XX° COME TARLI NELLA SABBIA - PARTE SECONDA

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Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)

Grassetto: Sarah (dialoghi)

Jareth credette che il suo cuore si fosse fermato, mentre Sarah esitava nel raggiungerlo. Lo avrebbe fatto? Oppure lo avrebbe lasciato da solo a cadere? Eppure, pochi secondi dopo, si rese conto di sbagliare, quando, lanciandosi in corsa verso di lui, la vide finalmente afferrare saldamente la sua mano tesa, cominciando anch'ella a scendere lentamente nelle sabbie mobili al suo fianco. Fu proprio e solo allora, dentro a quell'istante, che il cuore di Jareth si fermò e i suoi occhi si chiusero, chinando il capo sulla fronte di lei, respirando il suo profumo, mentre sempre più invischiati, senza possibilità di tornare indietro, scivolavano verso l'ignoto. Se fossero morti, non avrebbe potuto chiedere di meglio al destino, se non averla tra le braccia, come l'aveva, aggrappata al suo petto, poiché, in un cieco atto di fiducia, l'aveva seguito. Poteva morire serenamente nel ricordo di quel profumo: lei aveva l'odore dell'erba rugiadosa al mattino presto. La sua fragranza rimandava a tutto ciò che assomigliava al verde dei suoi occhi: gli alberi, i prati... Tuttavia, fino a quando non toccarono terra, un timore lancinante, che gli corrodeva l'anima lentamente, come acido, non l'abbandonò: sapeva benissimo che la discesa era un semplice mezzo per giungere ad un livello successivo di coscienza. Ma temeva per la vita di Sarah. Sarebbe stato così sciocco, arrivati a metà sfida, perdere tutto per un passo falso, incauto. Essere seppelliti vivi. Sperò nel suo intimo di giungere presto a qualunque cosa terribile li stesse aspettando giù, più in basso, purché non fossero altri strati di sabbia a ricoprirli. Immaginò o, forse, udì veramente, nella sua testa, lo scandire dei secondi, dei minuti, secondo il ticchettare infame delle lancette dell'orologio dalle tredici ore, spietato, dall'alto della sua posizione, collocato nei corridoi superficiali che si erano lasciati alle spalle. Anzi, esattamente, oramai, a pesare sopra le loro spalle. Ed i muri delle sabbie che si fusero con loro, scorrendo sui loro vestiti, tra i loro capelli, strisciando sulla loro pelle, finirono. I due precipitarono, slegando l'abbraccio disperato che li univa, in una sorta di tunnel buio e sporco, dalle pareti strette, in cui regnava l'umidità ed un odore stagnante, di marciume, tutt'intorno. La strada per la vittoria, a giudicare dall'aspetto, si stava facendo ancora più impervia, come difatti temeva il re di Goblin. Cedendo sulle ginocchia, si stesero sul pavimento, tossendo. Il sovrano sfiorò una spalla di Sarah, fingendo di spazzare via i granelli di sabbia arpionati sulla manica di lei, ma il suo era più un gesto di ansiosa premura. Ed ovviamente, quest'ultima lo intuì, rispondendo con un gesto della mano, per fargli segno che stava bene. Infatti, era tornata a respirare regolarmente, come lui. A quel punto lo stregone si fece sfuggire un sospiro di sollievo e passò, poco delicato, scaricando in quell'azione tutta la frustrazione e la tensione nervosa accumulate, una mano nei capelli biondi, per scacciare ogni residuo della maledetta sabbia grigia. Notò che, più ne toglieva, più di nuova arrivava ad investirlo. Gli sembrò, come minimo, bizzarro, che piovesse ancora su di loro. Con un flusso meno abbondante, certo, ma comunque costante. Da dove? Alzò lo sguardo e fissò il bizzarro soffitto, decorato da una, senza dubbio alcuno, altrettanto singolare finestra rettangolare, proprio sopra le loro teste. Da essa scorreva la sabbia, come una lievissima cascata. La indicò alla sua compagna di viaggio: "Porte che, una volta aperte ed attraversate, diventano finestre incastonate nel soffitto... Ingegnoso." constatò, affascinato. Una volta ascoltate le sue parole, Sarah, che era tutta presa dal percuotere i jeans e la maglia come meglio poteva, per liberarsi della ingombrante sabbia, si massaggiò il viso per scostare i granelli anche dalle sue guance e tirò su il capo. "Oh..." fece, boccheggiando per la meraviglia. Le ricordò lo stupore con cui reagì alla vista del Verme, nel Labirinto, che le parlava come se fosse la cosa più naturale al mondo. "Complimenti all'architetto e quindi alla tua mente. E perciò, indirettamente ed in definitiva, a te." le sorrise, divertito. "Trovo attraenti le tue costruzioni.". "Però... Non ne sono convinta." stette allo scherzo l'altra, "secondo te non ci sarebbe stata meglio una forma circolare o romboidale?". Il sorriso del mago si allargò. "La prossima volta traccerò un cerchio o un rombo, se la cosa ti aggrada di più.". "Ci sarà una prossima volta?!" esclamò, assolutamente contrariata, in tutta risposta, la giovane donna. "Non possiamo saperlo." considerò allora lui. "Bene! Ottimo! Che posticino accogliente!" commentò Sarah. Il Signore del Labirinto non poté fare a meno di ridere. "Lo spirito non sarà mai sordo al tuo richiamo, mia preziosa. Di ciò posso essergliene soltanto grato. Ricordami di ringraziarlo, un giorno.". "Sarà fatto.". "In fin dei conti," riprese a parlarle e concluse: "trovo che siamo stati degli eccellenti tarli infestatori.".


BEH...

DOPO UN INCAUTO SALTO SIMILE, CON RELATIVA DISCESA, POSSIAMO DIRE CHE I NOSTRI IMPAVIDI EROI...  COME DIRE... 

SE LA SONO SCAMPATA BELLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA, 'STE POTENZE DI ENCEFALO!

Non è vero, Coprisaggio? Concorda con me.


C'hanno messo proprio il magone addosso!

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C'hanno messo proprio il magone addosso!

Ma noi ci fidiamo del Sommo Jareth! 

Più o meno... ?

 ?

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Jareth: "Oh, ma per favore! So benissimo quello che faccio!".

Certo sire, certo. E chi ne dubiterebbe?

Io avevo pubblicato il 24 settembre. Adesso è il 2 ottobre. Okay... In tutto questo da 2322 in 8 giorni sono arrivata ad oggi a 2.4 K.

MA...

MA COSA...

STA...

SUCCEDENDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO?!

GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE




Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora