XXXVI° L'AMORE E' REALE

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Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)

Grassetto: Sarah (dialoghi)



Le labbra di Sarah erano un morbido giaciglio dove far riposare il cuore... Finalmente. 

Così tenere, calde, accoglienti. 

Le aveva desiderate sempre ed attese, aveva aspettato che quel momento giungesse senza nessuna nobiltà d'animo, con prepotenza ed egoismo, lo riconobbe: senza pazienza, senza la benché minima volontà di lasciarla libera di decidere quando rendersi sua, di scegliere quando prenderne coscienza.

 Ed adesso che la sua bocca lo aveva incontrato, tutto ciò aveva perso completamente importanza, era decaduto. 

Dove, non aveva idea e nemmeno riteneva fondamentale scoprirlo. 

Chiuse gli occhi, degustando l'attimo in cui quei petali rosa lo avevano sfiorato, dischiudendosi appena. 

Aveva Sarah. Sì, lui aveva Sarah. 

Sarah che lo amava. 

Ogni parte vivente di Sarah, la donna che era stata, che era, che sarebbe stata, per lui. Dedicatagli. 

Rispose al bacio con una delicatezza di cui non pensava essere capace. 

Un timore, una timidezza nuove, di cui non pensava essere in grado. 

D'altronde, il tocco di Sarah fu così soave per lui. 

Il suo amare umano, seppur coi suoi ritardi, con le sue fragilità, era bellissimo, intenso, profondo. 

Talmente tanto incantevole che provò... Provò... Non lo seppe definire con certezza. 

Come se qualcosa dentro gli si fosse dilatato, ampliato. 

Era sempre così con lei. Con un suo sorriso, un suo sguardo, ciò che diceva. 

Gli apriva enormi e nuovi spazi interiori e poi lo accompagnava a visitarli, gettandovi luce e meraviglia. 

E tutto quell'amore, quell'ardore crebbe e crebbe ancora nel suo intimo. E così in quello della sua amata. 

Inspirò il suo profumo. 

Gli parve di respirarla. Di respirare Sarah, la sua anima, la sua essenza. Ogni tratto che la componeva. 

Di respirare quel bacio che fioriva, sbocciava, s'apriva a loro. 

Successivamente sentì che lei si abbandonava totalmente al suo abbraccio. 

Intrecciò le dita nei suoi capelli neri, folti, soffici. 

Le accarezzò il viso languidamente, più e più volte, dopodiché le avvolse la schiena e la vita con le braccia, stringendola a sé. 

Il fondersi del battito dei loro cuori accelerati che correvano l'uno verso l'altro, dei loro respiri, della loro pelle gli sembrò la più sublime delle unioni. 

Quasi si rammaricò della sua carne, come se fosse stato un limite, un confine da abbattere tra loro due, ma poco dopo se ne pentì: perché si riempiva di lei, ai suoi margini vi era lei, la incontrava. 

Il bacio parve non conoscere una fine. 

Non seppe dire più dove cominciava lei e finiva lui. 

Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora