32- Paris

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Quando rinvenni ero ancora solo e del sangue secco mi incrostava la pelle. La testa mi girava forte e la sentivo leggera.

Rimasi lì sdraiato per terra, il pavimento gelido contro la carne mi dava fastidio ma non avevo voglia di alzarmi, non ne vedevo l'utilità, il mondo faceva così schifo che preferivo starmene lì a fingere che non esistesse, che i miei problemi fossero leggeri come l'aria. Puntai lo sguardo nel vuoto e per qualche secondo mi ci ritrovai, anch'io svuotato da ogni cosa.

Vuoto dalla vita.

Attesi immobile senza pensare a nulla fino a sentire il click della porta principale. Per un attimo pensai di fregarmene, di stare in quello stato per sempre. Sarebbe stato tutto così facile. Semplicemente immobile come un ameba.

"Louis sono tornato"- avvertì Zayn.

Ma mi attivai. Feci forza sulle gambe e mi ero appena tirato in piedi quando come prima vidi tutto vorticare. Subito mi appoggiai al lavandino.

Era tutto così veloce e confusionario, caddi a terra di nuovo sbattendo forte le costole contro il marmo del lavabo. Per qualche istante mi sentii paralizzato dal dolore lancinante.

"Louis tutto bene?"- urlò a questo punto il moro con tono preoccupato avvicinandosi alla porta e provando ad aprirla.

"Si, sono solo caduto"- risposi con voce strozzata.

"Ah okay, sicuro? Devo entrare? Mi apri?"-

"No, davvero Zayn è tutto okay e poi sono nudo"-

"Se lo dici tu"- ridacchiò -"solo muoviti che devo prepararmi per dormire"

Non risposi, anche solo respirare faceva troppo male. Strizzai forte gli occhi e piansi piano in totale agonia. Non avevo mai provato tanto dolore fisico tutto insieme.

Muoviti pigrone, sei stato abbastanza tempo a fare niente.

Fai schifo, ora ti lamenti pure per una stupida botta.

Obeso, così stai bruciando pochissime calorie.

Mi feci insultare per altro tempo ancora, poi cercai lentamente di mettermi seduto. Mi sembrava di avere un enorme carbone ardente che mi schiacciava le costole.

Uscire dal bagno senza far insospettire Zayn e senza cadere fu un impresa. Appena raggiunto il mio letto feci scivolare l'accapatoio lungo il mio corpo e mi lasciai cadere sotto le coperte così com'ero: nudo.
Pensai al sangue che probabilmente avrebbe sporcato le lenzuola ma me ne fregai.

Quando il moro tornò a letto avevo ancora gli occhi spalancati nel vuoto e mi accorsi troppo tardi di lui per far finta di dormire.

"Ehi"- disse sedendosi sul letto e sdraiandosi.

"Ciao"-

"Ma...che hai fatto qua da solo? I ragazzi ci sono rimasti male che ti sei incazzato."

"Nulla, ho riposato un po' e ho fatto la doccia."

"Ah, interessante. Ma sei sicuro di non voler mangiare nulla? Se vuoi possiamo andare di sotto e premderci degli snack alle macchinette "-

"Si, sono sicuro, mi è passata la fame"-

Stavo tornando nel vuoto quando Zayn si mosse di nuovo nel suo letto e mi distrasse.

"Louis posso chiederti una cosa?"-

"Certo"-mormorai girandomi verso di lui e stringendo strette le coperte. Non doveva nè poteva  vedermi nudo.

"Prima, l'hai fatto per i tagli, vero? Del non toglierti la maglia intendo."-

Per un attimo mi bloccai terrorizzato poi capii che intendeva solo i primi che mi ero fatto, quelli che aveva visto mesi prima, e mi rilassai.

"Si, per quello"- dissi abbastanza freddo. Stette zitto ancora qualche secondo.

"Louis un'altra cosa, se posso."

"Dimmi"-

Parve pensarci un attimo, poi prese un profondo respiro - "No nulla, lascia stare. Dormiamo che domani andiamo via presto"

Quella notte quasi non chiusi occhio per il dolore e anche nei sogni quell'agonia mi perseguitò.

Solo la mattina dopo, con la mente più lucida, mi accorsi della gravità di quello che avevo fatto e ringraziai Dio che Zayn non avesse spostato le mie lenzuola e che saremmo partiti il giorno stesso e quindi nessuno avrebbe notato le coperte sporche di rosso fuoco.

Mi alzai in piedi con attenzione e lentezza e con altrettanta cura mi misi i vestiti. Fortunatamente il mio coinquilino dormiva ancora e non mi vide.

Da quella mattina ne passarono altre cinque, il mio peso non era ancora calato di un grammo e avevo un enorme livido viola tendente al blu scuro sulla parte destra delle costole.

Inoltre sentivo ancora fitte a respirare e tossivo spesso, solo pensare che dolore si era stabilizzato mi sollevava il morale, almeno sapevo che non avevo rotto niente.

Come se non bastasse la mia voce si era drasticamente affievolita e i ragazzi si stavano insospettendo, o in ogni caso mi tenevano più sott'occhio.

"Non ci credo che tra poco saremo a Parigi, sono così felice"- fantasticò Harry appoggiandosi con la testa al vetro dell'aereo su cui eravamo.

"Si, la città dell'amour"- continuò per lui Liam -"l'hai già detto ventidue volte. Alla prossima ti strozzo"

"Oh ma taci"- lo zittì il riccio.

"Si pregano i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, l'aereo si sta preparando per l'atterraggio"

Tutti noi ci assicurammo con la cintura.

"Si avvertono i genili passeggeri che potrebbero esserci turbolenze"

Non fece in tempo a finire la frase che l'aereo fu scosso violentemente. Gemetti di dolore quando le mie costole picchiarono contro il poggiabraccio ma l' urlo spaventato di Niall coprì ogni suono. Mi pervase un senso di nausea e il respiro si fece randolante.

Agli altri dissi che ero solo spaventato, stessa scusa che prima avevo usato per saltare il pranzo.

Appena scesi corsi in bagno senza nemmeno preoccuparmi di prendere la valigia. I paparazzi fortunatamente non potevano entrare in quella zona.

Sentii qualcuno urlare qualcosa e un altra persona urlare qualcos'altro di risposta, ma semplicemente continuai a correre.

Spalancai la porta del cubicolo e  appoggiai le mani sull'asse del cesso, quasi non respiravo dal dolore per la corsa appena fatta.

"Cazzo Louis ma quanto
cor...oddio ma stai bene?"- Harry mi si fece subito vicino e poggiò le mani sulle mie spalle.

In risposta io aprii la bocca e vomitai, solo che nessun pezzo di cibo uscì dal mio stomaco. Sentii la bile graffiarmi la gola e il suo sapore acido in bocca.

"H-harry va via"- ordinai flievolmente, non volevo vedesse che non avevo mangiato nulla in quegli ultimi pasti.

"No Louis"- e così fu, restò con me fino a quando la nausea finì  e poi mi accompagnò fuori. Quando passammo davanti ai paparazzi mi calai il cappuccio della felpa sulla faccia e camminai svelto fino all'auto.

"Alla buon ora eh"- scherzò Niall, probabilmente per finta, appena entrammo e ci sedemmo. Era sicuramente arrabbiato con noi per il ritardo.

Già, ritardo fatto per colpa tua. Merda obesa schifosa.

"Eh oh, Louis è stato male e ha..."- mi guardò incerto -"tipo vomitato"-

Tutti si preoccuparono subito ed io pensai di usare la scusa dello star male per saltare anche la cena.

Appena giunti all'albergo scoprii essere in camera con Harry e maledii i menager per questo. Tra tutti i nostri amici il riccio era quello che più mi pressava a mangiare e che più stava attento a quello che facevo. E inoltre non usciva mai dalla camera se non per i pasti.

Odiavo già Parigi.

Che merda di capitolo, perdonatemi.

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora