27- Cuore

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Guardai immobile e apatico lo schermo del televisore mentre milioni di pensieri mi continuavano ad affollare la testa.
Sentivo la pancia piena e gonfia e mi veniva il vomito. Come avevo potuto mangiare tutte quelle calorie? Come? Non andava affato bene, io non andavo bene. Facevo schifo, ero grasso, obeso, brutto, con i capelli ispidi, gli occhi flosci e noiosi, le gambe storte, il naso a patata e la voce stridula. Ero egoista, egocentrico, noioso, irascibile, stupido, idiota,  mi credevo divertente quando in realtà ero solo patetico. La gente provava pietà di me, per quello ero diventato "famoso".

E probabilmente ero anche gay, uno stupido frocio di merda che si eccitava a vedere dei ragazzi ballare. E trovavo bello il mio migliore amico, anzi non bello, io lo trovavo stupendo, magnifico, un angelo sceso in terra, una forza della natura, una creatura unica sia esteticamente che moralmente. Harry, una parola per dirne altre mille. Ma nè lui nè nessuno poteva assolutamente sapere niente, avrebbero sicuramente pensato che fingevo di essere gay solo per "rubare" la carica e le attenzioni di Harry.
D'improvviso una parte di me si riscosse e provò a dibattere che non ero gay e che pensavo quelle cose su Harry solo perché volevo essere come lui e prendevo semplicemente spunto, ma quella vocina flievole fu zittita immediatemente.

Abbassai lo sguardo sulla rotondità della mia pancia enorme e il senso di neusea acuì, sarei sicuramente ingrassato tantissimo il giorno dopo, dovevo obbligatoriamente fare attività fisica nel pomeriggio o la sera.
Senza aspettare afferrai la coperta dalla sponda del divano e provvedetti a nasconderci il mio corpo.

Tanto anche se lo nascondi non cambia niente, resti comunque il ciccione che ha mangiato 1076 calorie. Obeso!

Il film procedette nel silenzio più totale ed io spesso mi ritrovai ad uscire improvvisamente dai miei pensieri con lo sguardo puntato su Harry.
Lo osservai, sembrava felice con quel viso d'angelo adornato da un permanente sorrisetto e gli occhi che guardavano attenti la televisione. Un piccolo riccio gli continuava a cadere sulla fronte e lui ogni volta sbuffava e se lo spostava dietro le orecchie.

"Ora vi taglio a zero capelli di merda"- borbottò ad un certo punto tirandosieli in dietro con rabbia e stizzia.

Non osai ridacchiare e passò molto tempo prima che nella stanza ci fossero altri movimenti o suoni oltre al rumore delle bombe e delle granate che scoppiavano nello schermo.
Continuai a pensare e la mente mi portò all'opzione di uccidermi o di trasferirmi da qualche parte disperso nel mondo in modo che nessuno potesse trovarmi, ma accantonai subito quei pensieri, i ragazzi, soprattutto Harry, mi sarebbero ancati troppo.

Certo, ma a loro tu non mancheresti per nulla.

Non obiettai.

Un movimento improvviso mi svegliò da quello stato di immobilità, Harry si era alzato.
Quasi sperai venisse a sedersi vicino a me, ma lui procedette e salì su per le scale.
Guardai distrutto la sua figura sparire al piano superiore, se n'era andato via, lontano da me, la mia presenza gli aveva dato fastidio a tal punto da costringerlo a spostarsi in un'altra stanza senza nemmeno scusarsi o inventare scuse. Mi odiava. Lui per me era la persona più straordinaria di sempre, io per lui ero la peggiore, e questo mi torurava.

Puntai gli occhi sullo schermo cercando di distrarmi dall'enorme voglia di piangere che mi aveva pervaso, il mondo mi stava crollando addosso e nessuno se ne accorgeva, nessuno se ne fregava. Accucciai ancora di più le gambe al petto strizzando gli occhi per il dolore dei tagli e nascosi il viso nella coperta lasciando a malapena scoperti gli occhi. Il groppo alla gola aumentò proporzionalmente agli insulti che mi autoinfliggevo, mi stavo per alzare per andare in camera mia quando ritornarono i passi sulle scale. Harry.

Rimasi bloccato in quella posizione fingendo di star guardando il film, un'ondata di profumo mi pervase, il suo odore. Sempre più forte, più vicino, gli occhi che rimasero bloccati sulla tv mi bruciavano per il pianto trattenuto, poi il pezzo di divano vicino a me si abbassò sotto un peso improvviso.

Mi guardò sereno -"Ho freddo, posso stare sotto la coperta con te?"- e senza attendere la risposta alzò a stoffa e vi ci si infilò sotto.

Lo guardai in subbuglio per qualche secondo, scosso dalla sua vicinanza, mi sembravano passati secoli dall'ultima volta che i nostri corpi erano stati in contatto. Ed invece eccoci lì, spalla contro spalla e gambe contro gambe, pochi millimetri che ci separavano.
Passarono pochi minuti durante i quali mi sembrò di non respirare, poi Harry si girò verso di me, anche senza guardarlo potevo percepire il suo movimento, e allungò le sue possenti braccia stringendomi in un abbraccio.
Avevo gli occhi e la gola in fiamme.

"Ti voglio bene Lou"- sussurrò tra i miei capelli.

E l'incendio dilagò. Calde lacrime presero a scendermi per le guance senza che io potessi fare nulla per fermarle, le mie dita tremanti si aggraparono forti a lui in cerca di quella sicurezza che da mesi non avevo più, secchi singhiozzi mi uscirono dalla gola mentre continuavo a ripetere un' infinità di piccoli 'scusa'. Il suo odore mi invadeva i polmoni e agiva da ecstasy per il mio cervello, non capivo niente, solo che ero distrutto e che Harry mi voleva bene. A me. Allo stupido,grasso, brutto, noioso Louis Tomlinson.
Le sue braccia strinsero ancora di più la presa attorno al mio corpo e mi portarono vicino al suo. Potevo sentire il battito del suo cuore che batteva all'unioso del mio, i suoi respiri e i suoi sussurri nel mio orecchio.
Il mio pianto divenne più intenso e il mio corpo era completamente scosso dai singhiozzi e dai tremori. Stavo finalmente buttando fuori tutto quello che sentivo ed Harry stava raccogliendo i cocci di me tra le sue braccia. Non ero più solo e per quei momenti dimenticai tutto a partire dalla vocina al grasso, alla dieta, allo sport, a Josh, Nick, l'erezione, il tipo del bagno, l'odio di Zayn, l'indifferenza di tutti. Esisteva solo Harry. Harry. Harry.

Dalla sua bocca uscivano parole calde e calme che assieme al tocco delle sue dita sulla mia schiena mi tranquillizzarono, ma a nessuno dei due parve importare. Continuammo a stringerci, a stare abbracciati, a supportarci, a volerci bene per quelle che parvero ore, le sue mani ancora strette a me e il mio viso appoggiato sul suo cuore.
E fu così che ci svegliammo ore dopo.

Che ne pensate?
Sinceramente in questo momento anche io avrei bisogno di un Harry, ma c'est la vie e la vie est injuste (se qualcuno studia francese è libero di correggermi hahaha)

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora