VII° "DAVID?" PARTE PRIMA

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Grassetto: punto di vista di Sarah (dialoghi e riflessioni)

Corsivo: Jareth (dialoghi)

Un volto. Fu la prima e l'unica cosa che vide Sarah, una volta tornata in sé, dopo l'incidente. Un volto aveva riempito tutto attorno a lei. Cos'erano la strada, l'auto ch'era sfrecciata accanto a loro a tutta velocità per poi fermarsi qualche metro più in là? Chi erano la Daimon, Toby, Karen? Solo cose. Solo persone. Non avevano importanza. Un viso aveva riempito i suoi occhi di meraviglia e stupore e successivamente di panico, lacrime, dolore, grida silenziose. Sembrava che il viso bellissimo del Re di Goblin stesse semplicemente riposando, come se dormisse, beato, accanto a lei: la pelle diafana rilassata, distesa come le colline sotto il tocco caldo, soffice, delle prime luci dell'alba; le labbra una rosa linea dischiusa, sottile, graziosa, ad attraversare quelle vallate candide; e gli occhi chiusi dalle lunghe ciglia dorate, simili a raggi di un sole pallido, gettavano delle ombre chiare sugli zigomi. La sua bellezza era stata qualcosa che Sarah non aveva mai visto nel suo mondo. Non era la magia a renderla tale, perfino adesso che non se ne serviva il mago poteva sembrare un comune uomo ed, al contempo, non lo era affatto, per il suo aspetto. La sua era una bellezza marmorea, d'avorio, lunare e solare al tempo stesso, coi suoi riflessi latte e d'argento, con la chioma aurea leggera e folta. Una bellezza perfetta, illuminata da una sorta di chiarore interiore, quello che le stelle serbano dentro loro stesse e che si riflette nella luce proiettata sulle cose che gravitano attorno ad esse. Una bellezza composta di chiari e scuri, di linee luminose delicate, soavi, bianche e di ombre altrettanto nere, scure, marcate, nascoste tra quelle pieghe morbide, forgiate da un tocco artistico che non poteva essere d'origini umane, ma divine. Sarah non si era accorta di nulla. Era rimasta nel bel mezzo della strada, a stringersi forte, accovacciata su sé stessa, perché aspettava da un momento all'altro che il suo corpo sarebbe crollato, scoppiato, tagliuzzato in mille stracci di pelle, da tanto penare. Doveva tenere i pezzi assieme. Non importava dov'era se non abbastanza lontano dalla Daimon, da Toby, da Karen, da tutti. Nulla aveva importanza tranne quella lenta sofferenza che la stava uccidendo. E poi... Le aveva ferito gli occhi un bagliore accecante. Troppo vicino. Due fari. Il fischiare di due ruote contro l'asfalto verso di lei... Sì, Sarah non s'era accorta di nulla. Nemmeno di lui. Aveva sentito qualcuno spingerla via. Tutto s'era spento, improvvisamente, in un fischio acuto alle orecchie. Come il click di un cd quando smette di riprodurre tutte le tracce o quando si ferma il lettore dvd perché il film è finito. Alla stessa maniera. Come spingere un interruttore per fermare i suoni e le immagini che ti vorticano attorno. Soltanto ora aveva ripreso conoscenza. I suoi jeans s'erano strappati. Poco male: le piacquero. Avevano una nuova aria vissuta, simbolo di quella che era la sua anima in balia delle tempeste. Qualcuno... Qualcuno l'aveva salvata... Ma chi? Un passante? Un generoso sconosciuto s'era gettato per scansarla? Aveva aperto gli occhi... Ed infine, lo aveva visto. Aveva riconosciuto all'istante quel volto unico nel suo genere ed unico per lei, nel suo personale mondo. Non l'avrebbe mai dimenticato. Non l'avrebbe mai potuto confondere con quello di qualcun altro. "Oh, mio Dio..." gracchiò, la voce arrochita dal panico. L'angoscia ebbe la meglio su di lei. Si alzò di scatto, senza curarsi della sua stessa salute, senza curarsi del capogiro, puntellandosi con i piedi e le ginocchia a terra. Iniziò a scuoterlo violentemente. "Mi senti? Riesci a sentirmi? Ascoltami, ti prego. Svegliati. Svegliati, svegliati, svegliati! Maledizione. Non puoi farmi questo! Non ti permetterò di morire per avermi salvato!" un nuovo pianto sgorgò dal suo mondo interiore e trovò espressione attraverso i suoi occhi. Presto detto, un'inondazione vera e propria di grosse lacrime calde e salate le ricoprì le guance, straripando violentemente come zampilli di petrolio dall'entroterra. Bruciavano. Esattamente come bruciò per lei il vederlo in quello stato. Nessun dolore era paragonabile a quello che sentiva adesso. Nemmeno quello che la dominava poco prima. Non fu in grado di descriverlo a parole. Le parole non potevano assolvere il compito. "Io... Tu non hai il diritto... No" singhiozzò. Quanta sofferenza! "No, no, no... Io non... Non puoi farlo! Ti proibisco di morire! Sì, io te lo proibisco! Mi hai capito? Sarò io a morire piuttosto. Re di Goblin, Re di Goblin! Questa è una promessa, se adesso tu scegli di incontrare la morte, muoio anch'io con te! Bada, ti ho avvertito! Non costringermi a farlo.". Passarono degli attimi che le parvero eterni. Le palpebre dello stregone sussultarono leggermente. Sarah trattenne il fiato. Qualcosa dentro le faceva troppo male: la speranza, con la sua foga, stava scavando dentro di lei, nell'ansia di trovare chissà cosa aveva dimenticato da tempo, come uno sciocco e vecchio cane con il suo più prezioso dei tesori, un osso marcio e spolpato da tempo. Quelle speranze avrebbero lasciato un buco, una voragine fino a quando non sarebbero state soddisfatte con un lieto fine. Seppe che se fosse morto non sarebbe rimasto niente di lei. Qualcosa nell'attesa le si spezzò dentro, come a suggellare la nascita di nuove ferite. Tremò come poteva fare la fiamma di una candela piegata dalla forza e crudeltà del vento invincibile. Poco dopo, gli occhi di Jareth si erano aperti ed avevano incontrato i suoi. A Sarah parve che i suoi ricordi offendessero, insultassero il celeste di quegli occhi spaiati che l'avevano trovata, guardata. Quegli occhi contenevano al loro interno l'essenza stessa degli interi cieli. Sembravano due laghi di montagna. La tonalità che aveva scelto per la carta da parati del suo appartamento. "Sei... Tu... Vivo. Sei vivo." balbettò, incredula, con qualche frase sconnessa. La gioia che provò fu impossibile da contenere. Fece per stringerlo a sé.                                                                                                                                                                                                          

"Chi sei?".

Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora