CAPITOLO 39 - SCOSSA

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Barry doveva in qualche modo prendere le redine della situazioni in mano, ma lo stupore di trovarsi di fronte ad un esercito naturale formato da una vastità di animali era abbastanza da fargli ottundere la mente. Ma ad un tratto constatò che Achcauhtli era già in viaggio per la volta di Acatitlan e di conseguenza, Barry non poteva concedersi altro tempo per ammirare il miracolo della natura.
«Dobbiamo partire!» Berciò il ragazzo distogliendo lo sguardo dagli animali, ma nella sua mente sentiva di essere in contattato con ogni singolo esemplare. Era come se milioni di voci popolassero i suoi pensieri. L'esercito naturale iniziò ad avanzare, mentre il popolo dei cani buttò l'attenzione su Barry. Per alcuni secondi l'ombra del silenzio aleggiò sulle loro teste, poi per qualche strano motivo, i guerrieri tripudiarono, urlando: "UOMO BIANCO! UOMO BIANCO".
Dopo gli attimi di visibilio, il popolo dei cani cambiò rotta, e tutti insieme si incamminarono con l'obiettivo di raggiungere il popolo degli aironi guidato dal comandante di Cuautitlan.
Barry promise a Necahual di vendicare il padre, e in cambio il bambino giurò di fare il bravo. Da lontano Cualli corse verso Barry, a primo impatto non notò la schiera di felini, poi avvistò gli animali e bloccò la sua corsa raccomandando al ragazzo di tornare sano e salvo.

Camminarono tutta la giornata; il sole iniziò a dare cenni di cedimento dando spazio al buio della notte. Si accamparono nel bosco e i guerrieri del popolo dei cani racimolarono dei rami rinsecchiti e accesero dei piccoli focolari, mentre gli animali dell'esercito naturale si stanziarono lontani dal fuoco.
Barry si sdraiò su un giaciglio creato all'istante con rami e qualche erbaccia; pensò che il giorno seguente avrebbe dovuto raggiungere Achcauhtli e cadde nella tentazione di immaginare un'improvviso incontro con Macaria. Era supino con le mani unite dietro la collottola e il sonno tentava di inghiottirlo, ma d'improvviso sentì muoversi qualcosa sotto di lui come se la terra stesse emettendo un uzzolo. Barry cominciò ad allarmarsi: a primo acchito pensò di essersi impressionato, ma quando si issò in piedi, dei trambusti, simili a vecchi ingranaggi di rocce, si espansero nell'aria. I soldati, alcuni assonati altri con occhioni vispi, si alzarono all'unisono come automi. Il trambusto divenne più acuto e la terra cominciò a tremare: fu in quel momento che Barry constatò che un terremoto era nel vivo della sua attività.
Gli animali, stanziatosi a pochi metri, iniziarono a dare di metto riproducendo versi echeggianti. Barry tentò di instaurare una connessione, ma ne uscì un vero e proprio fallimento. Una schiera di felini correvano lesti verso ai soldati. Il comandante del popolo dei cani guardò Barry in cerca d'aiuto, ma il ragazzo non aveva la più pallida idea di cosa fare; era assorto nei più oscuri pensieri poiché Anja e Dablo avanzavano spediti nella sua direzione. I soldati brandirono le armi e inalberarono le torce con l'intento di spaventare la pericolosa l'avanzata degli animali, ma fu tutto inutile. I felini galoppavano privi di paura, mentre il terreno non cessava di oscillare. Un imponente tronco nella traiettoria di Anja e Dablo cominciò a dondolarsi a destra e manca. Barry eri in preda al panico, i suoi muscoli non rispondevano più ai comandi e aveva intuito che i due felini non erano più in loro; il terremoto che era in atto aveva fatto imbestialire tutti gli animali.
Barry si prese del tempo per ragionare e si trovò costretto a constatare che ormai non aveva via di scampo e concluse che se la morte lo attendeva, meglio che non l'avrebbe fatta attendere.  Si lanciò in una corsa a perdi fiato con l'obiettivo di salvare i due felini dall'enorme albero che ormai era sul punto di schiantarsi al suolo. Nel contempo il branco di giaguari azzannò i soldati-cane. Alle spalle di Anja e Dablo comparvero una miriade di lupi inferociti intenti a raggiungere la posizione dei propri padroni.
Il tronco si staccò nell'esatto momento in cui Dablo si trovò a passare. Barry si lanciò ugualmente allungando le sua mani, ma non riuscì ad evitare il peggio.
Lo spesso tronco stramazzò sul manto maculato di Dablo, lasciando l'animale incastrato e moribondo. Barry emise un urlo disumano e la terra parve cessare la sua sete di distruzione. Anja bloccò di scatto la sua corsa assassina verso il ragazzo; Dablo era inerme con del sangue che fuoriusciva dalla sua bocca.
Barry, disperato, tentò di sollevare il tronco, incoraggiando Dablo a resistere ancora un po'. Ma le forze di Barry non gli consentirono di riuscire nel suo intento e il felino respirava a fatica.
Barry affondò le sue mani sul viso e berciò; la sua voce echeggiò nella foresta.
Tutti gli animali sembravano essere ritornati alla normalità. Il ragazzo, con la vista oscurata, sentì dai passi avvicinarsi; dopodiché una mano tocco dolcemente la sua spalla. «Animali impazzire quando terra tremare.» Barry si volto e vide il volto pallido del comandante del popolo dei cani. Nonostante tutto, anche i primitivi gli dimostrarono di possedere empatia.
Anja, rinsavita, si avvicinò a Barry strusciando il suo folto manto nero contro la gamba del ragazzo ed emettendo dei latrati angoscianti.
«I tuoi uomini potrebbero aiutarmi ad alzare il tronco?» Chiese Barry all'uomo che aveva dinanzi. La sua voce era intrinseca di sconforto e le lacrime gli imperlarono il viso. Il primo incontro che ebbe con Dablo gli apparve nitido nella sua testa: era con Macaria, e Dablo sbucò da un ramo costringendo Barry a darsela a gambe; dopodiché il ragazzo capì che aveva la straordinaria dote di stabilire una connessione telepatica con il felino e così in poco tempo Dablo divenne il suo insperabile amico, al fianco di Anja. Ed ora, lo stesso amico che gli avevo salvato la vita diverse volte era schiacciato sotto il peso di un'enorme tronco. La natura aveva soverchiato Dablo.
Il comandante del popolo dei cani fischiò e fece cenno ai suoi uomini di intervenire in aiuto di Barry. I soldati non sembravano affatto sbigottiti della vicenda appena accaduta al contrario di Barry che era in un stato di trance. Tutti insieme riunirono le forze e sollevarono di qualche centimetro il tronco; Barry, abile, sgattaiolò trascinando la carcassa di Dablo lontano dal luogo in cui era crepato. Una volta appuratosi che il corpo dell'animale fosse stato trasportato lontano dal tronco, i soldati allentarono la presa e il trono stramazzò al suolo con un boato infernale che riecheggiò nella tetra nottata priva di stelle.
Barry appiccò del fuoco radunando dei rami e adagiando il corpo di Dablo su di essi. Le faville emersero dalle fiamme e a poco a poco Dablo cessò di esistere. Barry aveva già perso un amico e finì per domandarsi se la sua decisione di radunare l'esercito naturale fosse stata la decisione giusta da prendere.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora