Grassetto: punto di vista di Sarah (dialoghi e riflessioni)
Corsivo: Jareth (dialoghi)
Normale: Sembiante (dialoghi)
"Sono tutti i giorni che tu hai scelto di ignorare."
- Radiohead "All i need"
"Jareth." lo chiamò con un bisbiglio, affinché tornasse vigile e presente a sé stesso. Alle loro spalle era apparsa una creatura evanescente, che ricordava molto la stessa Sarah. Tranne che per un particolare non poco trascurabile: gli occhi nero pece. Una pece che, a giudicare dal suo sguardo, promise di sporcarli, invischiarli e soffocarli. La campionessa del Labirinto non fissò oltre quello stranissimo, inquietante sembiante che, muto, immobile, non la perse, invece, mai di vista. Sarah si sentiva annegare in quei laghi d'inchiostro colloso, troppo profondi, troppo freddi. Rabbrividì. Il sovrano strinse un poco più forte il suo fianco. Lo sentì irrigidire il corpo. Udirono l'imago ridere. E fu un dolore acuto ad invaderli, nell'averla ascoltata. Il suono risultò distorto, il cui riverbero, nel tunnel, come un'onda elettrica, si abbatté su di loro con estrema violenza. La sua risata non era normale: era un acutissimo, funereo scampanellio argenteo in attesa. Ed a Sarah fece ancora più male: come se qualcuno schiacciasse le sue ossa, pezzo dopo pezzo, camminandoci, noncurante, sopra, spandendo un'imponente e sinistro scricchiolio nell'atmosfera. "Sorelle..." invocò l'immago. "Dei visitatori hanno violato la desolazione di questo luogo inospitale.". In men che non si dica, dodici o più scie bianche riempirono il tunnel, annunciando la venuta di una dozzina di altri sembianti. Nel giro di pochi istanti, moltissimi occhi corvini si appollaiarono sul cuore di Sarah. Quest'ultima voltò la testa in direzione di ciò che, fioca, incorniciava la sua figura, dietro la sua schiena: una lontanissima luce. Una via d'uscita da imboccare. Si sporse piano. "Non... Ti... Muovere." le sillabò lento in un orecchio, persuasivo ed estremamente convincente, lo stregone. Scosse la testa in segno di replica. Resistette all'impulso di fare come diceva, lottando con sé stessa. "Io posso... Portarvi fuori di qui!" scattò in avanti lei, sciogliendo la presa del fabbricante di sogni sul suo bacino, spingendo via la sua mano. Indicò oltre la strada delle pillole il piccolo bagliore. "Posso salvarvi." aggiunse, negli occhi la scintilla di chi crede possibile la vittoria. "Salvarci?" la sua scura e cupa copia carbone, che ricopriva il ruolo di portavoce, fissò incredula le sue compagne e passeggiò verso Sarah con passo trasognato e felino, alitandole addosso. La sua veste bianca, strappata e polverosa, strisciò sulle pillole svelando solo per un secondo i piedi nudi. "Non resta più niente da salvare." soffiò l'imago, come confessando un terribile segreto. Le altre sue gemelle, capitanate dalla prima che parlava, iniziarono a muoversi uniformi e perfettamente sincronizzate. "Corri.". Fu questo il secondo suggerimento da parte di Jareth. E, stavolta, Sarah lo ascoltò ed accettò. Le sue gambe partirono a razzo sull'acciottolato delle pillole colorate, calpestandole. E più entrambi le schiacciavano fuggendo via, più la polvere della triturazione avvenuta si alzava, mefitica, da terra, facendoli tossire. Tutti i sembianti si scagliarono all'inseguimento in grida indistinte, riversando nell'aria le loro parole incomprensibili. "E' questo quello che faranno!" strillò Jareth per farsi udire sopra alla baraonda. "Ci assorderanno con i loro lamenti fino a cadere stremati ai loro piedi, perdendo i sensi!". "Davvero? Non credo proprio!" ribatté lei, girandosi e lanciando la fiamma verde contro una delle tante Sarah dagli occhi mori. Con la coda dell'occhio, la vide prendere fuoco e dissolversi. Ciò nonostante, l'incendio non dissuase le altre imitazioni a cedere: l'una sull'altra si arrampicavano, pur di gettarsi più vicine. Sulle dita Sarah generò altri fuochi verdi ed agitò le mani per colpire ogni perseguitore. Procedendo col fiato corto, sempre con un esercito di carnefici in candido bianco alle calcagna, incontrarono sulla via altri sembianti e, nel caos, lo sguardo verde di Sarah ne catturò l'immagine, una dopo l'altra. Uno prendeva a pugni il pavimento; il secondo, immobile, fissava il vuoto; il terzo piangeva; ed ancora, il quarto, di rabbia, si sgolava; il quinto, cullandosi in un angolo, si teneva le mani tra i capelli con gli occhi chiusi, farneticando fra sé; il sesto, estatico, piroettava col naso all'insù, contemplando chissà cosa. Ed il settimo, mentre raggiungevano quello che doveva essere lo sbocco verso l'esterno, gli sbarrava la strada con altrettanti suoi simili al seguito. Sarah comprese l'inganno. La finzione. L'illusione in cui era caduta. Non vi era mai stata una via d'uscita dal tunnel: la luce che aveva visto era solo il riflesso innaturale dell'aggregarsi fitto di molti e molti replicanti dei sembianti alla deriva, ad aspettarla al varco, se ce ne fosse stato realmente uno. Sia da sinistra che da destra furono circondati e lei non smise mai di scaraventare fiamme verdi per eliminare i componenti delle numerosissime schiere. Preoccupata, rivolse la sua attenzione a Jareth: non poteva creare dei nuovi fuochi come lei, sfruttava l'unico che gli aveva concesso come fonte di illuminazione per cercare una nuova scappatoia. Il gruppo folto delle scie bianche approfittarono della sua distrazione per venirle addosso, ma non fece neanche in tempo ad inquadrarle che vide dei capelli biondi schizzarle rapidi davanti: di fronte a lei s'era interposto veloce lui ed un esaltato doppione di Sarah, con la sua evanescenza, lo attraversò, come fosse stato un fantasma, per giungere ad attaccarla. Ed un altro suo duplicato ancora, lo spinse via. Jareth rotolò su un fianco rantolando. "No! No!" urlò Sarah nel frastuono. Non sentì nemmeno la sua stessa voce. "Lasciatelo! Lasciatelo stare!" continuò a mirare e tirare, furiosa, centrandone svariati. Ma, per quanti ne trafiggeva, altri ne arrivavano. In pochi secondi, atterrandola, le avevano bloccato i polsi e le gambe. Provò un senso di vertigine quando iniziarono a roteare sopra la sua testa: il loro turbinio risucchiava tutto l'ossigeno, alzando la polvere delle pillole da terra. Cominciarono a cantarle una ninna nanna:
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Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)
FanfictionLabyrinth Sequel (film fantasy con David Bowie e Jennifer Connelly); N° 1 IN DAVID BOWIE, N°1 IN LABYRINTH, N° 1 IN NUOVI PERSONAGGI, N° 2 IN LABIRINTO e N° 732 su 41.4 K FANFICTIONS Il 17/1/2020 Sarah è stata in terapia diversi anni, spinta da suo...