CAPITOLO 45 - LABORATORIO

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Scudi, archi e asce con l'aggiunta di sangue rendevano il terreno pieno d'insidie.

Barry si avvicinò alle fiamme e sporse la testa, ma un secondo dopo la ritrasse. Miriadi di ossa scoppiettavano tra il rossore assuefacente del fuoco e un fetore di cadavere si propagava nell'aria.

Barry avvertì un calpestio accompagnato da un disperato urlo. Izel brandiva una spada tra le mani e goffamente di apprestava a colpire Barry.

Aveva un aspetto logoro con della fuliggine che gli celava il volto.

Il ragazzo si approntò a caricare una freccia e la scocca dritta in una gamba d'Izel. Quest'ultimo urlo stramazzando al suolo e contorcendosi.

«Che dei ti maledicano e ti portino dritto al Mictlan.» Sbraitò al suolo Izel.

Barry avanzò verso di lui puntandogli una freccia dritto alla nuca. Penso che Izel aveva assistito al misterioso sconto avvenuto in quel luogo.

«Finalmente siamo soli, farabutto!» Esclamò il ragazzo soddisfatto. Una parte di lui lo istigava a conficcare una freccia nel suo cranio, ma un'altra lo invitava alla clemenza e a pensare alle eventuali ripercussioni dell'azione. Macaria avrebbe potuto reagire in malo modo.

«Non avete scampo tu e i tuoi amichetti! Verrete annientati dalla nuova coalizione che si è venuta formare.» Disse ringhioso Izel. L'aquila in cielo starnazzò scuotendo le ali.

«Oh... Anche i tuoi fedeli amici animali verranno annientati. Non hai idea in cosa ti stai per imbattere.» Asserì viscido Izel. Ma Barry stanco delle minacce lo colpì sulla nuca facendolo perdere i sensi.

«Ti rimango in vita solo lei.» Proclamò osservando il corpo.

Dalla bisaccia estrasse del filo e legò Izel cercando di trasportarlo sul dorso dell'aquila; quess'ultima però emise degli urli scrollandosi di dosso il corpo.

«Dobbiamo portarlo a Cuauhtepec. Ti prometto che lo trasporteremo solo questa volta.» Pregò Barry all'aquila, mentre raccoglieva il corpo d'Izel.

Il pennuto assunse un' espressione offesa e Necahual scoppiò a ridere.

Presero quota dirigendosi verso Cuauhtepec. L'aquila si depositò nello stesso luogo in cui Barry l'aveva svegliata e si rifiutò di degnare un ultimo saluto al ragazzo.

«Scusa.» Le disse Barry, ma lei per l'ennesima volta assunse un'aria di sussiego.

Necahual scese dal dorso dell'aquila facendo un grosso salto; il bambino si era divertito con Barry dimenticandosi per un tempo del suo solito cipiglio.

Si incamminarono nella foresta. Barry portava Izel in spalle e si accorse che il chiasso proveniente dalla cittadina era scemato.

Ora si poteva udire un lento fruscio del vento che gli disfaceva i capelli madidi di sudore.

La brezza fece assumere un'aria tetra alla cittadina. Pochi bracieri erano accesi e Necahual tramutò la sua espressione.

«Cattivi.» Esplose il bambino sottovoce indicando un edificio; era la stessa costruzione in cui Barry aveva avvistato l'uomo tarchiato prima di andare in cerca dell'esercito della regione dei pescatori.

«Cosa hai visto?» Domandò Barry nascondendosi fra le frasche.

Un gruppo di uomini era intento a trasportare su una barella di tela dei soldati-cani; uno dei malcapitati pareva essere il comandante del popolo dei cani.

Barry si accovacciò vicino a un albero, rifugiandosi e scorgendo il percorso degli uomini. Tappò la bocca del bambino e lo avvicinò a lui.

Quando aveva lasciato la cittadina il comandante del popolo dei cani era intento a fare baldoria, e adesso era supino su una barella come se fosse stato drogato.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora