cuore. Amavo quando lo faceva mentre pensava che stessi dormemdo.

Poi la sua mano scese sul mio collo e lo accarezzò dolcemente. Mi tesi leggermente, non si era mai spinto lì prima, ma mi piaque. Il suo dimostrami affetto in generale mi piaceva, anche se avevo paura che avrebbe potuto sentire il grasso e abbandonarmi.

Rimase in quel punto davvero poco, poi si alzò e mi poggiò piano la testa sul divano. Pensai se ne fosse andato, ma l'improvviso tocco delle sue dita attorno al mio polso mi fece intendere il contrario.

"Dio Louis... come stai diventando magro."-sussurrò  pianissimo -"Perché lo fai?"- aggiunse, poi ritirò la mano e se ne andò. Sentii i suoi passi lungo il corridoio, seguiti da leggerissimi singhiozzi.

Se ne era accorto. Aveva notato il mio miglioramento, ma probabilmente non era ancora abbastanza, perché si sarebbe dovuto mettere a piangere altrimenti? In ogni caso mi venne  di alzarmi ed abbracciarlo stretto, di dirgli di attendere ancora solo pochi mesi perché fossi perfetto,ma non ce ne fu bisogno.

Di nuovo i suoi passi lungo il corridoio dopo pochissimi minuti. Si riseddete sul divano, mi rimise la testa sulle sue gambe.

Poi iniziò a canticchiare poggiando le sue mani  mie guance e muovendole a ritmo di musica.
"Cinque piccole papere
Andarono un giorno
Sopra la collina e più lontano ancora
La mamma papera disse
“Quack, quack, quack, quack.”
Ma solo quattro anatroccoli tornarono indietro
Un anatroccolo andò un girno
Sopra la collina e più lontano ancora
La mamma papera disse
“Quack, quack, quack, quack.”
Ma nessuno dei cinque anatroccoli tornò indietro.
La triste mamma papera andò
Sopra la collina e più lontano ancora
La mamma papera disse
“Quack, quack, quack, quack... "-

Io aprii gli occhi piano, facendo finta di essermi appena svegliato.
Harry sorrise e smise di cantare.

Ma-"Continua"- lo implorai.

Sbuffò -"Che pretenzioso, prima si addormenta mentre parlo, poi richiede che finisca di cantargli una filastrocca. Sai cosa Louis? Ora non ho più voglia"- rispose lui, atteggiandosi ironicamente offeso.

Io stetti al gioco -"Che amico di merda, lo dirò a Dio..."-

"Che non esiste"- mi interruppe lui.

"Pensala come vuoi, in ogni caso gli parlerò malissimo di te quando morirò. Altro che paradiso! Vai a trovare satanuccio caro tu!"-

Lui si rabbuiò per un secondo.

Bravo, con la tua battuta di merda hai rovinato il momento!

"Tu non morirai Louis. Capito? Smettila di dirlo."- disse serio, facendomi mettere seduto sul divano, i suoi occhi fissi nei miei.

"Ohhh, che palle! Era inteso, quando tra settant'anni morirò eccetera. Ora sto bene Haz, non serve che ti prendi male"- gli sorrisi. Mezza bugia.

"Va bene, comuque ho messo a bollire il the mentre dormivi. Ti va di berlo?"- chiese.

Io annuii, il the non conteneva calorie e dava molta energia. Era perfetto.

.

"Ma che cazz...! Harry ma ci hai messo zucchero e latte! Lo sai che lo preferisco liscio!"- urlai dopo appena il primo sorso.

"Ma se l'hai sempre preso così! Cinque cucchiaini di zucchero e latte. E poi non succede nulla se lo bevi anche così, è buono, mica merda"-

Potevo già vedermi più ingrassato anche solo al pensiero di bere quel the, ma Harry aveva notato che ero dimagrito di molto, e ,conoscendolo, sicuramente si era già iniziato a preoccupare, non potevo fargli vedere che effettivamente mangiavo poco o mi avrebbe obbligato a mangiare.
Così portai la tazza alle labbra e ce le puciai dentro fingendo di berlo.
Lui sembrò soddisfatto.

"Quindi. Mentre tu dormivi ho pensato, perché non fare sala principale e cucina open space azzurre, sala biliardo e videogames verde, sala cinema nera, camere degli ospiti bianche e bagni beige? Poi ognuno decide i colori per la sua camera e bagno personale."-

"Si..."-

"Non ti ricordi già più niente, vero? "-

"No"-borbottai umiliato, portandomi nuovamente la tazza alle labbra e usando lo stesso trucchetto di poco prima, ma quella volta, quando stavo per riappoggiarla sul tavolo, la feci accidentalmente rovesciare.

Harry mi guardò allibito per un secondo, probabilmente aveva capito la farsa. Poco importava, non aveva prove per accusarmi, ed io non avevo bevuto, quello era l'importante. Ma la sua espressione scioccata e leggermente delusa durò un secondo, poi scoppiò in una fragorosa risata. Ed io risi con lui, felice.

8-11-17
Alloora. I mei mi hanno ritirato il cellulare quindi non potrò usare wattpad spesso come prima, per ora cercherò di scrivere e rispondervi nei momenti in cui sono da sola a casa (ho scoperto dove lo nascondono, ha), mi dispiace.

E ora.

-QUANTO È JSVSJXBSOWBSIZJ FLICKER? AVETE CONZONI PREFERITE?

-E VOGLIAMO PARLARE DEL VIDEO DI KIWI? OMMIODIO IL SORRISETTO FINALE, LA SCENA CON I CUCCIOLI O QUANDO C'È HAZ IN GENERALE AGHHHHH.

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora