21-Pub

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"Eddai Louuuuis"- mi implorò un Harry vestito tutto in tiro e profumato tirandomi la manica del pigiama. Io per tutta risposta sbuffai e mi coprii meglio con il plaid blu che mi aveva regalato Niall il Natale prima. Amavo sotterrarmi sotto la sua morbidezza, soprattutto se combinato ad esso c'erano un the ed un bel film. Preferibilmente 'Il signore degli anelli', ma anche "mr and mrs Smith" andava bene.
"Ti prego, supplico, imploro, vieni con me"- il profumo del suo shampoo mi infase le narici.
"No Harry, non ci vengo in un pub gay stasera. Ho sonno e poi danno 'The martian', e tu sai quanto ami quel film."- e inoltre se resto a casa da solo posso non mangiare e fare esercizio.
Lui mi guardò risentito-"Sei un viscido cattivo e senza cuore. Sai cosa?! Da oggi in poi non chiedermi più nessun favore, io e te"- sussurrò portandomi scherzosamente un dito contro -"abbiamo chiuso. Addio Tomlinson"-
"Haz, se non sposti quel dito subito te lo ciuccio e riempo di saliva"- dissi serio non scollando lo sguardo dalla TV.
"Ma sai che novità. Tu che lecchi qualcosa? Sarei proprio stupito guarda"- affermò ironico.
"Non vorrei dire, ma tra i due quello che ciuccia di più sei tu"-

Lui mi guardò stupito.

Sei sempre il solito coglione. Se ora si arrabbia con te fa bene, cazzo fai battute sulla sua sessualità?

Ma Harry non si offese, anzi, scoppiò a ridere suguainatamente piegandosi addirittura in due e tenendosi la pancia dalle risate.
Allora presi coraggio e risi anche io, felice.
"Dopo questa, devi venire al pub con me"-
"No. No. N. O. No."-
"Ah, la metti così?"- sussurrò avvicinandosi piano a me, sapevo cosa stesse per farmi: il solletico. Ormai andava sempre così. Io dicevo no, mi impuntavo, Harry si offendeva, mi faceva il solletico -che non funzionava-, e alla fine usciva di casa da solo. Mi rannicchiai maggiormente in me stesso. Ma mentre il riccio si avvicinava potei sentire la pancia che stava per brontolare, e forte. Cazzo.
"E va bene! Verrò al pub con te!"-urlai allontanandomi subito da lui e quasi correndo verso la mia camera. Una volta lì guardai il mio riflesso nello specchio e tirai un sospiro di sollievo, ero salvo.
Dovevo solo decidere cosa indossare. Alla fine optai per dei pantaloni della tuta che nascondessero le mie enormi curve ed una felpa dell'adidas bianca. Con tasche grosse e così che ci potessi nascondere il cibo. Ma anche così si potevano benissimo notare le cosce e il culone. Per non parlare del rigonfiamento della pancia.
Passarono altri quindici minuti, poi il riccio bussò ansioso alla porta.
"Lou sei pronto? Saremmo già dovuti essere usciti! "

-

Ero fottuto. Certo, prima mi ero salvato non facendo sentire ad Harry i brontolii del mio stomaco, ma poi il genio aveva deciso di andare a mangiare in una pizzeria. In una fottuta pizzeria. Come diamine avrei fatto a nascondere il cibo? Non potevo rischiare che qualche fan o paparazzo lo notasse, ero nella merda.
'Un passo per volta', borbottai tra me e me, poi iniziai a tagliare la pizza in fette, aspettando che il riccio si diastraesse per poterla far sparire.

Ti sei già dimenticato dei paparazzi?

Diamine. E mentre mi maledicevo e rimpiangevo di essere uscito di casa, mi venne in mente di usare la tecnica del tovagliolo, che ogni volta svuotai silenziosamente nelle tasche. Nessuno parve accorgersi di nulla e fortunatamente non venne nemmeno un fan a chiederci foto o autografi.

Perché ci sei tu. Li spaventi tutti.

Come sempre appena finito andai ai servizi e buttai tutto il paciugo masticato stipato nelle tasche della felpa dentro al cesso.
La serata era già migliorata.

-

Harry aveva appena bevuto sei shot di fila, i suoi occhi verdi erano languidi e spropositatamente sensuali. Era chiaro che ci stesse provando. La camicia lasciata aperta fino ad oltre metà petto, le gambe accavallate e le dita che si muovevano lentamente ed in un modo quasi doloroso sul suo stesso ginocchio, quasi ad invito di palpargli la gamba.
Un'altra risata proropette dalle sue labbra carnose e perfette, perché non ero bello come lui?
Continuò a parlare per qualche minuto con quel ragazzo riccio che lo aveva abbordato dopo pochi secondi che eravamo entrati.

My sweet weight//larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora