CAPITOLO 43 - CIRCONDATI

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Barry e il popolo dei cani avrebbero dovuto raggiunto Acatatilan presto, anche se non c'era ombra di Achcauhtli, il comandante della regione dei pescatori.

Barry pensò che i soldati di Achcauhtli erano caduti anch'essi in un tranello, ma erano guerrieri abilissimi e per giunta erano equipaggiati con armi che nessun altra regione possedeva.

A ogni passo che compievano, accompagnato dai sonori ruggiti e pigolii, la foresta diventava meno fitta.

Il comandante del popolo dei cani trainava i cannibali e si divertiva come suo solito a trovare nuove torture da recare ai mangia uomini.

Barry fungeva da apri fila all'immensa coda di uomini che marciavano in direzione di Acatitlan.

Il ragazzo cadeva spesso nella tentazione di osservare il dardo che custodiva fra le mani e ripensare a quelle iridi, ma rinsaviva concentrandosi sul suo prossimo obiettivo.

Il sole picchiettava forte al suolo e dopo estenuanti ore di cammino, i fitti boschi cominciarono a diradarsi lasciando poi spazio a una radura attorniata da alture ripide e
scoscese.

Erano giunti in una specie di arena, cui l'unica uscita era posta a ovest. Ed è lì che Barry, accecato dai raggi del sole, intravedi una struttura di legno.

Immobilizzata, gli parve di scrogere la sagoma di una donna legata e con la testa china.

Il comandante del popolo dei cani ordinò al suo esercito di fermarsi; dopodiché osservò cirscopetto l'arena.

Il sole bruciava la terra rendendola una lava incandescente.

Barry levò lo sguardo verso le alture. Ebbe il presentimento che qualcuno li stesse spiando.

«Avanziamo?» Domandò Barry riferendosi al comandante.

«Mandare avanti cannibali.» Ripose il comandante sornione spingendo gli uomini in direzione del varco a ovest.

I soldati all'unisono sollevarono le asce puntandole contro gli uomini.

I cannibali costretti indietreggiarono per poi intraprendere una corsa.

Barry osservava gli uomini allontanarsi, ma quasi sulla soglia dell'uscita qualcosa si innescò: un stridulo acuto anticipò l'azione di una immensa base di legno munita di affilatissime punte di ossidiana, che si infilzarono nelle pelle degli uomini facendo riversare fiumi di sangue al suolo.

«È una trappola!» Urlò Barry distogliendo lo sguardo dai malcapitati.

Il comandante sprovvisto ci impiegò qualche secondo a comprendere l'avvertimento di Barry.

Un calpestio di terriccio fece destare l'attenzione del ragazzo verso le alture; sgranò gli occhi quando scorse un esercito di soldati pronti a scoccare frecce.

La sagoma di un copricapo piumato ingoiò lo stomaco di Barry; il ragazzo lesto si apprestò a raccattare la sua arma restando vigile a osservare le mosse dei nemici, ma dei folti guanti bloccarono i suoi muscoli.

Dall'alto si delineò il volto del Vecchio Rapace e Barry deglutì prima di comprendere che si trattasse di lui.

L'uomo ordinò ai suoi soldati di prepararsi a colpire; l'esercito naturale era imboscato nella giungla mentre il popolo dei cani era cristallizzato a guardare le punte delle frecce.

Barry rivolse lo sguardo al comandante e con un segno d'intesa gli intimò di correre verso la foresta.

«Dove corri, femminuccia?» Ma una voce glaciale arrestò la sua corsa. Il ragazzo si voltò di scatto ritrovandosi l'espressione sogghignante d'Izel di fianco al Vecchio Rapace.

Il Quinto Sole - La Grande Battaglia [COMPLETATA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora