XI° IL CANE DA GUARDIA - PARTE SECONDA

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Grassetto: punto di vista di Sarah (dialoghi e riflessioni)

Normale: sembiante di Sarah (dialoghi)

Corsivo: Jareth (dialoghi)


Sarah si sentì persa, udite quelle parole. "Loro chi?" bisbigliò, circospetta, stringendo un poco le palpebre, rivolta all'immagine che tanto le somigliava. "Menomale che hai accanto questo..." iniziò l'altra, lanciando un'occhiata sottecchi a Jareth. "Non so come definirti." valutò, fissandolo da capo a piedi nella sua interezza, mentre il Signore del Labirinto ricambiava lo sguardo con un'espressione di sufficienza, le labbra una linea sottile contratta e le sopracciglia poste in alto, verso l'attaccatura dei capelli. "Non mi sembri il classico principe azzurro delle favole che prende e ci salva, sai, più una sorta di Black Hero*." commentò, non e poi così tanto convinta. "Beh, almeno hai al tuo fianco lui." riprese piegando un angolo della bocca all'ingiù, agitando una mano, nuovamente dirigendo il punto focale dell'attenzione e della conversazione verso di lei. "Non mi sei mai stata particolarmente simpatica, sai?" aveva borbottato il diretto interessato, atteggiandosi ferito nell'orgoglio. Sarah pensò che il sovrano considerasse l'appellativo di "Black Hero" fin troppo riduttivo per la sua reputazione ed il ruolo di cui si era appropriato, con ferma decisione. "Ah, invece scommetto di sì." aveva obiettato il suo riflesso, quasi sul punto di fare la linguaccia al mago. "Sono parte di lei, d'altronde. Lo siamo tutte". "Potreste smetterla di conversare amabilmente e spiegarmi cosa mi sfugge?" sbottò Sarah. Le loro frecciatine erano fuori luogo. Non era il momento di battibeccare come una vecchia coppia di sposi. "Che cosa pensavi di incontrare, qui dentro, Sarah, chi? Questo è tutt'altro tipo di Labirinto. E' il tuo. Non ci sono strane creature ma solo... Te stessa." le spiegò l'identica riproduzione di sé stessa, perfino con la stessa attitudine che era solita utilizzare quando illustrava la scena agli attori che si era ritrovata a dirigere, sempre più spesso, ultimamente, con la stessa mimica e gestualità. Fu come guardarsi allo specchio senza l'uso di una superficie riflettente. "Noi siamo le tue personalità. Siamo tutti i tratti di te che ti compongono. Erriamo di strato in strato a seconda di cosa tu voglia far emergere." continuò la copia di Sarah. "Che intendi dire?" domandò l'originale. Alla vera Sarah stava girando la testa. "La tua vita è stata costellata di eventi incredibili ed irrepetibili. Nel corso della tua esistenza hai fatto fronte agli episodi più svariati... Lì vi siamo noi. In quelle circostanze entriamo in gioco. Sei tu a decidere quando e come ci manifestiamo. ". "Vuoi dire che...". "Sì, Sarah. Tu sei noi, noi siamo te. A volte siamo più presenti ed altre volte no. Alcune ci dai più potere ed altre no.". "Quante... Quante siete?". "Quante siamo, volevi dire?" la corresse. "Non lo so. Ne conosco qualcuna delle mie compagne gemelle... Ma di alcune non ho più notizie.". "Perché?". "Giacciono in posti lontani dove le altre, compresa me, non arrivano." la seconda Sarah s'era improvvisamente rabbuiata in viso, gli occhi un turbinio di chissà quali pensieri aggrovigliati. Ed alla prima Sarah, a cui non era sfuggito nulla di questo, non piacque tutto ciò. Travolta da un'illuminazione, si rese conto che ancora non le aveva posto la domanda più importante tra tutte. "Sono quelle di cui sono spaventata, che non so controllare, vero? Voglio dire, quelle che non raggiungete.". "O quelle che non sai di possedere dentro di te. Quelle che semplicemente non conosci.". "Grandioso. Devo affrontare tutte voi per uscirne viva?". "Non tu!" esclamò quella che le aveva detto di chiamarsi sembiante, "Lui." alzò il palmo verso il Re dei Goblins, ruotando il polso. "Lui deve convincerci che è reale e che Goblin esiste veramente.". Sarah sentì che nessuna risposta avrebbe acquietato la sua sete di sapere, di conoscere. Quante questioni e così poche ore... Tredici per attraversare tutta la sua mente, non un minuto di più. "Ma se si tratta di me come potrà intervenire?". "Ti aiuterà a non rendere gli incontri fin troppo traumatici oppure drammatici. Ti sarà d'appoggio nel scoprire, dentro di te, come fare. Adesso andate, non vorrete perdere altro tempo.". "Perché sei qui?" Sarah si sentì, d'improvviso, triste e fragile, all'idea di separarsi da essa, come se avesse scoperto un pezzo di sé a vagare senza meta staccato dal resto del suo corpo, della sua anima. "Io sono sempre qui. Questi primi strati superficiali sono quelli che abito." aprì le braccia l'imago, come a voler abbracciare il luogo in cui si trovavano loro tre. "E non fraintendermi, non è perché sono la parte più frivola di te che sto in superficie. Anzi... Diciamo che sono quella che mostri di più al tuo prossimo, ripetute volte. Per questo sono sempre vicino al Fuori. Ultimamente, poi, ti sei servita di me frequentemente. In effetti ha ragione il bell'imbusto improvvisamente mortale a chiamarmi cane da guardia..." Sarah vide il "bell'imbusto improvvisamente mortale" animarsi di disappunto, ma la sua gemella non si interruppe, ignorandolo, "Io sono la tua guardiana. Una sorta di custode innanzi alle minacce dall'esterno. Sto di vedetta come sentinella, nelle prime file di ciò che ti capita. Veglio su di te e guerreggio anche, se necessario.". "Al fuori?" ripeté Sarah con fare interrogativo. "Sai, quello che ti accade fuori di qui". "Tu saresti... "cominciò Sarah riflettendo, tentando come meglio poteva di darle un significato, cercando l'interpretazione più adatta. "E' il tuo senso dell'autorità e quindi della ribellione al potere degli altri e delle difese che ti costruisci contro coloro che ti sono d'ostacolo." concluse per lei Jareth. "Senso affermatissimo, devo dire, in te." aggiunse poi. Sarah non seppe definire se l'aria sorniona dello stregone era da leggersi come ammirata o scioccamente divertita. "Ah... Piacere di... Conoscerti? Forse ti conosco da sempre... E' solo che è la prima volta che ti vedo, fisicamente, intendo. Non so come presentarmi a te." Sarah agitò la mano. "Brava Sarah", si disse mentalmente, senza fare alcun rumore, "continua pure a comportarti come una bambina ed arriverai molto lontano.". "Oh, non c'è bisogno. E' da parecchio che siamo in contatto, sai?" la gemella aveva ricambiato la sua imbranataggine con un sorriso goffo ma incoraggiante come il suo. S'assomigliavano e rese Sarah allegra e piena di nuova energia. "Allora... Procediamo!" annunciò Sarah, pronta all'idea di lasciarla, suo malgrado. Si trovava a suo agio con quella... Personalità. Si chiese se fosse stato possibile con ognuna di esse. Temette di no. Aveva paura, ma era un segreto che decise di tenere per sé. Girò sui tacchi, ricordandosi delle parole di Jareth, "E sì, giusto, a destra. Ciao... Sarah." salutò. Le parve giusto chiamarla Sarah. Erano tutte Sarah, perfino lei stessa. Sicuramente la prima, originaria Sarah ma... L'unica, certamente no.                                   

*Black Hero. Termine utilizzato, di frequente, nelle letterature inglesi, per fare riferimento alla figura dell'"eroe nero", ovvero il protagonista delle opere che, di fronte a pericoli e sfide d'ogni sorta, manifesta le proprie virtù eroiche e se ne serve per superare gli ostacoli, ma con una certa nota d'oscurità celata in esse: è un eroe che incarna anche la stessa angoscia ed inquietudine all'idea stessa d'essere eroe, tormentato, come uomo con le proprie debolezze, fragilità e vulnerabilità, da ombre che, a volte contaminandolo, lo distolgono dal fare retto cammino nella luce, senza mai abbandonarla. E' anche un eroe che ammette l'importanza di un gesto malvagio, per perseguire l'obiettivo del bene comune o della giustizia, pure privata, se le cose coincidono. La sua filosofia è una sorta di : "il fine giustifica i mezzi". Il più grande esempio di Black Hero della letteratura inglese? So già che lo avete in mente. Amleto di Shakespeare.


Spero che Wattpad visualizzi tutto correttamente... Sta dando un sacco di problemi, ho dovuto cancellare e ricaricare le parti di questo capitolo non so quante volte nelle ultime due ore!


Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora