La mia vita è un susseguirsi di giorni uguali, spenti, privi di luce. Non c'è spazio per la felicità. I miei genitori, severi e religiosi fino all'eccesso, mi hanno resa insicura, timida, incapace di affrontare il mondo. Poi è arrivato lui. Ricco, a...
Andai nella biblioteca della scuola per ripassare un po' poiché non ho avuto tempo dato che la mia mente era altrove.
Scossi la testa sedendomi comodamente e tornando a leggere ciò che c'era scritto sul libro.Fisicamente leggevo ma non stavo prestando attenzione nemmeno a una singola parola.
Guardai l'ora sul mio orologio e decisi di andare, infilai il libro nella mia borsa e mi poggiai sulla sedia chiudendo gli occhi per un minuto.
Ho sempre provato una strana attrazione per lui, ma i miei sentimenti verso Justin si svilupparono più in là e siamo stati poco insieme eppure ora ho così bisogno di lui, mi evita completamente ed era ciò che volevo, solo che non ci riesco.Sento una fastidiosa sensazione simile alla rabbia quando lo vedo con qualcuna e sì, sto parlando di Kylie.
Quella specie di Chearleder che non staccava le sue stupide mani da ponpon da lui.
E lui era impassibile.
È anche grazie a questa sensazione che mi spinsi più vicino a lui, dovevo evitarlo, invece nella mia mente cercava ogni scusa per andare a parlargli.
Fui così stupida ad andare da lui quel giorno, ma era così giù di morale e pensieroso e quando se ne andò dalla mensa in quel modo non riuscì a rimanere lì a mangiare come se niente fosse.
Ogni volta che stavo male, nonostante il suo forte carattere, veniva da me e mi parlava.
La seconda campanella suonò risvegliandomi dai miei pensieri, mi affrettai ad uscire dalla biblioteca per recarmi nella classe di letteratura inglese.
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Continuavo a ricevere varie spinte nel corridoio affollato ma una mi fece quasi cadere, strinsi gli occhi toccandomi la spalla per vedere il sorriso soddisfatto di Chris.Deglutì pesantemente facendo un passo indietro, lentamente si avvicinò a me intimorendomi con la sua altezza assunse un espressione disgustata e se ne andò via.
Tornai a respirare normalmente calmando il mio cuore, avevo paura, pensavo che mi avrebbe spinto di nuovo o mi avrebbe fatto cadere.
Strinsi la borsa e andai in classe, mi guardai intorno per cercarlo ma non lo vidi.
Come pensavo, venni interrogata e non diedi il meglio di me, questo non era mai successo negli ultimi anni.
La professoressa si è meravigliata di me e mi ha perfino fermato alla fine dell'ora chiedendomi del perché di questa strana interrogazione.