XIII° A TEATRO - PARTE SECONDA

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Grassetto: punto di vista di Sarah (dialoghi e riflessioni)

Corsivo: Jareth (dialoghi)

"Credere... La parola chiave, anzi, magica!" gli sorrise Sarah. Notò che improvvisamente, per chissà quale motivo che ignorava, il viso di Jareth si era rabbuiato. Se ne stava assorto, distratto. Quali pensieri lo tormentavano e turbavano così? Nel guardarlo, sentì una fitta al cuore. Essere umano doveva pesargli molto di più di quanto non immaginasse. Costretto com'era, senza i suoi poteri... a quella fragilità e vulnerabilità tipica dell'uomo. Senza il suo Labirinto. "E brava Sarah! Ci sei riuscita a fare un altro casino di proporzioni mitiche, eh?" si disse. "Devi sempre fare del male a coloro che dici di amare... Toby, te stessa... E adesso lui, l'unica prova vivente che si è prodigata per aiutarti in questo assurdo viaggio, al fine di riconquistare la verità che ti appartiene da sempre.". Avvicinando la punta dei polpastrelli, per allentare la tensione che sentiva crescere dentro di lei dal silenzio del Re di Goblin, immaginò, chiudendo gli occhi, di stringere tra le sue dita una sorta di cibo spazzatura di conforto, adatto per l'occasione. E, puntualmente, ne sentì la consistenza, sentì il suo desiderio farsi materia. Esaltata, osservò l'oggetto poco al di sotto del suo naso e ne inspirò il profumo. Sì, credere, credere in una possibilità, la rendeva reale. Si volse verso il sovrano: le piacque immensamente la sua espressione a punto interrogativo. Ovviamente, aveva visto tutto. Giurò a sé stessa che avrebbe fatto in modo di stupirlo altre volte. Lui, sempre così composto e distaccato. Come se niente avesse potuto toccarlo, sconvolgerlo. Inoltre, la interessò non poco come un suo gesto potesse destare la sua curiosità. "Prima che tu dica qualche frase scontata sul come dovrei utilizzare più saggiamente i miei poteri all'interno della mia mente, nel momento attuale, ponendo attenzione ad ogni pro e contro, prendendo in considerazione ogni responsabilità scaturita e conseguenze che derivano da anche la più minima mia azione... Ti informo che questo era solo un test di collaudo. Ed in più, un dono per te." concluse con una certa soddisfazione. "Un dono." ripeté l'altro. "Sì." assentì Sarah. "Un dono... Per me." ribadì il mago. "Sì." disse nuovamente lei. Negli occhi dello stregone ebbe modo di osservare lo scorrere veloce di emozioni diverse, concatenate con ordine l'una all'altra, come avrebbe mutato il cielo rispetto alla distribuzione della luce: alba, mezzogiorno, tramonto, mezzanotte. Rispettivamente, in lui, scetticismo, sorpresa, confusione e compiacimento. Poi arrivò il momento, per il sole, di sorgere per un nuovo giorno, direttamente sul suo volto: il suo viso s'illuminò di luce propria, come una stella. Come... Un sogno. Dopo un primo istante di misurato, calcolato in dettaglio, stupore, simboleggiato unicamente dall'inarcarsi di un sopracciglio verso l'alto, stupore che lo aveva irrigidito e raggelato allo sguardo attento di lei, nell'attimo immediatamente successivo aveva socchiuso gli occhi ed un sorriso lo aveva attraversato. Sarah rimase abbagliata ed un po' frastornata di fronte a quell'espressione, non proprio solita, di lui. E se le cose fossero andate diversamente? Se avesse potuto conoscerlo senza l'intermezzo del rapimento di Toby, senza la sfida delle tredici ore che bramava un vincitore, lo avrebbe considerato sempre il suo antagonista personale? Se sì, mentiva. Quanto desiderò che potesse conoscerlo oltre il ruolo che aveva ricoperto nella sua vita. Il Signore del Labirinto si avvicinò al pacchetto che teneva in grembo, scrutandone, allungando il collo, il contenuto. "Ma... E'..." cominciò, sempre più dubbioso. "Cibo!" un risolino soave proruppe dalle sue labbra, nel sentirlo. "Grazie, sei stata illuminante." si sentì rispondere con un accenno, poco velato, di sarcasmo. "Tuttavia, non si mangia nei teatri." affermò lui. "Uff! Quanto vai per il sottile." replicò lei, "Mi permetto di farti notare che se il teatro è nella mia testa, e questa" allargò le braccia, ponendole più in alto che poté, con un gesto ampio ed aggraziato, "è la mia mente, io ne sono la proprietaria e posso infrangere qualche regola. Voglio solo farti sperimentare un aspetto dell'essere umano che potresti trovare affascinante, divertente e... Costruttivo." sdrammatizzò. "Costruttivo." sillabò ironico Jareth, stringendo le palpebre e stirando la bocca in un sorrisetto sornione, nascosto poi dietro una mano piegata a pugno, posta sulla bocca. "Sì, costruttivo." scandì un'altra volta Sarah, imitando il tono della sua voce. "E' un'usanza del mio mondo, questa. La voglio condividere con te." chiarì. L'azzurro degli occhi spaiati di lui si fece quasi del tutto acquoso nell'udire la parte relativa al condividere e Sarah, senza apparenti ragioni, perse un battito del cuore per strada, in quella reazione. Dopodiché, il suo biondissimo interlocutore allungò un indice, dicendo: "Quindi sarebbe questo, il tuo presente. Offrirmi i tuoi Nrocpop, in una sorta di rituale umano, anche se adesso sono io a farti notare che non siamo in un cinema.". "Sempre a guardare il capello, eh. Non demordi. Ti ricordo che posso infrangere le regole. Se penso che tra poco verrà proiettato il film della mia vita da attori professionisti, qui, o almeno lo ipotizzo... Quindi, perché no?" sospirò lei, fingendosi altamente contrariata. "A quanto pare ti ho sottovalutato, sai che si trovano nei cinema, voglio dire, i – Nrocpop – come li chiami: non lo farò più. Intendo, sottovalutarti. Dovevo aspettarmelo: nelle tue incursioni nel Sopramondo ne avrai viste, di cose. Però è necessario correggerti: si chiamano Popcorn". "Ha importanza?". "Oh, posso capire che per te non ci sia differenza. Coraggio, favorisci!" lo invitò, porgendogli l'incarto. Jareth, in tutta risposta, esordì con un: "Non che non apprezzi il gesto, ma credimi, queste cose, questi Nrocpop," li indicò, "sono strani." scosse una mano, pronto a rifiutare. "Ah, no, adesso tu li accetti e basta." obiettò Sarah. Mentre lui apriva già la bocca per replicare, lei approfittò per prenderne uno e spingerglielo tra le labbra dischiuse. "Incastrato!" pensò lei, finalmente soddisfatta. Lo vide ingoiare. Dopo aver deglutito non disse niente. Si limitò a fissarla. "Allora?" gli domandò lei, a quel punto. "Prepotente come tuo solito, mia preziosa." le rispose, raggiante. "Pensi davvero che non li avrei mangiati? Che avrei rifiutato il tuo dono, veramente? Volevo soltanto avere modo di constatare quanto ci tenessi a condividere quest'usanza con me." spiegò. "No, l'incastrata sei tu, Sarah." si disse da sola, mentalmente, la giovane donna. Nel costringerlo ad assaggiare i popcorn, non si era accorta di quanto le loro facce avessero accorciato le distanze tra di loro. "Mi sbilancerò, comunque," riprese lui, "azzardando un commento: eccellente odore, ottimo sapore, in sintesi, incredibilmente buono.". Sarah ebbe l'impressione che non stesse recensendo i popcorn, da come guardava ogni particolare che componeva il suo viso, come fosse stata un quadro dalle mille sfumature da interpretare. Avrebbe voluto sapere cosa vedeva Jareth, in lei. Rimase ipnotizzata dai suoi occhi celesti spaiati, quando le sussurrarono in segreto ad un orecchio: "Tuttavia, preferisco di gran lunga le pesche. Non c'è paragone.".




Elisabetta Roccaforte in tutto questo dice:

Sono malvagia. Perché? Perché ho infranto una promessa: avete presente la one shot extra che vi ho promesso? La sua pubblicazione viene slittata, nonostante il raggiungimento dell'1K, al 27 giugno del 2016. Ma prima di strepitare, c'è un motivo e spero che i fan di Labyrinth come me possano apprezzare: ricorre il TRENTESIMO ANNIVERSARIO DELL'USCITA DI LABYRINTH AL CINEMA IN AMERICA (27 giugno 1986). E sì, David Bowie è inglese, United Kingdom a doc, ma la data dell'uscita inglese sarebbe poi ricorsa a novembre e per allora "Labyrinth Mind" sarà già finito (SIGH!) perciò ho usato questa data come riferimento e basato il tema ironico della one shot extra, comica come al solito, su questa idea. E preferisco pubblicarla proprio il giorno in cui ricorre l'anniversario. Il giorno in cui questa mitica fiaba fantasy è stata donata al mondo dai GRANDISSIMI GENI Jim Henson, George Lucas, David Bowie e Jennifer Connelly e CHIUNQUE ABBIA LAVORATO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO CAPOLAVORO CULT DEL CINEMA. Grazie. Grazie, grazie. Perché si ha sempre bisogno di sognare. E sognare anche di mandare, certi giorni, coloro che ci stanno più antipatici dal Re dei goblins, perché no, se ce lo permetterà.


Ed ecco che siamo arrivati AI MILLE.

OH YEAH BABY!

OH YEAH BABY!

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Io non so cosa dire, non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che fin dall'inizio hanno seguito questo delirio, per chi sempre più entusiasta si aggiunge alle schiere. Per chi ha amato Labyrinth, David Bowie, Jareth, TUTTO, ma proprio TUTTO l'Underground! Siamo una grande famiglia di gnomi scatenati! Grazie a tutti per gli apprezzamenti, i complimenti, i consigli. Grazie perché vi piace questo piccolo pezzo di me, che è anche vostro, 100% goblin style.


I goblins volevano rapirvi tutti per portarvi a Goblin e festeggiare. Non avete idea di quanta polvera glitterosa lanciata dalle materializzazioni di Jareth, grida di Sarah e minacce di spedire nella Gora dell'Eterno Fetore ci sono volute per fermarli. Io ero d'accordo con loro. Appena riesco ad ingannare il Signore del Labirinto e la Campionessa del Labirinto vi porto tutti qui. GRAAAAAAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE col cuore.

 

Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora