XXI° UNA VITTIMA PREDESTINATA - PARTE SECONDA

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Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)

Grassetto: Sarah (dialoghi)

ASTERISCO* = Nota dell'autrice

Jareth non proferì parola, dopo l'affermazione lanciata da lei, rimasta ad alleggiare sulle loro teste, a lungo. Nella sua parabola discendente, la sentì cadere ed affondare, come un pesante sasso ad infrangere la tranquillità di un sereno specchio d'acqua. Sarah lo osservava. In silenzio. O almeno, così credeva di fare. I suoi occhi verdi, però, facevano tanto di quel rumore da assordarlo. E poi, improvvisamente, si chiusero. E con loro, sembrò cessare anche il frastuono che li dominava. Due porte serrate, adesso, quei portali smeraldo. Dietro i quali lui sapeva esistere un miliardo di insaziabili domande. La guardò alzare le mani, con i palmi aperti verso il soffitto, come in attesa di un segno, pronto a precipitare su di lei, simile a folgore, conficcandosi nella terra. La fissò, attonito ed ammaliato. Pareva un'ispirata vestale devota, intenta a pregare il suo dio pagano, in cerca di prodigi. Vide che, lentamente, dalle sue dita nacquero delle scintille che, crescendo, formarono delle lingue di fiamma, tutte tremolanti. Esse, allungandosi e ripiegandosi su loro stesse, si fusero, modellando della luce. Le labbra del re, in un moto di spontanea sorpresa, si dischiusero. Sarah aveva generato il suo primo incantesimo. Ed ora, riaprendo gli occhi, gli porgeva ciò che teneva sulla mano sinistra. L'aspetto della vampa, accostandosi a lui, mutò: divenne blu notte e roteò, animata, un poco più veloce, vibrando. 

"Prendi, così potremo entrambi orientarci in questa tenebra

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"Prendi, così potremo entrambi orientarci in questa tenebra." gli disse lei. "Chissà che non ci indichino la strada giusta!" sperò. "Coraggio, questo fuocherello aspetta te. Mi sembra che tu gli stia simpatico." aggiunse, morbida e dolce, scuotendo la testa, rassicurante. Così, il Signore del Labirinto schiuse il nodo delle dita. Il pugnò si aprì ed in esso, piano, l'altra fece scivolare con estrema cura il piccolo fuoco. Quando finalmente toccò il palmo della sua mano, al sovrano ricordò la sensazione che aveva provato nello stringere Toby, anni orsono: una cosa così piccola, eppure così pesante, calda, piena di vita, avvolta tra le sue braccia, la cui pelle è talmente tanto delicata e tenera, da percepire il pulsare del cuore ed il susseguirsi dei respiri, come sotto ad un sottile velo di carta il battito d'ali d'una farfalla. Ne sorrise.

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