ONE SHOT EXTRA = "Anniversari... 1K"

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ONE SHOT EXTRA

27/6/2016, in una Roccaforte lontana in bilico sul mondo, ad un passo dalle stelle... Nella Roccaforte di Elisabetta Roccaforte, badate bene. 

Mi allontano un attimo dalla scrivania. Sono esausta: raccontare dell'attraversamento del Re di Goblin nel Labirinto personale di Sarah Williams è impegnativo. Ho la testa piena di un branco di goblins scatenati che fanno su e giù, ascoltando una hit che il loro sovrano non approverebbe. Quindi, riepilogando, una canzone che non sia stile anni 80, in cui non canta lui stesso. Questo restringe il campo. Comunque, stavo dicendo? Ah, sì, branco scatenato di goblins nella testa, bla bla bla... Praticamente... Un branco di goblins come normalmente si comporta, insomma. Selvaggi, sempre scatenati all'ennesima potenza. Ce n'è uno addormentato in un angolo sotto la sedia. E' uno dei membri più affidabili dello staff e frequentatore assiduo della Roccaforte. Assillante, ma tenero. Tenerissimo. E' un tale... Fanboy? Uhm... Tecnicamente FANGNOME. Ecco, un tale FANGOBLIN... Tiene stretto tra le zampe IL MIO QUADERNO SACRO VIOLA. E' quello in cui appunto tutto ciò che scrivo, prima di riportarlo sulla tastiera digitalmente. Glielo sfilo delicatamente dalle animali dita e me lo metto in tasca. Ecco, adesso ci vuole una pausa. Voglio sedermi in un angolino a sonnecchiare, guardando fuori il panorama. Così, con un sospiro soddisfatto dei risultati letterari che ho raggiunto, mi incammino verso la rientranza di fronte alla finestra. MA PERCHE' QUANDO LE COSE FINALMENTE COMINCIANO AD ANDARE BENE C'E SEMPRE QUALCOSA CHE NON VA? Il mio posto è già occupato... Vostra Altezza ha fatto ritorno. E CHE ritorno! Come fa ad essere sempre così affascinante e... Non so che parola usare... Ipnotico? Magnetico? Sì, magnetico. Ha un segreto? Si è mangiato una calamita da piccolo, io lo so. Ne sono sicura. Troppo magnetismo in un essere vivente solo. Gliel'avrà detto nessuno che è lui il "BABE WITH THE POWER", il ragazzino immortale col potere? Razza di prepotente, comunque! Volevo sedermi io lì. E' il mio punto preferito in tutta la Roccaforte. Puntualmente, l'unica cosa che riesco a fare è sussultare per la sua apparizione improvvisa, ponendomi una mano sul cuore. "Da quanto siete appollaiato lì?" chiedo. "Non molto." sfoggia il suo sorriso sornione, quello con cui sa di poterti corrompere. Quello che ti strappa a sua volta un sorriso. Così rido e dico: "A giudicare dal numero di sfere che state facendo girare tra le dita – Non molto – è un eufemismo...". Ecco a voi Jareth, Re di Goblin: il più grande giocoliere della storia. Un giorno gli chiederò di mettersi uno di quei finti nasi rossi e di indossare una parrucca riccia da pagliaccio, di un colore a sua scelta. Che dite, come reagirà? Male eh... Peccato. Peccato, anche perché io sono sprovvista di istinto di sopravvivenza. Non ho freni inibitori, né la capacità conservativa, nei viventi, che suggerisce come mantenersi ogni giorno salvi e sfuggire al predatore. Jareth stesso è un predatore. Ma a me piace. Mi sta bene. E' divertente giocare a predatore e preda. Quindi, mi appunto mentalmente che un giorno gli domanderò se vorrà camuffarsi a quel modo. E' una promessa. "Sempre a supporre cose..." scuote la testa il monarca, in tutta risposta. "Ho notato che voi terrestri lo fate spesso.". "Ci aiuta a risparmiare il poco tempo mortale che ci rimane. Come siete entrato?". "La porta era aperta.". "Sì, certo. Molto, molto divertente, re dei miei stivali. E che bei stivali che avete, tra l'altro..." Sì, questo l'ho solo pensato. Potete ricominciare a respirare. "In una Roccaforte? Ne dubito fortemente." osservo scettica. "Allora la finestra era aperta.". Ma dico, mi ha presto per una stupida? Che risposte dà? Ah, no, giusto. Fa parte del gioco gatto – topo. E' divertente, nonostante tutto. Vi consiglio di non partecipare mai ad una discussione con lui, se è la vostra controparte... Voglio dire... Lo sapete che perdereste, no? Finirebbe per maciullarvi e la cosa buffa è che vi piacerebbe pure. "Ma anche no. Sappiamo benissimo entrambi come siete entrato, maestà." sono seccata, però non lo do a vedere. Guardo per terra esasperata. Faccio un passo verso di lui, scivolo e cado, alzando un polverone. Vaffancubo. Ecco, c'è un motivo per cui non siamo nati tutti Jareth a questo mondo. Il mondo è diviso in due parti, preparatevi per questa massima, stupida ma veritiera: da una, vi è Jareth che spara glitter ovunque, neanche un cannone sparabolle nel più esclusivo dei party. E dall'altra ci siamo noi, che pattiniamo, come farebbe un orso col tutù, sulla sua polvere sbrilluccicosa. Non vi sta bene? Nemmeno a me. C'è un'agenzia a cui fare reclamo? Tipo "Gestori della vita: soddisfatti o rimborsati. Chiedete un'altra esistenza in cambio del pacchetto difettoso fornitovi". Se sapete qualcosa, fatemi avere notizie. "Benedetta ragazza, dovresti fare più attenzione a dove metti i piedi." inclina la testa da un lato, mentre fa questa intelligentissima considerazione, continuando a far tintinnare le sfere senza guardarle, alzando un sopracciglio, arricciando le labbra. Mi fissa come se fossi un bizzarro alieno precipitato nel suo mondo. Quando invece è tutto il contrario. E' lui, Jareth, lo strano essere che è precipitato nella mia! Starnutisco, esaurendo tutto l'ossigeno nella stanza. Maledetta allergia! "Che cosa bizzarra... Chi avrebbe mai detto che da un esserino così piccolo potesse uscire un suono tanto prorompente? Dalla tua stazza non avrei mai indovinato che fossi la reincarnazione vivente di Eolo, il dio dei venti." sorride antipatico a trentadue denti. Con una elegante sforbiciata raggiunge il pavimento, fa sparire le sfere chiudendo i pugni ed incede verso di me, tendendomi la mano. La accetto, così mi aiuta ad alzarmi. EBBENE SI'. IO HO TOCCATO LA MANO DI JARETH. "Grazie." farfuglio a testa china, lo sguardo mi ricade sulle scarpe. Sui miei vestiti. Mi tocco i capelli improvvisamente appiccicosi. Ma cosa?! Oh no! Mi sono riempita di brillantini! "Ma porca di quella! Sembro uscita da un film degli anni '80 che mi è molto familiare...". "Porca di quella?" ripete beffardo il re, con una smorfia divertita. "Una colorita metafora.". "Di tuo conio?". "Sì.". "Affascinante." commenta. Torna a sedersi dove IO ORIGINARIAMENTE volevo sedermi. Devo farmi al più presto una doccia. Di certo con tutta quella brillantina non sono epica e bella come lui, bensì sembro solo una creaturina invischiata nello zucchero filato. "A cosa devo il piacere della Vostra venuta nella mia non esattamente umile dimora?" domando. "Aggiornamenti, prego." si riferisce a "Labyrinth Mind", suppongo. Prendo un respiro profondo. Posso farcela. Il numero di visualizzazioni che ho raggiunto è incredibile. Sono così felice e fiera quando dico semplicemente: "Mille.". Noto che il Signore del Labirinto ha una breve esitazione, perde l'equilibrio di una sfera che si rigira tra le dita, ma rapido la recupera subito. "Ti stai prendendo gioco di me?" guarda l'orizzonte. Poi per terra. Poi me. C'è qualcosa, nei suoi occhi azzurri spaiati, distanti. Qualcosa che mi commuove. Mi guardano, eppure mi guardano anche attraverso e vanno pure oltre di me. Contengono un'antica ferita... Una speranza che li illumina. Non avrebbe mai immaginato nulla di simile in così poco tempo. Ma nessuno, NESSUNO NELL'ABOVEGROUND LO HA DIMENTICATO. Né tantomeno Sarah. Nessuno ha dimenticato il suo Labirinto... Nessuno le creature che lo abitano. Nessuno. Nessuno mai lo farà nel Sopramondo. "Mille. E' la verità." ribadisco. Sorride. E sorride di un sorriso diverso dal solito. Non c'è ironia. Non c'è sarcasmo. Non c'è malizia. Niente aria furbetta, stavolta. Solo... Gioia, piacere. La stessa dentro al sorriso che fece, senza essere visto, mentre Sarah, nella sala da ballo, lo cercava senza trovarlo. "Ottimo." dice. So che dentro sta saltando come un folle per la felicità. Si sfogherà più tardi, con una scusa tutta "Dance Magic Dance" per l'occasione. D'altronde, è regale. I re non si scompongono mai. Si avvicina al computer e si assicura della cifra guardando lo schermo. "E' questa la creatura al tuo servizio?" la indica. "E' un pc. Ed è un oggetto, non una fiera. E' inanimato.". "Inanimato... Sempre a fare congetture." soppesa interdetto. "Oh, andiamo... Il computer non è una forma di vita aliena... Voglio dire, negli anni '80 c'erano. Insomma, i primissimi modelli. Certo, sembravano più delle grosse e pesanti scatole bianche, prive di biscotti al loro interno, ma è uno strumento come un altro..." mi sto arrampicando sugli specchi. "Tutto ciò mi è estraneo.". Sembra confuso. Wow, Jareth... Confuso? Il grande Re dei goblins confuso? Oggi è una giornata bizzarra. Potrò dire al mondo intero che l'ho visto disorientato. "Già... Forse eravate troppo impegnato a stalkerare Sarah nei parchi, per badare a cose come questa." mi faccio sfuggire tutta sorridente, il sorriso grosso quanto una cartina geografica. Ce n'ha messo di tempo Sarah, per capire come stavano veramente le cose: "Il corteggiamento secondo un barbagianni indiscreto", volume 1. Ah, Sarah sarah... Se ti segue dappertutto, vuol dire che gli piaci, no?! Vorrei mordermi la lingua. Tiro un sospiro di sollievo quando mi accorgo che non mi ascolta più. Preme la barra spaziatrice e scatta all'indietro, in attesa. Is GOBLIN KING STYLE BITCHES. E' bello vederlo in azione. Come se fosse in pericolo imminente. Mi mordicchio l'interno del labbro inferiore. E questo fatto è degno di nota: lo faccio sempre quando non voglio piangere o ridere. In questo caso azzeccherete quale delle due reazioni sto reprimendo. "Non si è ribellata al mio tocco." si rivolge al portatile, ancora, come se fosse una creatura pensante. Prende a girarci intorno. "L'hai addestrata bene." aggiunge. "Evidentemente ha capito chi comanda." gli rispondo. Quello che penso in realtà è: "No, evidentemente ha capito che lo adori, dato che il possessore del laptop, cioè la sottoscritta, ha riempito la memoria dello stesso oggetto con immagini del Labirinto, canzoni del Labirinto, storie del Labirinto e quant'altro.". Passa una mano guantata sul bordo della cornice superiore dello schermo e parte la playlist di Labyrinth. "Ed ha anche degli ottimi gusti musicali." valuta compiaciuto. Okay, questo come lo ha fatto? COME? L'ha semplicemente accarezzato e bam! Partono le musiche adeguate per la situazione. Me lo deve insegnare. Mentre torna a sedersi, sempre dove originariamente volevo sedermi io, immagino, nella mia testa, come se avesse dato un buffetto al cucciolo tecnologico che, per la verità, è la macchina di cui mi servo e di come quest'ultimo, tutto felice per le coccole, abbia risposto con il gesto musicale. "Uhm..." inizio, impacciata. "Avete trovato la vostra giornata... Piacevole?". Mi accomodo sulla poltroncina accanto alla scrivania. Non volevo quella, ma va bene lo stesso. Occorre accontentarsi. Che me lo faccia per dispetto di mettersi lì? Sì, è un bambinone dispettoso. Nonostante ciò, quando mi ricapita di conversare amabilmente con il mio tiranno preferito della storia? "Tetra.". "Tetra?". "Una delle più tetre. Ma l'idea dei mille occhi Abovegroundiani mi ha rallegrato, indi per cui poscia..." "Che succede?". Ho una strana sensazione. "Pericolo, pericolo", fa la vocetta nella mia testa. Vi prego ditemi che la sentite anche voi, ogni tanto, la vocetta. E forse anche più di una. Ecco, io non ho la vocetta che mi avverte quando sto in pericolo di morte, (troppi incidenti domestici ho fatto e non ho ricevuto nessun suggerimento inconscio), ma ne appare misteriosamente una quando Jareth dice che la sua giornata è stata tetra. Il mio mondo va alla rovescia. Devo farmi visitare. "Una ribellione." mi spiega. Balzo in piedi, rovesciando la poltrona. "ALLARME ROSSO! ALLARME ROSSO!". Sì, vocetta, abbiamo capito. "Cosa?" tuono. E lo fangnome sotto la scrivania non si sveglia. Beato lui che non sa cosa sta succedendo. Anch'io ho il sonno pesante come il fangoblin, per la cronaca. "I goblins stanno organizzando un colpo di stato per rovesciare il Vostro regno?" grido. "No..." è la seconda volta che vedo sorpreso Jareth in una giornata sola. C'è decisamente qualcosa che non va. "Allora sono quelle galline attaccabrighe, che se ne vanno in giro per la sala del trono!" urlo. "Lo sapevo, non dovevate fidarVi di loro! Hanno sempre creato problemi, agitandosi da una parte all'altra, lasciando piume ovunque! Le uniche piume che si possono vedere in giro devono essere quelle di un barbagianni! E non di un barbagianni qualsiasi, bensì unicamente le vostre!". "Elisasbuccia?" se ne esce con fare interrogativo. Sto talmente tanto fuori di me che non me ne frega niente, di come mi chiama, intendo. Adesso potrei anche essere "Elisasbucciabanane", la scimmia più simpatica dell'Underground. "E poi che razza di galline sono? Nere. Non ho mai visto delle galline nere!" sbraito fuori controllo. "Magari a quello è dovuto il loro temperamento eccessivamente aggressivo, una sorta di mutazione genetica. Oh, so benissimo cosa vogliono fare, maledette dannate! Vogliono spodestarVi dalla Vostra carica per conquistare il Labirinto in cui le lasciate passeggiare serene! Dobbiamo fermarle!". "Elisasbuccia..." cerca di invitarmi alla calma. Ma è il momento meno opportuno per rimanere imperturbabili e serafici come fa sempre lui. "Ma come potete stare lì con tutta calma a rigirare una cosa come mille sfere tra una mano e l'altra? Sì, il riferimento casuale ai mille è puramente voluto da parte mia..." mi fermo un attimo nella sfuriata, lo sguardo sognante. Mille. MILLE! "Comunque," riprendo, "è giunto il momento di agire! Non lascerò mai il Vostro fianco! Sebbene Vi spezzi il cuore, dovete abbattere la Vostra potenza magica su di loro e fermarle!" lo sprono. "Elisasbuccia." lo dice come se fosse un ordine. "Porca di quella!" tremo. "Mi dimenticavo di Sarah! Lei... Non avrebbe mai permesso tutto questo. Cosa sta succedendo? Devo immaginare il peggio? L'hanno presa in ostaggio? Vi ricattano, minacciando di eliminarla?". "Elisasbuccia!" strilla questa volta lui. Finalmente inizia a reagire! "Ah, preparateVi, Vostra Magnificenza. Mi è venuta una voglia improvvisa di pollo fritto, a Voi? E sappiate che non andremo ad un fast food a prenderlo. La doccia per levarmi tutto questo glitter di dosso può aspettare! E per quanto riguarda quanta polvere sbrilluccicosa alzeremo nel teletrasportarci... Beh, dopo mi prenderò un antistaminico e via! Pronta a materializzarmi quando lo siete Voi!" stringo i pugni. Mi dimeno. Voglio lottare. "E' attuata da Sarah. La ribellione." Illustra. Ammutolisco. "No..." qualcosa al petto comincia a farmi male. "Cosa? Non è possibile.". "Mi ha bandito dal Castello.". "Ma perché?" non riesco a riconoscere la mia voce alterata. "Elisasbuccia, respira." mi tiene per le spalle. Devo averlo spaventato a morte. Il suo è un consiglio. E' irremovibile. In effetti, ho dimenticato di respirare e devo recuperare l'ossigeno che mi manca. Perciò, faccio come mi dice. "E...L...I...S...A...B...E...T...T...A." ad ogni inspirazione ed espirazione infilo una lettera, per ficcargli in testa una volta per tutte il mio vero nome. "Mi ha proibito di avvicinarmi, in qualsiasi mia forma, cito testualmente, al Castello, fino a quando non avrà preparato i festeggiamenti a dovere.". Lentamente, molto lentamente, mi riprendo. "Festeggiamenti? E per quale occasione? Nessuno ancora sapeva delle mille visualizzazioni!". "Un anniversario." parla quasi a rallentatore per assicurarsi che lo comprenda al meglio. "Bada bene alla data che hai scritto in cima a queste pagine e capirai..." mi scruta e scruta ancora. "Sto bene, sto bene." lo rassicuro. "E' passato tutto. Devo chiamare all'appello le mie mirabili capacità nerd... Perdonatemi, un attimo solo. Ci ragiono sopra." mi arrampico, figurativamente parlando...? No, mi arrampico LETTARALMENTE sulle pagine per tornare ai numeri che mi servono. Vostra grazia, alzando il mento ed il naso per aria, da sotto mi osserva... Sì, con un'espressione da barbagianni vera e propria. Torno giù accanto a lui. "Oh..." mormoro. "Il trentesimo anniversario! Oggi nel Sopramondo è il 27 giugno del 2016... Ovvero ricorre la data in cui Sarah conobbe Voi e gli altri affrontando il Labirinto, quando rapiste Toby!" da un sussurro emozionato la mia voce si fa sempre più vigorosa. "Sono trascorsi trent'anni... Oddioooooooooooooo!!!!!!!!" esclamo. Ricordate ad inizio One Shot il branco di scatenati, selvaggi goblins nella mia testa? Ecco, adesso mi sono unita a loro, come un perfetto gnomo saltellante. Anche se sembro più un topino di Cenerentola che esulta, ad una quantità notevolmente alta di decibel, per la precisazione. "Un altro suono lancinante come questo e ti ritroverai ad abitare la Gora dell'Eterno Fetore." ho assordato Jareth, che si pone le mani sui timpani. "Ma non capite? E' meraviglioso!" soffio sottovoce. "Io... Che emozione!". Adesso dovrebbe arrivare il momento in cui mi mordicchio l'interno del labbro inferiore. Ma non lo faccio. Piango. Inizio a piangere. "Oh, Elisabetta." si lamenta il mio biondissimo interlocutore. "Su. Non sopporto la vista di una fanciulla versante calde lacrime.". E menomale che è malvagio, eh. Niente è come sembra in questo posto, ha ragione il Signor Verme. "E' così bello... Voglio dire..."inizio a farneticare. Pochi istanti dopo, mi coglie un'illuminazione. "E non lo farei se fossi in Voi! Non osate." lo minaccio con le stesse parole che ha usato contro Gogol, quando stava per gettare la pesca, tendendo un dito sotto il suo naso. "Temo che qualche elemento della conversazione sia sfuggito alla mia comprensione. Se è possibile." afferma. "So che avete capito a cosa mi riferisco..." continuo, implacabile. "Non osate spiarla dalle Vostre sfere! E' chiaro che voglia farVi una sorpresa, Sarah! Ci tiene molto. Perciò, fare il giocoliere con i cristalli, mentre aspettate, mi sta bene. Ma Vi avverto che Vi sorveglierò strettamente tutto il tempo, qui dentro, fino a quando non potrete fare ritorno. Mi assicurerò che non accada l'irreparabile. Dovrete mettere a tacere la Vostra tipica impazienza, pur sapendo quanto attendere Vi renda irritabile e Vi indisponi.". Lui sbuffa. "Ostinate umane!" si fa cadere sgraziatamente dove se ne stava prima, incrociando le braccia, lasciando uno stivale ciondoloni. I capricci di un bimbo viziato... E' una mescolanza tutta particolare di classe e gestualità dannatamente rock, Jareth. Come farà ad alternare il tutto, senza nel mentre generare, anche inavvertitamente, una crisi d'identità? Scende il silenzio nella stanza. Tuttavia, viene interrotto presto dal Fabbricante di Sogni. "Un ringraziamento è d'obbligo". In preda allo sconcerto non so come assecondarlo. "Per cosa?". "Per tutto l'ardore che hai dimostrato nell'infervorarti contro i nemici invisibili che minacciavano l'armonia di Goblin, del Labirinto e dei suoi abitanti. Quindi... Grazie per la fedeltà dimostrata verso il regno, Elisabetta." fa un cenno col capo, ad occhi chiusi, un sorriso serio. Come se si stesse inchinando in una riverenza che coinvolge solo la testa. Che giornata bizzarra... Forse perderò il mio cuore da qualche parte, per strada. Si è sciolto come un gelato in una giornata estiva. Potrò sopportare tutte queste emozioni? "Sire..." "Ti ascolto.". "E' un piacere ed un onore." tengo a specificare. Stiamo per sorriderci entrambi, quando la mia boccaccia rovina tutto, ma ha le sue ragioni per porgli questo quesito: "Chi pulirà qui dentro, se tutti i servitori sono occupati nell'allestire i festeggiamenti al Castello? Non potete creare una sorta di globo acchiappa polvere? Una specie di aspirapolvere. Ci servirebbe.". Tace. "Ah no, eh! Mi avete assunta per scrivere, non per pulire. E questo caos è colpa Vostra, lo dovete sistemare Voi adesso.". "Ah, sì?" dice, sgranando gli occhi per lo stupore, schizzando le sopracciglia all'insù, falsamente dispiaciuto. L'unica cosa a tradirlo è la linea sottile della bocca che non si piega né sotto né sopra. Sta solo recitando. "Okay... Non volevo arrivare a tanto, ma mi costringete... Non vedo altra soluzione.". Preparatevi, lettori, l'ho fatta grossa... "Potremmo sempre passare il tempo contando quante sfere siete capace, in un record personale e nei Guinness dei primati, di far oscillare su una mano sola. Oppure sfruttare sapientemente il tempo che ci rimane per rendere questo spazio di nuovo agibile.". "La prima opzione. Potrei farlo all'infinito e tu perderesti la capacità dell'enumerazione nel guardarmi.". "Ah, se è per quello, non l'ho mai posseduta bene... Ma se scegliete di optare per la prima proposta, dovrete farlo con naso rosso e parrucca da clown. Prendere o lasciare.". Ecco, l'ho detto. Il suo sguardo mi terrorizza. "CORRERE. ELISABETTA, DEVI CORRERE". Ah, eccola la vocetta famosa. Finalmente è arrivata. Fuggo via. Ma lui mi insegue e mi sta dietro. Due ampie falcate e già mi sta addosso. "Stavo solo scherzando, non è giusto!" mi lamento alle mie spalle mentre scappo via. "E quale sarebbe il tuo metro di giustizia, TRA LA LA?!". Ve l'ho detto. Predatore e preda. Gatto e topo. Nel mio caso, gatto sornione e topino di Cenerentola. Mi raccomando, vocetta, continua a farti presente quando è troppo tardi, eh? GRAZIE! Rido come una stupida. La Roccaforte, la mia roccaforte, è grande, troverò un posto dove nascondermi. Intanto si sente cantare "IT'S ONLY FOREVER, IT'S NOT LONG AT ALL...". Il computer fedele, che non è affatto inanimato, lascia il suo augurio per il trentesimo anniversario, riproducendo la voce di Jareth nelle note di "Underground", che riecheggia nello spazio: "E' solo per sempre, non è e poi così tanto".

A JARETH, RE DEI GOBLINS, DI GOBLIN, SOVRANO DELL'UNDERGROUND, SIGNORE DEL LABIRINTO, IL FABBRICANTE DI SOGNI (ho finito i titoli? Tremo all'idea di essermene dimenticata qualcuno, sapete quanto è suscettibile) ED A SARAH WILLIAMS, LA CAMPIONESSA DEL LABIRINTO, NEL GIORNO DEL LORO TRENTESIMO ANNIVERSARIO. Perché mai, MAI LI DIMENTICHEREMO. D'altronde, "E' solo per sempre". E, per noi, "non è e poi così tanto". <3...

(Il 23 giugno era anche l'anniversario dell'uscita ufficiale della OST di Labyrinth: 30 anni fa usciva "Labyrinth", l'album di David Bowie e Trevor Jones pubblicato il 23 Giugno 1986, colonna sonora dell'omonimo film diretto da Jim Henson).

(Il 23 giugno era anche l'anniversario dell'uscita ufficiale della OST di Labyrinth: 30 anni fa usciva "Labyrinth", l'album di David Bowie e Trevor Jones pubblicato il 23 Giugno 1986, colonna sonora dell'omonimo film diretto da Jim Henson)

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