CAPITOLO 41 - SCONTRO

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Ogni instante scorreva a rallentatore; dagli ostaggi si levò un acuto fischio, senz'altro doveva trattarsi del richiamo dei lupi. Il pazzo che Barry aveva davanti osservò il soldato con aria sospettosa. Nel contempo Necahual cominciò a singhiozzare più intensamente e Anja, con uno scatto fulmineo, si precipitò verso l'uomo che serrava il bambino tra le grinfia.
«Lupi!» Annunciò un assalitore avvilito scorgendo un branco di canidi avvicinarsi pericolosamente.
L'espressione dell'uomo che Barry aveva a pochi centimetri, mutò diventando un volto nero e tetro.
«Chimàli, corri» Disse l'uomo urlando riferendosi ad un suo adepto. Un assalitore allentò la presa su un soldato e precipitò a correre verso la foresta per poi essere inghiottito dalla fitta boscaglia. Barry, nel frammisto, raccattò l'arco che poco prima aveva poggiato al suolo. Da lontano le zampe dei lupi tuonavano sul terreno dei lupi, mentre gli assalitori  cominciarono a sgozzare il collo di alcuni soldati.
Il comandante del popolo dei cani, grondante di sangue, seppe riprendersi dall'ottundimento e agilmente assalì il farabutto, che poco prima gli stava sferrando dei colpi in pieno volto.

Il cannibale che era impegnato a squartare un soldato, si accorse che Anja avanzava verso di lui, ma il suoi riflessi lo tradirono, poiché l'enorme pantera nera gli addentrò le sue fauci direttamente nel cranio, facendo cadere Necahual bruscamente al suolo.

Il folle dinanzi Barry iniziò a correre verso di lui, caricandosi con un urlo grottesco. Barry in un nanosecondo fletté la corda dell'arco e scoccò la prima freccia, che colpì l'uomo, ma stranamente non gli recò alcun danno. Si armò della seconda freccia, colpendo l'avversario. Ma i due colpi non arrestarono la spietata corsa del folle, che raggiunse Barry e lo scaraventò al suolo. I due ruzzolarono; poi l'uomo serrò le sua mani al collo di Barry. All'impatto l'arco cadde E Barry si trovava impossibilitato a raggiungerlo, poiché l'ossigeno nel suo cervello iniziava a defluire lentamente. La vista del ragazzo si annebbiò e  la sua bocca divenne un deserto. Il folle stringeva serrava sempre di più la presa; le mani di Barry erano impegnate a mantenere la il viso del cannibale, che era tentato ad assaggiare la sua pelle. Di colpo vide il mondo divenire misero e insignificante, ma il suo istinto di sopravvivenza lo costringeva a trovare un qualsiasi appiglio. Con il braccio destro allentò la prese sulla faccia dell'uomo e tento di prendere l'arco, ma le sue dita sfioravano l'arma. Si spinse con il busto verso destra, nel contempo l'uomo si voltò e capì l'intento di Barry. Gli assestò un colpo nella fessura del braccio, allentando la presa alla gola. Un dolore lancinante gli invase tutto il corpo, lasciando partire un urlo sovrumano. Il suono sovrastò il rumore delle fauci dei lupi che sbranavano gli assalitori.

La trachea di Barry era sul punto di spezzarsi e con il dolore che gli circolava in corpo e il viso demoniaco dell'uomo che aveva dinanzi, riprovò a prendere l'arma. L'uomo si approntò ad assestare un altro colpo nel punto che aveva colpito pochi attimi fa, ma Barry si spinse con tutto il suo peso verso l'arco e alla fine lo arpionò. In un attimo di lucidità, scaraventò l'arma sul cranio del cannibale con tutta la forza che gli era rimasta nel braccio ferito. L'uomo parve subire il colpo, allentando ancor di più la presa dell'unica mano che aveva sul suo collo. Ma qualche attimo dopo si riprese. Del sangue gli iniziò a gocciolare dal cranio, ma Barry prontamente gli riassestò un altro colpo nel medesimo punto. Questa volta l'uomo subì il violento colpo, accasciandosi al suo fianco. 
Il ragazzo inspirò un gran quantità d'aria. Sentiva ancora le mani del cannibale strette alla sua gola e si toccò la pelle poiché uno spossante bruciore gli precludeva di proferire parola. Strizzò ripetutamente le palpebre e la vista fu ripristinata, ma non del tutto. Fece appena in tempo a roteare il capo e a vedere che il comandante del popolo dei cani stava prendendo la rincorsa per assestare il colpo definitivo all'uomo di fianco a Barry. Urlò, ma ne uscì soltanto un filo di voce, che non fermò il colpo d'ascia che pose fine alle sofferenze del cannibale.
Lo sguardo del ragazzo era fermo sul volto dell'uomo sfigurato dalla lama che gli era stata appena conficcata dal comandante del popolo dei cani. Barry aveva intenzione di porre delle domande al cannibale, una particolare: per quale motivo quell'uomo al grido del cannibale era sfrecciato dritto nella foresta, ma ormai il comandante del popolo dei cani aveva già estratto la lama affilata al cuoio capelluto del malcapitato. 


Il comandante gli tese la mano e Barry l'afferrò, prima di pulirsi il viso insudiciato di gocciole di sangue. I soldati del popolo dei cani, con il decisivo aiuto dei loro fedeli lupi, uccisero la stragrande maggioranza degli assalitori. Alcuni scontri erano ancora in atto, altri erano finiti con l'inevitabile spargimento di sangue. Ma nonostante l'intervento dei canidi, gli alleati di Barry avevano subito gravi perdite.
«Ordina ai tuoi uomini di fermarsi, ci servono vivi!» Disse con un filo di voce il ragazzo, mentre si tastava ancora la gola indolenzita. Anja era vicina a Necahual, e lo proteggeva da chiunque si avvicinasse. Barry corse verso il bambino, che aveva una espressione visibilmente scossa, e lo strinse fra le sue braccia. Nel frattempo il comandante berciando decretò la fine dello scontro.
Un gran numero di corpi, sia di soldati sia di assalitori, erano ammassati e contribuivano a rendere lo scenario macabro. I cannibali rimasti in vita si contorcevano dal dolore: alcuni avevano la carne che gli si appendeva dalle gambe, mentre altri erano ricoperti interamente di un rosso carminio. Barry notò, che nonostante la sconfitta, i cannibali sfoggiavano un sorriso beffardo, come se in fondo avessero vinto lo scontro;  allentò la presa su Necahual e si approntò ad andare verso i superstiti, che erano a carponi al suolo e sputavano sangue.
«Dov'è andato il vostro amico?» Tuonò da lontano con aria minacciosa; notò che la rabbia aveva fatto ricaricare le corde vocali; ma nessuno rispose.
«Dov'è andato il vostro amico poco prima dello scontro?» Ringhiò più forte il ragazzo.
Tutti i cannibali avevano lo sguardo rivolto al suolo. Il comandante si prese la briga di assestare un calcio al primo malcapitato. L'ultimo uomo alla destra di Barry, tossì e cacciò sangue nello stesso momento, poi iniziò a ridere. Barry si avvicinò al cannibale, che evidentemente trovava divertente la situazione, e gli alzò il volto. Nonostante si trovassero faccia a faccia, l'uomo continuò a sogghignare facendolo adirare.
«Dov'è andato il tuo amico?» Domandò ad un centimetro dal volto sfigurato.
L'uomo continuò a ridere e Barry esplose assestandogli un colpo in pieno volto. La testa del cannibale penzolò al suolo, ma le sue labbra erano più attive che mai: «Il nostro compito non era altro che farvi perdere del tempo e ci siamo riusciti.» Si interruppe, tossì e sputò un grumolo di sangue.
«Continua.» Gli ordinò Barry, mentre il cannibale a stento riusciva a tenere retto il busto.
«L'uomo che il nostro comandante ha fatto fuggire... Doveva avvisare i nostri alleati che vi avevamo individuati. Ormai è troppo tardi per fermarlo.» Si bloccò, ma Barry ritornò alla carica. «Chi va ha mandato?» Gli urlò in faccia senza compassione.
«Un ragazzo dai capelli lunghi.»
Barry fu colto alla sprovvista. La sua espressione da furiosa passò ad incredula. Come faceva Izel a sapere che lui aveva radunato un esercito? Quel farabutto faceva la sua comparsa sempre nei momenti meno opportuni, d'altro canto Acatitlan era sempre più vicina e con essa la via della verità. Ora non restava che rimettersi in marcia e raggiungere l'esercito della regione dei pescatori, anche se avevano subito gravi perdite, prima Dablo e poi una gran quantità di soldati-cane.
Dopo l'ultima frase, l'uomo perse i sensi e cadde esanime al suolo. Nel contempo il comandante del popolo dei cani si divertì a martoriare i cannibali.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora