12- Solitudine

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Appena finii di piangere mi alzai e mi detti una rapida occhiata allo specchio per sistemare un po' quella merda che era la mia faccia. Sciacquai il viso con dell'acqua, sperando che gli occhi perdessero il loro rossore, e cercai di riaggiustarmi il ciuffo che cedeva mollemente sulla fronte evidenziando le mie guance grasse. Ovviamente non riuscii a sistemarmi in nessuno dei due casi.

Perché non ti basta solo un po' d'acqua per renderti migliore, come minimo una liposuzione e una rinoplastica.
E una parrucca.

Annuii tristemente allo specchio, mi diedi un ultima 'sistemata' e finalmente uscii dal bagno.
Il viaggio di ritorno al tavolo fu nuovamente una tortura, questa volta peggiore perché alla fine non c'era la pace e la solitudine del bagno, ma solo i miei compagni di band e tantissimi ragazzi che mi guardavano schifati dalla pista da ballo.

"Ed eccolo che torna, cos'hai fatto in bagno per un' ora?"- rise Liam afferrando la sua giacca e iniziandosi ad alzare, seguito a ruota dagli altri. Io guardai Harry, preoccupato che lui potesse aver capito che il ragazzo al bagno ero io, ma lui non disse nulla nè mi guardò schifato, quindi tirai un leggerissimo sospiro di sollievo.

"Stavamo per andarcene e lasciarti qua"- aggiunse Liam sempre ridacchiando.

Lasciarti qua. Abbandonarti. Grassone.

Io tirai un sorriso tenedo però la testa bassa con la scusa di prendere il cappotto, gli occhi nuovamente lucidi.
Non vedevo l'ora di tornare a casa e fare un'altra sessione da 700 calorie sul tapis roulant. Sarei diventato magro per loro. Non gli avrei più dato motivo di abbandonarmi.

Nella macchina di Harry- io per sfortuna ero seduto davanti proprio accanto a lui- ci furono schiamazzi per tutto il viaggio, soprattutto commenti su come il riccio avesse attirato su di sé l'attenzione di tantissimi ragazzi. In particolare Niall ne parlò tantissimo, concentrandosi sul fatto che Harry fosse magicamente sparito per quasi un'ora con uno di loro, come un bambino quando scopre per la prima volta una cosa nuova, in questo caso il sesso gay. Non che prima non sapesse cosa fosse, solo che non ci aveva mai pensato ed in quel momento continuava a fare domande.

Io ovviamente non dissi una parola.

"Ragazzi accompagno ognuno a casa sua o volete passare anche la notte da me?"- chiese Harry girandosi verso di noi.

Pregai con tutto me stesso che gli altri dicessero di voler tornare a casa, dovevo assolutamente fare un po' di sport notturno.

E fortunatamente fu così.

"Perfetto, allora in ordine di vicinanza siete : Niall, Zayn, Liam e Louis. Giusto?"- Chiese iniziando a girare per le strade della città.

"In realtà io sono il terzo"- rimbeccò il biondo alzando un sopracciglio e allungandosi in avanti per tirare uno scalpellotto sulla testa del riccio, che tentò inutilmente di evitarlo .

"Si, si. Giusto, che idiota" rise piano Harry fermandosi ad un semaforo.

Io gli osservai le braccia magre e sode, desiderando ardentemente di averle anche io.

"Ma- "- iniziò Niall facendo lamentare tutti.

"Oh no, ecco che ricomincia!"-

"Haz ma non potevi dire solo a noi di essere gay?"-

Il biondo li fulminò e ,ignorando i commenti di Liam e Zayn,
continuò imperterrito.
"Se quando lo state facendo vi sdraiate uno sopra l'altro su un letto e vi..."-

Harry lo bloccò -"Ma a pensarci bene potrei sempre accompagnare Niall a casa per primo. A volte fa bene rompre gli schemi,no?"-

I miei amici risero sguainatamente facendo diventare Niall rosso. Io mi sentii sempre più di troppo. I ragazzi non mi parlavano praticamente più, nemmeno Harry che prima lo faceva sempre. Anche avvicinarsi a me era diventato un obbligo per loro. L'unica vera interazione con loro erano gli insulti di Zayn.

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora