CAPITOLO 29 - FUGA

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Maledetto Izel! Pensò Barry. Odiava quel ragazzo sin da loro primo incontro.
La sua mente iniziò a pensare a tutte le vie di fuga possibili, ma si trovava poggiato su pedana a chissà quanti metri di altitudine. Dall'alto. Barry udì un ressa di persona, mentre la pioggia scendeva giù imperterrita.
«Verrete sacrificati entrambi.» Si sgolò Izel.
«Non mi sarei mai dovuta fidare di te.» Urlò ancora più forte Macaria.
Barry iniziò ad avvilirsi accasciandosi sulla pedana penzolante nell'aria. Non poteva perdonarsi. Solo perché non aveva avuto il coraggio di affrontare dignitosamente la sua morte i suoi amici dovevano essere sacrificati. L'azione più giusta da compiere era arrendersi alla sorte, al suo destino o come avrebbe detto il Vecchio Rapace, al suo tònali. La causa che l'aveva spinto a raggirare la morte era Macaria. Barry non concepiva un mondo in cui non avrebbe potuto vedere la ragazza.
D'improvviso la pedana iniziò a prendere quota. Barry fu preso di soprassalto tanto che si dovette aggrappare al parapetto per evitare di scivolare.
«Barry scappa, trova una via di fuga. So che puoi farcela. Non badare a me, me la caverò. Scappa da queste bestie.» Un brivido gli attraversò la spina dorsale. Solo la voce di Macaria poteva dargli la forza di ritornare al presente e di lasciare per un attimo i rimorsi da parte. il suono rauco, ma al contempo soave di Macaria, in quella notte oscura, fece ritornare Barry in sé. Macaria gli aveva suggerito disperatamente di fuggire, ma trovare una via di fuga sospeso in aria e sorretto da un pedana, era tutt'altro che un gioco da ragazzi.
Ad un tratto, quasi come se il suo tonàli gli avesse teso una mano, Barry udì degli striduli, che echeggiarono in tutta la valle. Dalle spesse gocce di pioggia, si intravidero i nipoti di Nimbly, le due aquile che poche ore prima erano poggiate sul braccio del Vecchio Rapace. Dietro i nipoti di Nibmly, comparve un enorme aquila che volava elegantemente sopra le altre due oscurandole.
Barry contemplò quel miracolo della natura, e non riuscì a trattenere un sorriso di gioia.
I tre rapaci, volarono verso Barry, come se fossero sincronizzati tra loro. L'enorme aquila si avvicinò librando maestosa nell'aria. Possedeva delle ali enormi, che anche con la pioggia si intravedevano da chilometri di distanza. Il sontuoso pennuto si accostò a pochi metri dal parapetto. Lo sguardo arguto luccicava di un bianco abbacinante e il becco giallo spiccava nell'oscurità. Barry ebbe una strana sensazione e non ci volle un sguardo per stabilire un contatto. Le due menti erano già in sintonia. L'aquila avvinghiò i suoi acuminati artigli sulla maglia del ragazzo e nel frattempo le due altre aquile - che in confronto al sontuoso rapace erano invisibili - avvinghiarono i loro piccoli artigli nelle gambe del ragazzo.
I piedi di Barry iniziarono a sollevarsi dal suolo, e sorpassarono il piccolo parapetto. Guardò l'intero panorama attonito, anche se non distingueva gli oggetti nitidi a causa della pioggia. Le aquile si sollevarono e raggiunsero l'altezza di Acatitlan. Barry guardò dabbasso, e intravide Macaria e Tonalnan. Entrambi erano tenuti sotto custodia da due soldati aquila, ma l'ombra dell'enorme aquila coprì l'intero suolo. Quasi tutti rimasero a bocca aperta, eccetto Izel, che aveva il solito sguardo accigliato e Macaria che sganciò un sorriso beffardo. Ihuciatl uscì dal suo edificio guardando i visi imbambolati dinanzi a lui; quindi sollevò lo sguardo verso l'alto, rimanendo con la bocca spalancata per pochi secondi, poi senza perdere tempo ordinò ai suoi sudditi di abbattere l'aquila. I guerrieri si scrollarono di dosso lo stupore e raccattarono gli archi. Un uomo prese la lancia e la scagliò, ma fallì il bersaglio. Alle spalle del  Riverito Oratore, sbucò il Vecchio Rapace con lo sguardo verso l'alto e un sorriso a trentadue denti. Barry, ancora sorretto a mezz'aria, tentò di mettersi in groppa all'aquila, e dopo vari tentativi riuscì ad inerpicarsi, mentre la prima ondata di frecce venne scagliata. Le due aquile del Vecchio Rapace svoltarono verso l'anziano.
«Grazie!» Pronunciò Barry, in un suono che quasi non udì lui stesso. Ora padroneggiava l'enorme pennuto e così svoltarono in direzione di Macaria. Barry cercò di estrapolare un piano per salvare la ragazza, ma quest'ultima era circondata da una miriade di soldati.
«Verrò a prenderti.» Disse urlando come un forsennato, nel momento in cui la seconda ondata di frecce si scagliò colpendo Barry ad una gamba e l'aquila ad un ala. Un dolore lancinante permise a Barry di emettere un grugnito. Macaria sfoggiò un debole sorriso e lo guardò con un sguardo che sembrò essere un addio. Tonalnan tenne la bocca spalancata senza chiuderla una sola volta. Ximil, il soldato spavaldo, era ancora disteso al suolo dormiente con la pioggia che lo penetrava in ogni parte del corpo.
L'aquila fece dietrofront, intraprendendo la strada che portava al dirupo. Barry roteò il busto guardando per un'ultima volta Macaria. Si domandò se l'avrebbe più rivista, ma poi si  voltò e giurò a se stesso di venirla a riprendere.
Planarono sulle teste degli eserciti alleati, che illuminavano la radura con le loro fiaccole giallognole in quelle notte piovosa.  Barry calò il suo sguardo verso la freccia conficcata nel suo ginocchio destro; strinse la parte esteriore del pezzo di legno e la tirò con tutte le sue forze emettendo un urlo che echeggiò sino a terra. L'aquila nel contempo perdeva quota dirigendosi verso un bosco al ridosso dello stanziamento degli eserciti alleati. Barry era scappato dalla grinfia di Ihuicatl, ma ora aveva un altro obiettivo: recuperare Macaria.
L'aquila si avvicinò sempre di più al suolo fin quando i suoi artigli entrarono in contatto con il terreno limaccioso.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora