Si addentrarono nella foresta. Il sole era al cardine della sua temperatura, e i raggi cocenti filtravano incontrastati. Macaria tagliava le liane con l'aiuto di una lancia creando uno sfregare di foglie; il bambino era intento a guardare, con un frammisto di incredulità e paura, Anja e Dablo, che proseguivano ondeggiando le loro code.
«Dove siamo diretti?» Domandò Barry a Macaria, e la sua voce parve essere amplificata a causa dell'eco disorientante.
«Acatitlan. La capitale della regione dei Dirupi delle Aquile.»
Barry riandò con la mente ad Otumba, la capitale della Regione del Bosco Intricato: ebbero un clamoroso benvenuto, per non parlare di Tenochititlan. Ogni capitale in cui Barry si era recato, aveva creato scompiglio. Eppure non era suo intento disturbare la popolazione dell'Unico Mondo, desiderava soltanto aiutare Macaria e approfondire la conoscenza di se stesso.
«Quanta strada ancora c'è da fare?» Chiese Barry osservando con un pizzico di curiosità l'atteggiamento del bambino nei confronti dei due animali. Era assuefatto dal comprendere come Anja e Dablo potessero camminare di fianco a Barry senza sbranarlo.
«Molta.» Rispose Macaria imperterrita a sgusciare fra le vegetazione.
«Scommetto che ti starai domandando come tutto ciò sia possibile? » Insinuò Barry buttando lo sguardo verso Anja e Dablo. «Come ti chiami?»
«T-Tlachinolli.» Rispose il bambino balbettando senza però distogliere l'attenzione dagli animali. «Perché non ti assalgono?» Proseguì pieno di curiosità.
«Sono miei amici.» Rispose Barry facendo l'occhiolino.
«Voglio stringere anch'io un'amicizia.» Si fece avanti Tlachinolli affiancandosi a Barry e sporgendosi per cogliere ogni movimento di Anja e Dablo.
Barry dovette ricredersi; il bambino dimostrò coraggio.
«Bisogna essere in sintonia con loro. Non tutti possiedono un'animo capace di ammansirli.» Rispose Barry guardando in avanti.
«Voglio trovare anch'io un animale e mettermi in sintonia.» Ribatté Tlachinolli euforico. La vita aveva spazzato via la morte, che poche ora fa controllava il volto del bambino.
«Lo troverai.» Continuò Barry solenne.
«Macaria, dovremmo cercare un sottopassaggio.» Tuonò Barry a Macaria, che li aveva quasi seminati.
«Per fare cosa?» Ribatté lei dopo un paio di minuti affacciandosi.
«Boyce, la voce, potrebbe darci un piccolo passaggio.» Sentenziò Barry. Macaria era sparita dal suo raggio visivo. Sgattaiolava scaltra nella foresta, e conosceva quel posto come le sue tasche.
«Preferisco camminare, piuttosto che sprecare tempo a trovare degli inesistenti sottopassaggi.» Si ostinò lei in tono scomposto.
Uno scroscio indistinto fece cristallizzare Barry e Tlachinolli. A pochi metri dalla loro posizione, il terreno si schiuse e un varco buio comparve dinanzi ai loro piedi.
«Cosa diavolo...?» Si domandò cercando di contemplare lo stupore. «Si è appena aperto un varco.» Urlò in direzione della ragazza. E dopo alcuni minuti la ragazza raggiunse la loro posizione e contemplò il varco. «Cos'è successo?
«Appena ho menzionato Boyce è comparso questo passaggio. Entriamo, ma Anja e Dablo vengono con noi.» L'avvisò Barry. Tlachinolli si sfregò i palmi delle mani sul cuoio capelluto e si ripeté a se stesso, incredulo, di trovarsi in un sogno.Barry entrò per primo nel varco inabissandosi nel buio; appena si intrufolò il corridoio venne illuminato da alcune luci affisse al soffitto di pietra. Dietro di lui, Macaria e Tlachinolli scesero i gradini riproducendo un ticchettio.
«Signore, ha richiesto il mio aiuto?» Proruppe Boyce con la sua mansueta voce meccanica. Tlachinolli sobbalzò, posizionandosi spalle al muro scistoso e starnazzò come una ragazza.
«Grazie Boyce. Come hai fatto a sentirci?» Domandò Barry scorgendo la fine dell'androne.
«Signore, nei suoi indumenti è presente un localizzatore microscopico, che mi segnala la sua posizione.» Rispose Boyce.«Come hai osato mettere un aggeggio a mia insaputa?» Barry assunse un'aria risentita.
«Signore, sono stato creato per proteggerla. Se perdo lei non ho nessun altro compito da svolgere su questo pianeta.» Enunciò la voce.
«La prossima volta avvertimi.» Ordinò il ragazzo riassumendo un tono normale.
«Ma certo signore.»
«Conosci questa voce?» Proruppe Tlachinolli inebetito. «Chi siete voi?» Domando infine terrorizzato.
«Lo conosco da poco a Boyce. Dice che è stato creato per proteggermi. Chi siamo? Degli umani come te, o almeno Macaria lo è.» Gli rispose Barry emettendo un sorriso.
«Dobbiamo accompagnare il bambino.» Intervenne Macaria spezzando l'atmosfera
Tlachinolli guardò la ragazza poi ributtò lo sguardo su Barry. «Il mio scopo era venire sacrificato per poter raggiungere mia madre.» Espose Tlachinolli calando il capo fra le spalle. «È morta ed è tutta colpa mia.» I suoi occhi si ingrandirono a causa delle lacrime. Barry non poté che provare tenerezza. Quel bambino gracile e debole si ritrovava ad affrontare quella realtà privo del sostegno della madre. A volte il destino giocava strani scherzi.
«Cosa le accaduto?» Domandò d'istinto.
«Abitavamo a Poptlan. Era un giorno in cui la palla infuocata non era presente in cielo. Io giocavo con alcuni bambini nella piccola piazzola presente nel nostro villaggio, e mia madre era nella capanna, indaffarata a prepararmi la cena. Non si accorse che un uomo entrò in casa, e quando sentii delle urla provenienti dalla mia abitazione, mi precipitai a raggiungerla. Appena varcai la soglia della capanna, un soldato tentava di stuprare mia madre, ma lei si opponeva con tutte le sue forze. Io avvistai un pugnale, che era poggiato sul tavolo, e lo conficcai nella schiena dell'uomo. Il soldato morì pochi minuti dopo affogato dal suo sangue. Non fui l'unico a sentire le urla, anche gli amici dello stupratore si precipitarono nella nostra capanna e mi trovarono in flagrante. Mia mamma mi strappò via il pugnale dalle mani e lo lanciò contro un soldato. Il colpo non andò a segno e il soldato trucidò mia madre a sangue freddo...» Tlachinolli interruppe la spiegazione della storia e scoppiò in un pianto liberatorio; singhiozzava e cercava di arginare le lacrime con l'uso delle mani. Barry si avvicinò e circondò le sue braccia intorno alla sua vita.
«È d-da quel g-giorno che v-voglio m-morire.» Continuò il bambino singhiozzando.
Barry lasciò che la rabbia repressa di Tlachinolli trovasse un punto di sfogo. Macaria aspettò con un piede poggiato al muro e con le braccia conserte. Nulla la scalfiva, era rigida come un pietra.
Dopo che il pianto del bambino terminò, Barry gli intimò di seguirlo e insieme percorsero il corridoio sino ad arrivare ad una parete levigata. Boyce emise la luce blu e scansionò il bulbo oculare di Barry; dopodiché la parete si schiuse e apparve l'ascensore dalle pareti metalliche. Barry si voltò, e noto che Macaria stava raggiungendo la sua posizione, e alle spalle della ragazza c'erano anche Anja e Dablo, che procedevano a passo lento. «Forza ragazzi. Siete dei felini, dovreste correre.» Li incitò Barry, e quando tutti furono entrati nell'ascensore, Boyce chiese la destinazione.
«Boyce, possiedi una stanza dove il bambino possa lavarsi e vestirsi?» Domandò il ragazzo sollevando lo sguardo.
«Certo signore.» Confermò l'intelligenza artificiale.
«Mantieniti.» Raccomandò Barry a Tlachinolli. Le ante cigolarono per poi chiudersi e l'ascensore li spinse, tutti a destra con una forza prorompente.
«Destinazione raggiunta.» Li aggiornò Boyce.
La porta si spalancò. Alcuni divanetti rossi in pelle erano ordinati spalle alla parete grigia e la stanza era tersa. La luce bianche rendeva la camera candida.
«Boyce, porta i miei due amici ad Acatitlan.» Disse Barry accarezzando dolcemente entrambi i felini e ringraziandoli per averlo soccorso.
«Agli ordini, Signire.» Barry, Macaria e Tlachinolli fecero un passo verso la stanza, mentre la ante dell'ascensore si richiusero con un tonfo.
«Sembra tutto fantastico. Come hai conosciuto questa voce?» Domandò Tlachinolli perlustrando la zona sbalordito.
«Il nostro primo incontro è stato molto brusco, almeno per quanto mi riguarda. Poi ho constatato che Boyce conosceva un mio vecchio amico e da allora mi sono fidato. Confermi Boyce?»
«Confermo, Signore.» Nella mente di Barry balenò il viso del Vecchio Airone, ma quando i suoi occhi si posarono sullo sguardo cupo di Macaria, il volto del Vecchio Airone si dissolse.
«Ora va' in quella stanza. Boyce ti dirà cosa devi fare.» Barry liquidò il bambino indicando la porta di vetro. Tlachinolli, senza indugio, si apprestò a raggiungere il varco e venne inghiottito dalla luce abbacinante di quella stanza.
«Mi dispiace per tua madre.» Sibilò Barry una volta che la porta si chiuse.
«Non mi arrenderò, la troverò.» Rispose fredda bighellonando.
Barry rimuginò per qualche secondo. «Come possiamo intrufolarci a Tenochtitlan, dal momento che sanno chi siamo?»
Macaria interdetta, si prese qualche minuto per rispondere. «Riunirò tutti le regioni e i popoli se è necessario.»Era quel lato guerriero di Macaria che piaceva tanto a Barry. Macaria non si arrendeva, la speranza era sempre viva in lei. Barry era ancor più convinto di aiutarla nel suo tentativo di salvare la madre, mettendo, ancora una volta, in secondo piano ciò che la voce gli aveva rivelato.
STAI LEGGENDO
Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]
Science Fiction***** WINNER WATTYS 2016 ****** Nel XVI secolo un ragazzo di nome Barry Evans decide di abbandonare il suo paese, per approdare nel Nuovo Mondo, precisamente sulle coste messicane. Fin da bambino Barry possiede una dote innata, conosce tutte le l...