44 - Svolte

7.7K 387 326
                                    

Chiamami, interrompimi, dimmi che ti passo per la testa.

Lentamente una sua mano si mosse lungo la mia schiena e si poggiò poi su un mio fianco. Mugolai nel bacio, deluso che non l'avesse messa sul sedere, ma un po' me l'aspettavo. Quello era uno dei miei punti più critici.
Era giusto che non volesse toccarmi proprio dov'ero più grasso.

Lui ridacchiò e portò la bocca sulla mia mandibola cantinuando a baciarmela e facendomi mugolare ancora, sta volta per l'apprezzamento. La sensazione improvvisa delle sue labbra sul mio collo poi mi fecero sentire le gambe molli e mi dovetti reggere a lui per qualche secondo.

In breve però iniziai a sentirmi in imbarazzo, impossibilitato di baciarlo non sapevo cosa fare o dove tenere le mani. Non sapevo se accarezzargli i capelli o se dover tenere le mani ferme sul suo collo. Non ero più abituato a baciare e per la prima volta nella mia vita desideravo farlo bene, perché Harry non era come le altre con cui ero stato e di cui non mi importava. Lui era fondamentale per me, non volevo deluderlo.

Così dopo poco lo staccai da me e gli dissi che sarebbe stato meglio raggiungere gli altri, così da non farli insospettire.

Il riccio concordò, ma parve fregarsene e mi riappoggiò al muro riprendendo a baciarmi.
Non avrei mai voluto rinunciare di nuovo alla sua lingua che giocava con la mia, ma la pressione della preoccupazione e la sensazione che la mia pancia stesse per brontolare mi costrinsero ad allontanarlo ancora.

"Harry noi dovremmo davvero andare"- cercai di convincerlo poggiando le mani lungo i suoi fianchi.

"Lo so, ma la tua bocca è come una calamita."- disse lui accerezzandomi la schiena da sopra la felpa. Sussultai appena la spostò davanti e mi toccò un taglio recente, ma lui non se ne accorse e continuò la sua avanzata fino al mio braccio.

Sorrisi ampiamente e sentii le farfalle nello stomaco dalla felicitá. Harry mi voleva. Desiderava me. Diceva che la mia bocca era la sua calamita.

Eppure il peso della realtá mi riportò alla razionalitá, e sempre sorridendo lo condussi fuori dal privè.

Uscimmo di nascosto, come le migliori spie, e sperai con tutto me stesso che nessuno ci avesse visti, poi andammo ad ordinare da bere, come avevamo detto ai nostri amici.

Io come sempre stetti dietro e mi potei godere la sua vista mentre camminava. Pensare che quel figo fosse effettivamente il mio ragazzo mi procurava brividi su tutta la spina dorsale.

Giunti al bacone arrivò subito in nostro servizio un cameriere piuttosto giovane e con lunghi capelli biondi ad incorniciargli il viso, che ci guardò amichevole.

"Amici, che vi preparo?"- chiese continuando a spostare lo sguardo da me ad Harry.

Rispose il riccio -"Fai due martini, tre guinnes, un sex on the beach e ... tu Louis cosa vuoi?"- chiese girandosi verso di me. Mi sentii a disagio. Non volevo nulla. Ognuno di quei drink conteneva numeri sproporzionati di calorie che io non volevo assolutamente assumere.

"Nulla grazie, voglio restare lucido sta sera."-

"Oh ma no Lou! Dobbiamo festeggiare!"- rimbeccò Harry alzando le sopracciglia in modo allusivo.

"Che bello, e cosa?"- si intromise il cameriere.

Fulminai Harry per quello che si era lasciato scappare, ma lui aveva già una risposta pronta -"L'essere a New York ovviamente."-

Il barista annuì un paio di volte e iniziò a preparare i vari drink, allontanandosi un po'.

Harry riportò a me le sue attenzioni -"Almeno un succo analcolico devi prenderlo, daai."-

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora