43- Ogni tua cosa

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I miss aroud with him, and I'm okay with this.

Lo fissai qualche secondo negli occhi, il tempo di vedereli diventare lucidi, e abbassai lo sguardo,sentendomi anch'io sul punto di piangere. Avevo sbagliato a dirgli la verità, era stato un fottuto errore. Lui probabilmente mi stava solo prendendo in giro.

Incurante del dolore strinsi con forza i tagli sulle gambe fino a sentirli sanguinare di nuovo nelle bende. Non potevo piangere davanti a lui. Non dopo la mia confessione. In quel momento mi sarei solo voluto alzare per poter scappare via, lontano dove nessuno potesse trovarmi o conoscere. Desideravo sparire.
Harry non aveva ancora detto nient'altro quando accavallai a disagio una gamba sull'altra.

La verità era che non avevo il coraggio di scappare, perché sapevo che comunque, in un modo o nell'altro, sarei comunque stato ritrovato. E a quel punto sarebbe stato un casino.

Lanciai uno sguardo di sfuggita verso la sua figura, ancora immobile.

Avevo fatto una cazzata.

Lui improvvisamente si schiarì la voce e iniziò a togliersi dei pelucchi dai pantaloni. Riuscivo a vedere quel movimento anche a testa abbassata.

"Io, ehm, noi. Insomma, tu hai detto... Perché anche io insomma, ehm, perché. Tu, tu lo pensi davvero?"- chiese incrementando i movimenti con la mano sui suoi jeans, ed io intanto lo feci in modo direttamente proporzionale con i bordi della mia felpa.

Non ebbi il coraggio di rispondere, non sapevo quale potesse essere la risposta giusta da dare. Volevo fidarmi di lui, cazzo, ma non potevo fare due volte l'errore di confessare quanto fossi disprezzabile. Non potevo ammettere ancora di essere gay, la vocina me lo urlava in tutti i modi. Io me lo urlavo in tutti i modi. Eppure una piccola parte del mio cervello lottava ancora, insisteva che non era sbagliato l'amare qualcuno e che il fatto che quella persona fosse del mio stesso sesso non cambiava nulla. Amore è Amore. E anche se Harry io non l'amavo ancora, anche per me valeva quella regola.

Posai lo sguardo in un punto indefinito della stanza e mi morsi forte le labbra prima di parlare -"Si, c-credo"- balbettai impaurito. Avrei voluto porgli la stessa domanda, e lui parve leggermi nella mente infatti:

"Anche io lo ero."- mormorò deciso.

Gli lanciai una sguardo veloce prima che lui riprendesse a parlare -"Louis io-io ti capisco. Se tu non ne sei sicuro, ecco, puoi dirlo. Sappi solo che a me non piace dare etichette e se tu non vuoi essere etichettato per me non ci sono problemi. Mi basta averti accanto, anche come amico se non sei pronto per-per una...-" si morse forte le labbra
-" No, scusa. Niente."-

"Per una?"-rincarai sentendo il mio cuore gonfiarsi di gioia. Relazione, sapevo che intendeva quello.

"No,nulla, era solo una scicchezza. Scusa, penso troppo."

Mi vennero gli occhi lucidi.

Una sciocchezza. Una relazione con te sarebbe una sciocchezza.

"Oh, va bene."- dissi con voce rotta.

"Ma se tu vuoi possiamo anche, non so come dirlo. Insomma, se entrambi pensiamo la stessa cosa, potremmo tentarci a diventare qualcosa, credo."- aggiunse a bassa voce. Trattenni il fiato per qualche secondo cercando di calmare i mille pensieri che subito mi bombardarono. Automaticamente però, sorrisi, sempre tenendo la testa bassa. La gioia mi aveva invaso, ma le mie mura di tristezza erano troppo resistenti da abbattere.

Cosa stai pensando di fare obeso? Se ti mettessi con Harry lo rovineresti solo. 

Lo guardai un momento e vedendo il suo sorriso tirato concordai con la vocina. Non era possibile che gli piacessi davvero io, che volesse uno come me accanto a sé. Era sicuramente confuso. Lasciare Nick lo doveva aver destabilizzato.

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora