XXXIV° MEMORIE - PRIMA PARTE

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Corsivo: punto di vista di Jareth (dialoghi e riflessioni)

Grassetto: Sarah (dialoghi)

Normale: altri personaggi, dialoghi (padre di Sarah, esaminatori, Robert, amici di Robert, Karen, Tom)

* ASTERISCHI = Note dell'autrice




Correva, lanciata, verso la scala a chiocciola che le spettava. 

La sua Sarah correva sempre, come i sogni eterei senza meta che le aveva descritto, nascondendogli quando s'incrinavano le sue convinzioni, travolta dalla confusione. 

In qualunque direzione, poco importava. 

Correva e con la corsa rifioriva la forza, in ogni singolo pezzo di lei, per procedere, avanzare nelle sue ricerche. 

Ma stavolta, forse, era diverso: lo faceva per un motivo differente. 

Non poteva sopportare oltre Il loro addio. La stava uccidendo. 

E con lei, iniziò a correre anche lui, dall'altro lato. 

Salì la scala rapido, senza fiato, gradino dopo gradino ed arrivò di fronte alla scatola rettangolare, di legno profumato e riccamente intarsiato, di cui gli aveva parlato la Mente di Sarah Williams. 

Con un lieve tremolio di dita, causato dalla tensione, ne aprì la chiusura a molla e sollevò il coperchio. 

Era la prima volta che poteva affermare con certezza di non sentirsi sicuro di niente. 

Perché conosceva Sarah, ma non quella con cui aveva perso i contatti poco prima che il regno si ammalasse e, con esso, anch'egli. 

Quando Sarah aveva deciso di andare in terapia ed assumere le pillole. 

Infilò un piede e poi un altro, stabile, sul fondo, che si fece improvvisamente cavo. 

Scivolò. Cadde e cadde ancora. 

La sua bocca si aprì senza emettere alcun suono, le sue grida si persero nello spazio circostante senza essere udite. 

Si ritrovò sospeso tra un turbinare di voci sconosciute incomprensibili, di cui non riusciva a distinguere le parole e la provenienza, con un mescolarsi scomposto di profumi non identificabili, immagini di persone, di oggetti, di luoghi, di cose e di colori mischiati tra loro, che prendevano lentamente forma. 

E tra di essi, vide Sarah, quasi del tutto serena mentre, con gli occhi chiusi, si ritrovava a galleggiare in quello spazio mutevole, che avrebbe mutato anche lei. 

La chiamò più volte, ma non lo sentì, così come anche lui non ebbe modo di ascoltare la sua stessa voce.

 Infine, tutto attorno a loro, nel tornado, si fece materia.

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Jareth si ritrovò nella camera di Sarah, della sua vecchia casa. 

Quest'ultima, tornata quindicenne, sedeva davanti alla toeletta come era solita fare. 

Non c'erano più foto, né pupazzi, né il carillon, né il rossetto o la corona o... Il libro. 

Solo la sua immagine riflessa. 

"Non puoi dirglielo, Sarah." la sentì parlare, rivolta a sé stessa. "A nessuno di loro. Finiresti in una cella di isolamento. E porresti in grave pericolo la vita dei tuoi amici. Metti da parte tutti questi pensieri... Che sia un segreto!" si guardò dritta nello specchio.

Labyrinth Mind (in revisione COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora