GRASSETTO: punto di vista di Sarah (dialoghi e riflessioni)
Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)
ASTERISCHI* : Note dell'autrice
I suoi pensieri sembravano rincorrersi come corvi affamati, pronti a dilaniarle la mente. Com'era possibile? Ogni cosa attorno a lei era tornata a sembrare distorta, riempiendosi di voci, di personaggi che non aveva mai dimenticato. Come tempo fa. Eppure... Non erano mai esistiti. Sarah si era convinta di questo. Né il Labirinto, né Gogol, né Bubo, né Sir Dydimus. Nemmeno il Re dei Goblins, che aveva attuato il rapimento del piccolo Toby, anni orsono. Chiuse gli occhi. Immaginò di accarezzare con le dita il viso perfetto del mago, diafano e setoso, di immergersi di nuovo, come al ballo*, in quegli occhi spaiati di un azzurro inconfondibile, per non fare più ritorno, per dimenticare e dimenticarsi: erano forgiati dal vetro e dal ghiaccio, specchi in cui vedeva il suo riflesso chiaramente, con i suoi desideri e le sue paure. Fatti della stessa superficie limpida delle sue sfere di cristallo, fatti di polvere di sogni. Ma lui non era reale. Perfino i suoi sudditi ed il suo regno non lo erano. Tantomeno il Labirinto che aveva attraversato! Aveva sacrificato anni della sua giovinezza per prenderne atto, per accettarlo: ed adesso che aveva riacquistato, finalmente, la serenità, non poteva, no, non poteva ricominciare a farsi travolgere da quella folle convinzione che tutto fosse stato vero! Aprì il blister, titubante. Erano passati anni dall'ultima volta che era stata costretta ad assumere psicofarmaci... Si portò alla mano una delle pillole colorate. Se l'avesse stretta più forte, l'avrebbe ridotta in polvere. In effetti, sentiva che la sua testa avrebbe potuto fare la stessa fine, da un momento all'altro, sgretolandosi, stritolata dalla morsa di quei ricordi... Anzi, di quelle illusioni adolescenziali. Si portò la pillola alla bocca, fece un respiro profondo, decisa ad ingoiare. Ma qualcosa la trattenne. Portandosi una mano al cuore, sentì agitarsi, come animato dalla vita, il medaglione. Si ricordò del pendente. La stava avvertendo di non farlo? Le parve di vedere un verme e successivamente migliaia di vermi disgustosi avvolgere la pillola. Era già accaduto qualcosa di simile... Sussultò, rabbrividendo. Catturò l'immagine dell'avvenimento nella confusione: la pesca che Gogol le aveva dato, una volta precipitata nella discarica alle porte della città di Goblin, esattamente nel punto in cui le aveva dato un morso, mostrava un viscido verme verde, che fuoriusciva dal suo nascondiglio, dall'interno della polpa. Gridò di ribrezzo e spavento, facendo cadere a terra la pillola, aprendo la mano, di scatto, come allora aveva lanciato via con stizza il frutto, il più lontano possibile. Poi si gettò con tutta la furia che aveva accumulato in corpo contro il blister e ne fece scivolare il contenuto sulla scrivania e per terra, ai suoi piedi. Prese a calpestare tutto quel veleno colorato sparso sul pavimento.
Il suono di una melodiosa risata, trionfante e carica di sarcasmo, si era diffusa con un rimbombo, rimbalzando per le pareti della sfera di cristallo, riempiendo l'atmosfera, altrimenti tetra, di giubilo. Il Re di Goblin, estasiato ed ammirato dal gesto di Sarah, non si tratteneva dal compiacersi di ciò che aveva appena visto fargli fare. "Ah, mia preziosa" sussurrò, "saresti stata una magnifica regina, al mio fianco". Scosse la testa, contrariato dal modo in cui si era, egli stesso, espresso. "Anzi, sarai, al mio fianco" aggiunse indispettito, a voce più alta. Fin da quando lo aveva sfidato quindici anni fa, aveva compreso bene quanto fosse difficile ingannarla. Anche adesso la sua mente le aveva suggerito cosa fosse giusto: gettare le pillole. Con un piccolo aiuto, certo. Chissà quanto s'era dibattuto il medaglione, prodigo quanto il suo originario detentore, mentre la vedeva avvicinarsi le pillole alle labbra turgide. La osservava, travolto dall'amore, mentre la donna inveiva con la sua ira contro le ultime tracce di caos rimaste nella stanza. Per un attimo fu divertito dalla scena: la immaginò, stizzita, lanciare in aria, a calci, uno dei suoi sudditi. Se continuava su quella china, avrebbero potuto buttare a pancia in giù tutti i Goblins che volevano, insieme, in futuro. Quante volte s'era sfogato a quel modo, lui. Gli mancò perfino giocare a quella stupida maniera con i suoi sudditi. Si sentì colpito da un fastidio violento, a partire dalla punta delle dita. Come trafitto da mille aghi avvelenati, disse solenne, "Ricorda, mia cara", rivolgendosi all' immagine di Sarah, proiettata sulla superficie tondeggiante della sfera, avvicinandosi, fissando con disgusto il blister oramai vuoto che giaceva calpestato, sfinito, sconfitto, morente ai suoi piedi. Lo aveva schiacciato. "Loro non hanno alcun potere su di te". " Neppure io", pensò, punto nel vivo. "Liberami, salvami, Sarah, ti imploro".
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Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)
FanficLabyrinth Sequel (film fantasy con David Bowie e Jennifer Connelly); N° 1 IN DAVID BOWIE, N°1 IN LABYRINTH, N° 1 IN NUOVI PERSONAGGI, N° 2 IN LABIRINTO e N° 732 su 41.4 K FANFICTIONS Il 17/1/2020 Sarah è stata in terapia diversi anni, spinta da suo...