CAPITOLO 30 - TRAPPOLA

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Barry scese dal dorso dell'enorme aquila e appena poggiò la gamba ferita al suolo, avvertì un lieve fastidio. Del sangue scuro gocciolò dal foro procuratogli della freccia. L'aquila osservò scaltra la vegetazione e la pioggia diminuì, permettendo una maggiore visibilità.
Da una parte remota, si udirono delle grida di battaglia. Barry pensò immediatamente agli eserciti alleati. E se il Riverito Oratore avesse ordinato a tutti quei soldati di dargli la caccia? Si domandò. Iniziò a meditare su quale strada intraprendere. Anche se aveva un po' di vantaggio, gli eserciti l'avrebbero raggiunto senza problemi. L'enorme aquila iniziò ad agitare le ali;  si sollevò dal suolo e spiccò il volo senza che Barry poté ringraziarla. Si chiese da dove proveniva quell'animale mistico. Forse apparteneva al Vecchio Rapace, oppure era stato il suo tonalì al aiutarlo?
Iniziò ad incamminarsi in direzione opposta alle grida appena udite. Piovigginava, era notte fonda e anche se la pioggia si era attenuata, non si vedeva granché.
La foresta era fitta, si udivano dei brusii e degli ululati. Il ragazzo constatò che la foresta era più ospitale di Acatitlan.
Macaria e Tlachinolli erano ancora nelle grinfia di Ihuicatl. Barry non poteva allontanarsi  troppo dalla città, poiché aveva in mente di recuperarli.
Si accovacciò di fianco ad una corteccia, poggiando la testa sul duro tronco. Dal cespuglio si udì un divincolarsi. Barry si allarmò all'istante, ma davanti a sé il buio regnava incontrastato. Temeva che i soldati di Ihucatl l'avessero già trovato e senza accorgersene si trovò una lancia puntata dritta verso la sua nuca e tre uomini che lo circondarono.
I cacciatori l'avevano acciuffato. Fu la prima conclusione che trasse, e poco dopo un oggetto si scaraventò sulla sua nuca facendolo cadere nel buio profondo.

Appena Barry strabuzzò gli occhi un cocente sole penetrò nelle sue iridi. Non aveva la più pallida idea di dove fosse. Il suo ultimo ricordo risaliva alla notte precedente, quando un gruppo di uomini l'avevano circondato. Avvertì un dolore spossante alla tempia e tento di muovere un arto con l'intento di controllare se ci fosse una ferita; entrambi i suoi arti furono legati con uno spesso filo di spago.
Aprì e chiuse gli occhi velocemente, ma il dolore non cessò. Dopodiché cercò di mettere a fuoco la sua visuale. Era poggiato ad uno tronco dagli enormi rami che creava un'ombra mastodontica.  Un piccolo torrente gorgogliava a pochi metri da lui, e un uomo a carponi era intento a dissetarsi.
Barry di soppiatto cercò di slegarsi, ma i suoi tentativi furono vani. Era legato con un doppio filo e un nodo che sembrava impossibile da sciogliere.
L'individuo si alzò e si girò verso di lui. Era un uomo con un naso aquilino e un collo taurino ed aveva la pelle color rame, come tutte le persone del luogo. Indossava una veste bianca e dei sandali marroni.
«Ehy... Perché mi avete catturato?» Chiese Barry corrugando la fronte e socchiudendo un occhio a causa del sole.
Ma l'uomo tacque per poi avvicinarsi verso di lui. Barry si voltò verso sinistra e scorse il suo arco a pochi metri di distanza;  allungò il suo busto verso l'arma, ma l'uomo la calpestò  e la raccolse.
«C'è qualcosa di strano in quest'arco.» Constatò l'uomo con un timbro solenne.
«Metti la mani giù dalla mia arma.» Gli ordinò Barry sollevando la sua testa.
«Cosa ci faceva un ragazzo bianco, tutto solo nel cuore della notte?» Domandò l'uomo in tono sarcastico.
«Non sono affari che ti riguardano.» Ringhiò Barry. «E non toccare il mio arco.»
«Altrimenti?» Ribatté l'uomo con fare evasivo.
D'un tratto, da un sentiero scosceso, si intravidero due uomini. Il primo aveva un rete in spalle, che conteneva una dozzina di pesci, mentre il secondo aveva in mano una spada, che almeno dall'occhio offuscato di Barry sembrava fosse fatta di ferro.
Ferro? Si domandò Barry. Non aveva mia visto una spada di ferro nell'Unico Mondo. Poi gli vennero in mente la parola dette da Macaria riguardante la Regione dei Pescatori e le loro misteriose armi indistruttibili. In Irlanda il ferro era diffuso, ma nell'Unico Mondo, evidentemente era ancora sconosciuto, eccetto per le persone della Regione dei Pescatori.
«Eztli, quante volte ti devo dire che devi lasciar in pace i prigionieri.» Tuonò l'uomo più alto.
«Siete sempre cosi noiosi!» Esclamò il farabutto vicino a Barry, con aria di disapprovazione
I due uomini si avvicinarono con fare svogliato. L'uomo che brandiva la spada si recò al ruscello, mentre l'altro poggiò la sua rete stracolma di pesce fresco al suolo.
«Lui è un sudicio Mexica.» Disse l'uomo poggiando la rete di pesci proprio di fianco a Barry. Il fetore era rivoltoso.
«Hai ragione Ixtli, ma a te non sembra strano che un ragazzo bianco sia un Mexica?» Domandò Eztli tastando l'arco di Barry.
«Non toccarlo!» Esclamò il ragazzo accendendosi e cercando di alzarsi, ma l'uomo gli sferrò un colpo in volto.
«Per le palle di granito del Dio della guerra! Eztli, ci serve vivo questo qui. Dobbiamo portarlo dal nostro Riverito Oratore.» Disse Ixtli, mentre del sangue sgorgava liquido dal naso del ragazzo.
«Appena mi slegherò, ti farò pentire, farabutto.» Annunciò il ragazzo accigliandosi in volto.
Eztli prese la rincorsa, ma Ixtli bloccò la sua avanzata; dopodiché si accovacciò e Barry fisso i suoi ispidi peli che gli uscivano dal naso. «Te lo domanderò una sola volta. Perché spiavi gli eserciti alleati di Ihucatl ad Acatitlan?»
L'imponente montagna che aveva dinanzi gli fiatava contro.«Stavo fuggendo da Acatitlan, e poi non sono un Mexica, ma uno straniero.»
Eztli scoppio in un attacco di ilarità.
«Come sei scappato da Acatitlan?» Domandò Ixtli.
«Con un'aquila.» Rispose il ragazzo indispettito. La risata di Eztli divenne ancora più sonora e fastidiosa.
Dall'oscurità della foresta in pieno giorno si sentirono dei brontolii animaleschi. L'uomo vicino al ruscello rimase pietrificato e raccattò tremando la spada di ferro. Ixtli e Eztli si voltarono e scrutarono lo sguardo preoccupato del loro amico. Ai primi brontolii, seguirono due pesanti ruggiti, che fecero alzare di scatto Ixtli la montagna 
Barry avvertì la loro presenza sulla pelle. Anja e Dablo avanzarono dalla foresta inferociti.

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I Mexica erano gli abitanti di Tenochtitlan, la capitale dell'impero azteco.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora